Dazi Usa, Europa alla resa dei conti

Analisi Mercati
Analisi Mercati
Unione Europea: anello debole?
Sempre più isolata nella guerra commerciale, soprattutto dopo gli accordi tra gli Stati Uniti e i Paesi del Pacifico, l’Unione Europea non sembra in una posizione di forza. Ora come ora, ottenere un accordo simile a quello giapponese, con dazi al 15%, sembra essere il massimo a cui i Paesi europei possano sperare.
Il Regno Unito al 10%
L’economia britannica dipende più dai servizi che dall’export di beni, motivo per cui Londra ha accettato un dazio del 10% in cambio dell’accesso al mercato americano per 100.000 veicoli di lusso e alcuni altri prodotti specifici come i motori per aerei. Il testo anglo-americano è composto solo da poche pagine: più una dichiarazione d’intenti che un vero e proprio accordo commerciale che possa mettere a tacere tutti i possibili contenziosi.
Il caso del Vietnam ...
Per l’economia vietnamita, invece, il commercio globale di beni e l’accesso al mercato americano sono vitali; ma è essenziale anche sia per le imprese americane mantenere i flussi commerciali con gli stabilimenti in Vietnam, in particolare nel settore dell’abbigliamento. I consumatori, che lo scorso anno hanno acquistato 274 milioni di paia di scarpe prodotte in Vietnam, avrebbero dovuto pagare molto di più se fosse stato applicato il dazio del 46% annunciato il 2 aprile, riducendo i profitti dei colossi americani della moda. L’accordo raggiunto, pari al 20%, preserva sia la competitività delle fabbriche vietnamite, sia le aziende e i consumatori americani.
... e quello di Indonesia e Filippine
L’Indonesia dipende soprattutto dalla Cina per il proprio commercio estero, ma un accordo con gli Stati Uniti rassicura gli “indispensabili” investitori stranieri. Il paese ha ottenuto dazi ridotti al 19%. Stessa cifra accettata dalle Filippine, che cercano il favore degli Stati Uniti per continuare a godere della loro protezione militare.
Accordo con il Giappone, distensione con la Cina
Il 22 luglio si è raggiunto un accordo con Tokyo che ha accettato un dazio americano del 15% per mantenere l’accesso al mercato statunitense, in particolare per le sue case automobilistiche. Come per gli altri accordi, si tratta di un quadro generale che lascia molti punti in sospeso. A giugno Stati Uniti e Cina hanno trovato un compromesso temporaneo. La Cina riprenderà a vendere materiali importanti per tecnologia e difesa, e in cambio gli USA toglieranno alcune restrizioni, come il blocco dei motori per aerei (per maggiori dettagli sul mercato cinese vedi qui).
Economie perturbate, ma Borse euforiche
La crescita globale dei prossimi trimestri resta incerta e il quadro economico opaco, ma gli investitori sembrano mantenere la calma. In Europa, il calo dell’inflazione – favorito anche dall’indebolimento del dollaro rispetto all’euro – restituisce potere d’acquisto ai consumatori e margine di manovra alle aziende. Gli indici americani S&P 500 (+7,8% da inizio anno) e Nasdaq (+9,2%) sono ai massimi, mentre lo Stoxx Europe 50 (+8,2%) è poco distante. Restiamo cauti sull’Eurozona nelle nostre strategie di portafoglio, mentre non è troppo tardi secondo noi per acquistare azioni americane. La Borsa Usa è presente al 25% nella strategia dinamica, al 15% in quella equilibrata e al 5% nella difensiva. Per questa parte di portafoglio puoi acquistare Invesco S&P 500 Etf (1071 euro; IE00B3YCGJ38), l’Etf iShares core S&P 500 Ucit (53,71 euro; IE0031442068), Amundi Etf S&P 500 D (55,6 euro; LU0496786574) e Vanguard S&P 500 Etf (102,27 euro; IE00B3XXRP09).Attendi, stiamo caricando il contenuto