La Banca centrale europea ha lasciato i tassi invariati (a zero quelli ufficiali e a -0,4% quelli sui depositi) e il programma di acquisti di titoli, che continueranno per un ammontare di 60 miliardi di euro mensili fino a fine dicembre 2017 e, come oramai è solita dire da mesi, anche oltre questa scadenza se necessario. Non è stato dunque toccato l’argomento di cosa succederà dal 2018, anche perché è la stessa Bce a dire che non si è parlato di questo argomento durante la riunione odierna. Una novità però c’è stata ed è quella su cui convergevano tutte le attenzioni. Se fino alla scorsa riunione la Bce sosteneva che i tassi sarebbero rimasti a questi livelli se non più bassi per un prolungato periodo di tempo, nella riunione odierna è stata eliminato il riferimento a “tassi più bassi”. Insomma, una piccola modifica che va però nella direzione di una politica un po’ meno accomodante.
Quanto alla situazione economica della zona euro, secondo la Bce il piano di acquisti di titoli ha sostenuto la ripresa economica, che nei prossimi trimestri dovrebbe addirittura accelerare, tanto da far rivedere al rialzo le stime del Pil. Ora ci si attende un +1,9% nel 2017, un +1,8% nel 2018 e un +1,7% nel 2019, mentre a marzo le stime erano, rispettivamente, per un +1,8%, +1,7%, +1,6%.
La crescita economica, però, non è ancora stata in grado di creare inflazione e dunque una politica monetaria decisamente accomodante continua a essere necessaria. Addirittura, le stime sul carovita sono state riviste al ribasso: ora le stime sono per un +1,5% nel 2017 (+1,7% la vecchia stima), +1,3% nel 2018 (da +1,6%) e +1,6% in 2019 (da +1,7%).