L’ultimo prezzo dell’oro è stato di 2.332,05 dollari l’oncia (al 10/4): mai era stato così elevato. Anche tenendo conto dell’inflazione, in termini di potere d’acquisto siamo intorno ai massimi storici pure dal 1980 quando l’oro superò quota 600 dollari l’oncia che corrispondono al potere d’acquisto attuale di oltre 2.250 dollari Usa. Che l’oro sia prezioso dipende dal fatto che è relativamente scarso (sulla crosta terrestre ve ne sono solo 0,03 grammi per tonnellata). Che stia attualmente volando alle stelle dipende dalla forte domanda. Ma andiamo per gradi.
Quanto oro c’è al mondo?
Secondo le stime che trovi su www.gold.org/goldhub/data/how-much-gold pare che ad oggi siano state estratte dalla terra oltre 212,5 mila tonnellate di oro (i due terzi dei quali dagli anni Cinquanta in poi), mentre ci sono riserve provate per circa altre 59.000 tonnellate. Di questo oro il 45% è in circolazione sotto forma di gioielli, il 22% è in lingotti e monete e il 17% è conservato dalle banche centrali, mentre la parte restante è conservata in altre forme. Tra le Banche centrali (fonte www.gold.org/goldhub/data/gold-reserves-by-country, dati a fine 2023) quella che ne ha di più è, ovviamente, la Federal Reserve Usa con 8.133 tonnellate; segue la Bundesbank con 3.353 tonnellate, poi, un po’ a sorpresa abbiamo la nostra Banca d’Italia con 2.452 tonnellate che sopravanza quelle francese (2.437 tonnellate), russa (2.333 tonnellate) e cinese (2.235 tonnellate).
Numeri lievemente diversi sulle riserve mondiali sono forniti da US Geological survey del governo Usa, vedi www.usgs.gov/faqs/how-much-gold-has-been-found-world#:~:text=About%20244%2C000%20metric%20tons%20of,%2C%20Australia%2C%20and%20South%20Africa. |
La situazione è abbastanza cambiata rispetto al 2000: se già allora gli Usa avevano più o meno le stesse tonnellate di oro e così Germania e Italia, da allora si è assistito a un calo delle tonnellate francesi (erano oltre 3.000), ma soprattutto di quelle in mano alla Svizzera che allora ne aveva 2.590 e che ora ne ha “solo” 1.040. Al contrario la Cina allora ne aveva solo 395 e la Russia ne aveva 422. Ancora a inizio 2022 la Cina ne aveva “solo” 1.948 tonnellate, segno che in circa due anni ne ha comprate quasi 300.
Le riserve auree dell’Italia sono per la maggior parte… all’estero! Vedi www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafo-glio-rischi/quantita-qualita-localizzazione/index.html?dotcache=refresh. Nel 1893 le tonnellate di oro in mano alla Banca d’Italia erano 78, scopri come si è evoluta la dotazione della Banca d’Italia qui: www.bancaditalia.it/compiti/riserve-portafo-glio-rischi/evoluzione-riserve/index.html |
Una tonnellata sono circa 32.150 once troy, il che significa che con i prezzi attuali del metallo giallo si viaggia intorno a circa 75 milioni di dollari di oro in termini di valore. |
L’oro e le banche centrali: riserva di valore
Gli usi principali dell’oro sono nella gioielleria e come riserva di valore. Come riserva di valore l’oro è stato storicamente importante per le Banche centrali, perché la aiutava a garantire il valore della moneta. Ricordiamo che nel secondo dopoguerra e fino al 1973 per via degli accordi di Bretton Woods esisteva un sistema di cambi rigido tra le principali valute mondiali che faceva perno sul dollaro Usa grazie alla convertibilità dei dollari in oro. Dopo che la convertibilità venne meno nel 1971 di lì a poco tutto il sistema di cambi fissi saltò. Era successo che il costo della guerra in Vietnam e l’espansione della spesa pubblica Usa avevano spinto l’emissione di dollari e molti trovavano più sicuro convertirli in oro. Le riserve di dollari si assottigliarono a tal punto che il presidente Nixon fu costretto a sospendere, come abbiamo visto, la convertibilità del dollaro in oro. Negli anni successivi le banche centrali hanno varato diverse regole (da noi il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro) che le hanno rese meno dipendenti dalle riserve di oro per la loro credibilità. E non è un caso che per quasi 50 anni il peso dell’oro nelle riserve sia piano piano diminuito. Poi, però, ci sono stati altri fattori. Il primo è l’ascesa di alcune potenze emergenti che hanno comunque costruito importanti riserve di oro in linea con l’espansione delle loro economie. Abbiamo visto il caso eclatante della Cina, ma anche l’India è passata da 358 tonnellate nel 2000 alle attuali 890, la Turchia è salita da 116 a 540 e la Polonia è passata da 103 a 359. Il secondo fattore è più recente e riguarda la geopolitica. Te ne parliamo qui.
Sul sito del World Gold Council (www.gold.org), la Confindustria dell’industria aurifera mondiale, potete trovare molte informazioni sull'oro. |