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Nucleare e gas: l'Austria fa causa
3 mesi fa - martedì 25 ottobre 2022
L'Austria non si arrende su gas e nucleare
Le controversie sull’introduzione del gas e del nucleare nella tassonomia europea delle attività eco-sostenibili non si placano. La decisione della Commissione europea di inserire le due attività, e a quali condizioni, nel novero degli investimenti sostenibili aveva di fatto spaccato l’Europa in due grandi blocchi. La scelta definitiva è stata una soluzione politica, conciliando le volontà di Francia, che voleva il nucleare, e Germania, che voleva il gas. Il 6 luglio scorso il Parlamento europeo ha accettato questo inserimento.
La questione, però, non è chiusa. L’Austria si è detta pronta a percorrere tutte le strade possibili, compresa quella legale, per opporsi a questo inserimento. Si è detta dunque pronta a ricorrere alla Corte di giustizia europea. Vedremo chi sarà a seguirla, per il momento solo il Lussemburgo ha seguito l’iniziativa austriaca.
Per quanto riguarda gli investimenti, già in passato avevamo detto che con l’inclusione in tassonomia di gas e nucleare si rendeva necessario aumentare la trasparenza dei prodotti finanziari, soprattutto quelli sostenibili, mostrando se il fondo o Etf investe in queste attività e in quale misura. In questo modo ogni investitore è in grado di controllare il prodotto che acquista e verificare se investe o meno in quelle attività, allineando così il suo investimento alle sue convinzioni personali – se è d’accordo o meno con il ritenere un’attività green gas e/o nucleare. Questa linea è stata anche la proposta, formulata nei primi giorni di ottobre, dalle autorità di vigilanza europee, che chiedono di inserire nelle comunicazioni agli investitori informazioni sull’esposizione a queste attività.