Mar Rosso: i rischi per economia e mercati e cosa puoi fare

Crisi nel Mar Rosso
Crisi nel Mar Rosso
Gli avvenimenti che stanno interessando il Mar Rosso non hanno una rilevanza solo dal punto di vista geo-politico, ma rischiano di rappresentare un problema anche da quello economico e finanziario. Una chiusura prolungata del Mar Rosso, che si collega con il Canale di Suez, potrebbe creare problemi alle catene di approvvigionamento di tutto il mondo e far salire i prezzi dei beni, dei materiali, dell’energia, dato che è una rotta fondamentale per il transito di materie prime, energia e per le merci in generale. Una buona parte dei più grandi operatori di trasporto navale ha già confermato che sta evitando del tutto, o quasi, di utilizzare le rotte del Mar Rosso. Evitare di transitare attraverso questo mare costringe ad allungare ampiamente i viaggi, per esempio circumnavigando l'Africa, e ciò comporta ritardi nella consegna delle merci, che siano prodotti già finiti da vendere o materiali necessari per la produzione, ma significa anche maggiori costi di trasporto. Se aumentano quest’ultimi, aumentano anche i costi di produzione, che possono salire anche a causa di un rialzo dei prezzi dell'energia, e come già visto in passato gli aumenti dei prezzi della produzione si scaricano anche sui prezzi al consumo. Un'altra pressione inflazionistica potrebbe arrivare dalla mancanza di offerta dei prodotti, creando un eccesso di domanda che, di norma, spinge al rialzo i prezzi. Un altro effetto a livello macroeconomico potrebbe essere il rallentamento del commercio globale, che peserebbe sul Pil facendo rallentare la crescita mondiale. Queste, in estrema sintesi, sono le possibili conseguenze a livello macroeconomico.
L’EFFETTO SUI MERCATI
Il contesto macro, però, influenza anche quanto succede sui mercati. Oggi le Banche centrali sono impegnate nella lotta contro l’inflazione, che, seppur in calo, non è ancora ai livelli desiderati e per questo si va ripetendo che i tassi dovranno restare su livelli elevati a lungo. Il 2024, senza intoppi, sarà l’anno in cui arriveranno i primi tagli, ma questa prospettiva potrebbe essere rovinata se l’inflazione non dovesse più continuare nel suo percorso di discesa, o, ancora peggio, tornare a salire. Le Banche centrali sarebbero così costrette, se non ad alzare di nuovo, almeno a tenere i tassi fermi su questi livelli particolarmente restrittivi per un periodo molto più lungo di quello precedentemente preventivato. Questo avrebbe un effetto negativo sui mercati, con i bond che perderebbero terreno perché i rendimenti dovrebbero allinearsi alle nuove attese di non avere tagli nei tassi, o averli molto più in là con il tempo, e anche le azioni reagirebbero negativamente a questa nuova prospettiva per il costo del denaro – oltre che dei possibili rallentamenti dell’economia globale.
COSA FARE CON GLI INVESTIMENTI
Come ti spieghiamo qui a lato, non ti consigliamo speculazioni o investimenti diretti su titoli di singole società, materie prime… ma riteniamo più efficiente, dato l’attuale momento, consigliarti di inserire prodotti che possono consentirti di avere un rendimento certo, o perlomeno molto probabile, e/o che riducono la volatilità del tuo portafoglio. Questo perché in realtà oro, titoli di Stato Usa – e quindi dollaro – Bund tedeschi e yen giapponese, considerati beni rifugio in caso di maretta dei mercati, sono investimenti che se ci segui già hai nel tuo patrimonio. Non vanno però presi così senza una strategia precisa. Bisogna sempre ragionare in termini di portafogli, perché, la regola essenziale, in qualunque momento e situazione di mercato, che ci sia maretta o meno, è quella di diversificare. Dunque, in estrema sintesi: controlla se segui in maniera precisa uno dei nostri tre portafogli. Se non lo fai del tutto, riallineati.
IL PERCHÉ DEL NO
I costi di trasporto sono aumentati a causa della situazione nel Mar Rosso. Tuttavia, il rialzo dei prezzi delle materie prime è rimasto finora contenuto. Al momento, dunque, tenendo conto di come i mercati stanno reagendo e dell’incertezza su quanto sarà il peso di questa situazione, così come quanto il mercato reagiranno e si interessano a questa situazione, non ti consigliamo speculazioni o investimenti su materie prime ed energia. Anche prodotti legati all’inflazione, ad oggi, non sono interessanti.
Questo ti consente di posizionarti su molti dei mercati che possono fare al caso tuo in caso la situazione nel Mar Rosso portasse a problemi su vasta scala. Una volta fatto questo, puoi inserire, seguendo la regola dell’80-10-10, degli investimenti extra-portafoglio scelti tra quelli, come detto, che possono rendere più resiliente il tuo portafoglio, garantendo comunque un rendimento – e anche interessante.
PERCHÉ SEI A POSTO CON I PORTAFGOLI
Prendiamo ad esempio un investitore che replica il nostro portafoglio difensivo. Investe già il 10% in titoli di Stato Usa, il 5% in yen giapponesi: ha quindi una buona quota del suo portafoglio in beni considerati rifugio. Il 35% è poi investito in bond della zona euro, che devono essere a loro volta ripartiti rispettando la regola si dedicare al massimo il 5% per ogni emittente. Tra questi ci sono i BTp, così come quelli degli altri Stati europei e anche di enti sovranazionali: titoli come il Bund tedesco e la Bei, sono beni rifugio anch’essi. Come vedi, replicando fedelmente i portafogli sei già ben posizionato. Per quanto riguarda le obbligazioni della zona euro, anche le scadenze dei titoli che puoi acquistare sono diverse tra Stato e Stato. Si tratta di una strategia precisa che si usa negli investimenti obbligazionari (la puoi approfondire qui) e che è un’ulteriore diversificazione.
Una quota, massimo del 5%, puoi così dedicarla all’oro, con l’Etc Invesco physical gold (179,33 euro, Isin IE00B579F325). L’oro è un investimento interessante da avere sempre e comunque, perché oltre ad essere un bene rifugio, e quindi fungere da assicurazione se le cose vanno male, è una posta poco correlata, in certi casi anche negativamente, con gli altri mercati: acquistarlo rende ancor più diversificato il tuo portafoglio e meno rischioso. Guarda la tabella qui sotto, che riporta i rendimenti dei nostri tre portafogli, e degli stessi con però l’aggiunta del 5% di oro: non solo avresti migliorato i rendimenti, ma avresti anche ridotto la rischiosità.
L’EFFETTO DELL’ORO |
||
Rendimento |
Rischio |
|
Difensivo |
-0,20% |
2,50% |
Difensivo + 5% oro |
0,40% |
2,40% |
Equilibrato |
2,10% |
3,90% |
Equilibrato + 5% oro |
2,50% |
3,70% |
Dinamico |
4% |
5,30% |
Dinamico + 5% oro |
4,30% |
5,10% |
Rendimento annuo. Rischio: standard deviation. Dati su 5 anni al 19/01/2024. |
Un’altra soluzione che stabilizza il tuo portafoglio sono i certificate, scelti tra quelli che ti garantiscono un rimborso minimo garantito – e se acquistati sotto al prezzo del rimborso minimo garantiscono un guadagno certo, ma che se le cose vanno bene ti permettono di partecipare al rialzo dei mercati (anche moltiplicandolo). Oppure, puoi sceglierne uno a capitale condizionatamente protetto, ma con una barriera che ti protegge a scadenza anche in casi di ribassi molto importanti e che nel frattempo paga cedole, tra l’altro compensabili. Trovi questi prodotti nella sezione loro dedicata.
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