La Fed, la Banca centrale americana, come da attese ha lasciato i tassi in un corridoio compreso tra l'1% e l'1,25%. Quanto all'economia, il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi e l’attività economica è cresciuta a passo sicuro, nonostante i danni provocati dai tre uragani, senza i quali, dunque, il Pil sarebbe cresciuto ancora di più. La Federal Reserve continua inoltre ad aspettarsi che l'economia a stelle e strisce proceda in futuro in modo tale che «aggiustamenti graduali» dei tassi saranno necessari. Tradotto: i tassi cresceranno, ma lentamente. E il prossimo rialzo dovrebbe avvenire proprio nella prossima riunione di dicembre, visto che in tal senso non è arrivata alcuna indicazione dalla riunione di ieri che faccia pensare a un cambio di strategia.
E ARRIVA IL NUOVO GOVERNATORE
E nessun cambio di strategia doverebbe avvenire neanche da febbraio 2018, quando si insedierà il nuovo governatore. Il presidente Trump ha scelto infatti Powell come nuovo governatore, decidendo, come oramai atteso, di non rinnovare il mandato all'attuale governatore Yellen.
Questa scelta, dal punto di vista della conduzione della politica monetaria, è in continuità con la presidenza della Yellen, visto che Powell è sempre stato un suo alleato: ha infatti sempre votato in accordo con l'ormai ex-governatore. La strategia seguita in fatto di tassi d'interesse, dunque, dovrebbe rimanere la stessa. D'altronde questo sarebbe funzionale alla politica di Trump, per due motivi. Il primo. Il taglio delle tasse voluto dal presidente necessita tassi bassi per consentire agli Usa di indebitarsi a costo contenuto. Secondo. Un dollaro forte nuocerebbe all'economia Usa.
Powell, inoltre, potrebbe favorire anche i mercati finanziari, visto che a favore della deregolamentazione finanziaria.