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Rassegna macro settimanale

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Data di pubblicazione 05 dicembre 2025
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Ecco la panoramica con i dati macro più importanti della settimana

In Europa torna al centro il tema inflazione e tassi. Nell’area euro, a novembre l’inflazione risale leggermente al 2,2% annuo (dal 2,1%), mentre quella core, cioè quella calcolata senza considerare alimentari ed energia, resta al 2,4%: un mix che, secondo le attese di mercato riportate nell’analisi, rafforza l’idea di una BCE ferma nella riunione di dicembre.

Nell’Europa centrale, invece, la Polonia prosegue con l’allentamento monetario: nuovo taglio di 0,25% e tassi al 4% (sesto intervento nel 2025), grazie a un’inflazione scesa al 2,4% a novembre; i mercati guardano già a ulteriori riduzioni nel 2026.

In Svizzera il terzo trimestre segna una contrazione del PIL (-0,5%), legata anche all’effetto dei dazi USA su export chimico-farmaceutico; sul fronte prezzi, a novembre l’inflazione è 0% su base annuale e quella core scende allo 0,4%

Fuori dall’Eurozona, in Turchia rallenta la crescita (PIL +3,7% annuale nel terzo trimestre, sotto le attese) e l’inflazione di novembre scende più del previsto al 31,1%: questo alimenta le aspettative di tagli dei tassi (riunione dell’11 dicembre) da un livello attuale del 39,5%.

Tra i mercati emergenti e l’Asia, il quadro resta fragile. In Indonesia l’inflazione di novembre rimane “sotto controllo” (+0,17% mensile, 2,72% annuale; inflazione core 2,36%), con pressioni trainate soprattutto da oro e tariffe aeree. In Cina i PMI di novembre tornano in territorio di contrazione: manifatturiero ufficiale a 49,2 e non-manifatturiero a 49,5 (prima contrazione in quasi tre anni), segnalando un trimestre difficile nonostante l’obiettivo di crescita annua al 5% indicato nell’analisi. In India, invece, è arrivato, come da attese, il taglio dei tassi.

In Nord America, il Canada sorprende in positivo sul dato del PIL, ma con una “lettura” meno lineare: nel terzo trimestre crescita +2,6% annualizzata, sostenuta da investimenti residenziali e spesa pubblica, mentre consumi famiglie e investimenti privati non residenziali mostrano debolezza.