Rassegna macro settimanale
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In Asia, iI quadro macroeconomico cinese resta fragile, soprattutto sul fronte della domanda interna, mentre l’export continua a rappresentare il principale sostegno alla crescita. La Bank of Japan ha proceduto a rialzare i tassi, portandoli allo 0,75%, livello che non si vedeva da circa trent’anni. La Bank Indonesia ha mantenuto i tassi invariati al 4,75%, privilegiando la stabilità della rupia in un contesto globale incerto. La valuta resta sotto pressione rispetto al dollaro, ma l’approccio prudente mira a contenere la volatilità finanziaria.
Passando al continente americano, negli Stati Uniti l’attenzione era concentrata su inflazione e mercato del lavoro, dati cruciali per orientare le aspettative sulla Fed. La Banca centrale messicana (Banxico) ha effettuato il dodicesimo taglio consecutivo, riducendo i tassi dello 0,25% al 7%. In Brasile, invece, ci sono forti turbolenze.
Veniamo al Vecchi Continente. In Europa la settimana è stata dominata da inflazione, che si attesta al 2,1%, e BCE, che ha lasciato i tassi invariati. Per l’Italia, il dato finale sull’inflazione di novembre conferma un rallentamento più marcato del previsto. Nel Regno Unito la Bank of England avvia una fase più accomodante, procedendo a un taglio dei tassi di interesse.
La Banca centrale turca ha annunciato un nuovo taglio dei tassi, sostenuto da un progressivo rallentamento dell’inflazione. La politica monetaria diventa così gradualmente meno restrittiva, pur restando orientata alla stabilizzazione dei prezzi.