La Fed, la Banca centrale Usa, ha lasciato i tassi, come da attese, fermi in un intervallo compreso tra l’1,5% e l’1,75%. Si tratta di una decisione presa all’unanimità: l’attuale politica monetaria è infatti considerata appropriata perché sostenga il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%. Rispetto a dicembre c’è un cambiamento: a fine 2019 la politica monetaria era infatti appropriata a sostenere un’inflazione già «vicina» all’obiettivo. La Fed ha dunque corretto il suo giudizio nei confronti del carovita, mostrando che non è ancora stato raggiunto l’obiettivo prefissato.
A rimanere sostanzialmente è la diagnosi sullo stato di salute dell’economia Usa. Infatti, secondo la Fed, la crescita economica continua ad essere moderata, i progressi sul mercato del lavoro sono solidi, mentre investimenti e esportazioni restano deboli. Fin qui tutto in linea con quanto detto a dicembre. Per quanto riguarda i consumi, invece, ora crescono solo ad un ritmo moderato, mentre a dicembre la crescita era stata definita forte.
Una nota è stata dedicata anche al corona virus. Quest’ultimo rappresenta un’incertezza per l’economia globale, ma la Fed giudica prematura una valutazione degli effetti dell’epidemia.