L’Inps sta erogando il bonus di 600 euro. Le domande sono per 4,5 milioni, 2,7 miliardi di euro. Se l’economia non si riprende in fretta e un tale provvedimento dovesse venire reiterato per 12 mesi potrebbero essere necessari oltre 32 miliardi. Siamo già a cifre da far tremare i polsi. Bisogna anche tenere conto dei buoni spesa che, per molte famiglie, integrano il bonus, i costi della cassa integrazione (sono girate cifre pari a 15 miliardi, ma per quanto?). Poi ci sono gli aiuti alle imprese e agli artigiani. La cifra vola… Secondo l’Fmi (Fondo monetario internazionale) il deficit italiano nel 2020 salirà all’8,3% del Pil. Normalmente viaggeremmo intorno al 2%, è un incremento di oltre il 6%. In soldoni quant’è? Vediamo il conto in breve: il Pil italiano nel 2019 era di poco meno di 1.790 miliardi. Le stime dell’Fmi vedono un calo nel 2020 del 9,1% (noi invece siamo più severi e ci aspettiamo il 10%). Tolto il 9,1% i 1.790 miliardi diventano poco meno di 1.630. Il 6% (il debito che faremo in più rispetto al 2% e che possiamo approssimare come il costo del Covid per lo Stato, incluso il calo del gettito fiscale per via del calo della ricchezza) sono quasi 98 miliardi, che possiamo approssimare a 100 miliardi. Che poi, però, andranno ripagati con le tasse.
I soldi già stanziati questo aprile dovrebbero ammontare a 70 miliardi.
I soldi della Cassa integrazione potranno venire dal Sure, la cassa integrazione europea, ma non sono soldi che ci vengono dati a fondo perduto.
I soldi per le spese sanitarie potranno venire dal MES, ma anche qui i soldi sono in prestito.
Quanto incassa lo Stato normalmente
Le entrate erariali sono state nel 2019 di 471,6 miliardi di euro, 252,3 di imposte dirette e 219,3 di indirette. Nella tabella qui sotto trovi la ripartizione attuale delle principali voci (ne abbiamo tralasciata qualcuna).
Un costo da rateizzare
Come vedi, 100 miliardi sono oltre il 20% delle tasse che già paghiamo ogni anno allo Stato, anzi, ipotizzando un crollo del gettito rispetto al 2019 per via della forte contrazione dell’economia, rischiamo che si salga pericolosamente verso un 25% delle imposte attuali. Immaginare che lo Stato si prenda in un anno tutti quei soldi, cioè incrementi di un quarto le tasse, vorrebbe dire uccidere la gallina che ti dà le uova. Impensabile.
ENTRATE TRIBUTARIE e erariali DELLO STATO (in miliardi di euro) | |||
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Tassa | Importo | Tassa | Importo |
Dirette | Indirette | ||
Irpef (persone) | 191,602 | IVA | 136,882 |
Ires (società) | 33,555 | Bollo | 6,561 |
Interessi bancari | 0,863 (*) | Assicurazioni | 4,295 |
Interessi bond | 3,786 (*) | Ipotecarie | 1,574 |
Dividendi | 1,750 | Concessioni | 0,735 |
Plusvalenze | 0,972 | Auto | 0,436 |
Fondi pensione | 0,191 | Catasto | 0,615 |
Riserve assicurazioni | 2,882 | Accise varie (**) | 16,448 |
NB: in aggiunta a questo sappi che il gettito delle imposte di successione è intorno agli 0,8 miliardi. Il gettito dell’Imu e della Tasi (che, però, sono imposte locali) è di oltre 20 miliardi l’anno. Lotto e giochi producono 8,004 miliardi di entrate. (*) Fa parte della categoria delle imposte sostitutive che pesa per 8,281 miliardi. (**) Accisa e imposta erariale di consumo su alcolici, birra, gas, prodotti petroliferi e sul consumo dei tabacchi. |
Ipotizziamo che si faccia ripagare un po’ per volta, diciamo in 5 anni, che è una tempistica di ammortamento dei costi simile a quella che usano le società. Si tratterebbe di un importo pari a 20 miliardi l’anno, più gli interessi che, per comodità, tralasciamo. Si tratta sempre di una cifra troppo alta per essere spesa su una sola tra le tante tasse in circolazione, per cui dovrà per forza pescare un po’ qua e un po’ là. Vediamo nel dettaglio…
100 miliardi di euro potrebbero essere il costo per lo Stato di tutta questa pandemia. Lo Stato, ovviamente, potrebbe indebitarsi di più, ma presto o tardi dovrebbe restituire quanto ricevuto e per farlo dovrebbe tartassare i contribuenti.
Troppo denaro per colpire con un fulmine soltanto
Prendiamo ad esempio le imposte sulle attività finanziarie (interessi bancari, cedole dei bond, plusvalenze, dividendi): da sole portano in casa circa 7 miliardi… Mettere a tuo carico altri 20 miliardi di tasse vorrebbe dire moltiplicarli per 4 (27 è pari a quasi 7x4). Impensabile. L’aliquota ordinaria attuale è già del 26%, se la moltiplichi per 4 ottieni 104%, vorrebbe dire portarti via tutti i tuoi guadagni da investimento. Non è minimamente immaginabile. E, anzi, se si tiene conto che l’economia va male, quindi siamo in fase di vacche magrissime, sarà già tanto se questa tassazione continuerà a mantenere il suo gettito senza scendere. Insomma, potrebbe esserci un ritocco delle aliquote, ma sono spiccioli. Veniamo alle imposte di successione. Si parla di alzarle da anni, ma 20 miliardi sono pure più di 20 volte quanto incassato dallo Stato dalle imposte di successione in un anno… oggi sono basse (se confrontate con altri Paesi), ma, franchigie a parte, l’aliquota più bassa, quella riservata a vedove e orfani, resta del 4% e moltiplicarla per 20 significa portarla all’80%, con le aliquote più alte si arriva all’esproprio di intere eredità. Possiamo immaginare una rimodulazione di queste tasse sulla scia della pressione mediatica, ma i soldi non possono certo venire da qui. Irpef? Si parla tanto di tagliare il cuneo fiscale, quindi sembra strano che la si voglia alzare. Forse potrebbero essere penalizzati i redditi sopra gli 80.000 euro, come si è detto in questi giorni. Stiamo parlando di una fascia di contribuenti che è inferiore al 2% del totale. Certo i soldi lì non mancano, ma non mancano neanche le gambe per fuggire. Quando la Francia ha alzato le tasse sui più ricchi non solo Gérard Depardieu ha scelto di prendere la cittadinanza russa, ma i francesi più abbienti si sono trasferiti in massa a vivere a Bruxelles, tanto avevano l’alta velocità che li portava in un amen a Parigi. Pensare di poter prendere ogni anno 20 miliardi da lì pare azzardato, a meno di non voler perdere anche l’Iva che deriva dallo shopping dei ricchi all’interno dei nostri centri commerciali. Insomma, anche da qui si possono tirare su solo spiccioli. Capitolo imposte sulla prima casa… attualmente dall’Imu e dalla Tasi vengono presi ai contribuenti più di 20 miliardi. C’è da dire che secondo alcune stime la perdita di gettito che c’è stata abolendo l’Imu sulla prima casa è stata di 3,6 miliardi di euro. A volerla reintrodurre e inasprendola un po’ si arriverebbe magari sui 4 miliardi di euro di incassi per lo Stato. Questo potrebbe essere sì un sistema per tirar su almeno un quinto del dovuto ogni anno, ma… c’è un ma. Il mercato immobiliare è in crisi da un bel po’. Se bisogna far ripartire l’economia, bastonarlo con un ulteriore tassa non sarebbe un’idea vincente. Veniamo al bollo? Sono 6 miliardi e mezzo di euro tra tutte le varie tipologie di bollo del nostro ordinamento, bisognerebbe anche qui quadruplicare le imposte di bollo previste dal nostro ordinamento per ottenere il gettito fiscale desiderato. Fantascienza… o forse no.
La ricchezza patrimoniale delle famiglie italiane è stata stimata in poco meno di 10.000 miliardi di euro (dato 2017). In apparenza recuperare 100 miliardi da qui vuol dire una tassa sulla ricchezza degli italiani nell’ordine dell’1%. Peccato, però, che non stiamo parlando di soldi liquidi. Per esempio, quasi metà di questa ricchezza è costituita da immobili, poi ci sono impianti, terreni… Insomma, si arriva a un 60% circa di ricchezze di tipo non finanziario. Già questo fa capire che si tratta di una ricchezza “teorica” un conto è stimare che una casa vale un certo ammontare di soldi, un altro conto è riuscire a metterla sul mercato a quella cifra, soprattutto coi tempi che corrono, figuriamoci con quelli che correranno.
Molto dipende dalla fretta
I depositi bancari degli italiani ammonterebbero a circa 1.500 miliardi euro. 100 miliardi sono il 6,7%... una patrimoniale di tale impatto risolverebbe in un colpo tutti i problemi. Ipotizziamo di recuperare solo i 20 miliardi del primo anno, alla maniera di Giuliano Amato, il giudice costituzionale che, nel 1992, ci tassò di notte, senza far rumore. Per avere 20 miliardi occorre una imposta straordinaria dell’1,3%. Tutto sommato, varrebbe solo per un anno, perché poi la gente tenterebbe di fuggire dai conti correnti, ma intanto per la finanziaria 2021 il gioco sarebbe fatto. Per il 2022 si potrebbe procedere con un mix. Un bollo più salato sui conti correnti, lo 0,5% al posto dello 0,2% e sono 4,5 miliardi, un po’ di Imu, non troppa, diciamo altri 2 miliardi. Aggiungiamo l’aumento del bollo sul conto titoli, sono altri miliardi. Mancherebbero ancora dei soldi, ma dato che di lì a qualche mese, a febbraio del 2022, finisce la presidenza Mattarella e con essa il semestre bianco (che vieta al Presidente di sciogliere le Camere), da quel momento si entra in periodo pre-elettorale (la legislatura morirà di morte naturale a primavera 2023) e quello è un periodo in cui in genere si fa deficit e si rinviano le tasse. Tutto questo ragionamento vale se non arriva la Troika… in tal caso potrebbe succedere anche di peggio, tutto e subito.