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Fronteggiare il carovita con l’oro

Oro

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Data di pubblicazione 04 febbraio 2022
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L’oro è considerato un classico strumento per proteggersi dalla corsa dell’inflazione: è davvero così? Lo compriamo?

Una tradizione non sempre valida

L’idea che l’oro protegga il tuo potere d’acquisto contro la corsa dei prezzi viene dagli Stati Uniti e dagli anni ’70: allora, infatti nel Paese i prezzi crescevano di quasi il 9% all’anno, ma l’oro ha più che compensato, salendo in media di un 35% all’anno. Negli anni seguenti, però, questo fenomeno “protettivo” non si è verificato con la stessa forza e anche ora che negli Usa si registra una corsa del carovita come non si vedeva da 40 anni l’oro non sta brillando: nel corso del 2021 l’inflazione è cresciuta a un ritmo del 7% annuo (dati dicembre su dicembre) mentre nello stesso periodo l’oro ha fatto tanti alti e bassi senza offrire un vero rendimento. Come mai?

 

I tanti fattori che muovo l’oro

Perché l’inflazione è solo uno dei fattori che giustifica i movimenti dell’oro. Quest’ultimo risente anche dell’umore delle Borse: essendo considerato un “bene rifugio” tende a perdere quando le Borse vanno bene – il 2021 è stato splendido per i listini. Stesso ragionamento con i rendimenti dei titoli di Stato: l’oro è prezioso ma non paga interessi, quindi quando i rendimenti dei titoli di Stato salgono, come nell’ultimo periodo, il prezzo dell’oro tende a non brillare. Altra relazione inversa c’è con l’andamento del dollaro Usa: l’oro si scambia per lo più in biglietti verdi e, come anche accade alle materie prime, quando il dollaro si rafforza rispetto ad altre valute, il prezzo dell’oro tende a soffrire. Ma non finisce qui: devi considerare la spinta dal mercato finanziario – se vengono creati fondi che puntano a replicare il prezzo di un lingotto, questi ultimi devono materialmente comprare oro spingendone al rialzo i prezzi – l’effetto della domanda di gioielleria – fondamentale in Paesi come la Cina e l’India – e quella che arriva dalle Banche centrali – l’oro è elemento essenziale delle riserve di queste ultime.

 

Una buona assicurazione

Come spesso accade in finanza, dunque, i fenomeni sono molteplici e non esistono relazioni univoche. L’importante è notare è che l’oro è un elemento che può aiutare a ridurre il rischio complessivo del tuo patrimonio. Insomma, è come una sorta di assicurazione che spesso non rende nulla – anzi magari costa – ma che è lì pronta ad aiutarti ad affrontare con un po’ più di serenità durante i momenti difficili. Per questo ti consigliamo ancora di investire una parte del patrimonio in oro, aggiuntiva al tuo portafoglio d’investimenti in azioni e obbligazioni (fino al 10% del valore del portafoglio, vedi regola 80-10-10 nel n° 1442). Come si compra l’oro? Ti sconsigliamo lingotti e monete per le altre commissioni (vedi n° 1404), ma di farlo acquistando in Borsa l’Etc Invesco physical gold (152,75 euro; Isin IE00B579F325) che replica, in euro, il prezzo di un decimo di oncia di oro troy (e i lingotti sono fisicamente e materialmente custoditi nei caveau della banca JP Morgan a Londra). Lo puoi fare col trading online della tua banca (commissioni di compravendita anche solo dello 0,2%) e l’Etc prevede costi di gestione dello 0,15% annuo (tra i più bassi).

 

Se prendiamo i valori alla fine del 2020 e del 2021 la variazione dei prezzi del metallo giallo è persino lievemente negativa, circa -4% in dollari Usa (circa +3% in euro). In questo avvio di 2022 l’oro ha perso l’1% in dollari (-1,4% in euro).

Le attese di un rialzo dei tassi d’interesse ufficiali da parte della Banca centrale americana ha già spinto all’insù i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi: quelli con scadenza compresa tra 7 e 10 anni sono passati dall’1,4% di fine dicembre 2021 all’1,8% di questi giorni. Questo spiega l’andamento poco brillante dell’oro nonostante le Borse mondiali non siano andate bene nel mese di gennaio.

La tendenza a comportarsi “al contrario” di quanto non facciano le Borse o i titoli di Stato (rendimenti) spiega perché l’oro serve ad abbassare il rischio del tuo patrimonio (vedi n° 1442).

L’Etc sull’oro è fiscalmente efficiente: potrai usare minusvalenze pregresse per pagare meno tasse sui possibili guadagni che otterrai con l’Etc.