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La Fed prepara il tapering

Data di pubblicazione  23 settembre 2021
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La Banca centrale Usa prevede di poter iniziare presto la riduzione degli stimoli monetari

Se la ripresa economica resterà sulla strada giusta, un processo graduale di tapering – cioè una progressiva diminuzione degli acquisti di titoli - che si concluderà a metà del 2022 è verosimilmente appropriato. Sono queste, in sintesi, le conclusioni della riunione della Fed, la Banca centrale Usa.

La decisione per questa riunione di settembre è stata infatti quella di lasciare i tassi invariati tra lo 0% e lo 0,25% e di continuare a comprare bond ad un ritmo di 120 miliardi al mese, ma questa era una notizia scontata e non era ciò che interessava ai mercati. Era cosa succederà nei prossimi mesi che i mercati volevano sapere. E la Fed ha di fatto aperto la porta al tapering, che ora, con tutta probabilità, sarà deciso nella prossima riunione di novembre. Per cui il tapering sarà deciso nella riunione di novembre e il via ufficiale potrebbe essere dato con quella di dicembre.

Non solo. Senza eventi negativi sull’economia, il ritmo del tapering è stato individuato: a metà del prossimo anno gli acquisti di titoli si azzereranno. Ma questa non è stata l’unica novità. Se nelle riunioni precedenti si vedeva il primo rialzo nei tassi nel 2023, ora si fa strada l’ipotesi che il primo ritocco al costo del denaro arriverà nel 2022 – uno solo. Di conseguenza è stata alzata anche la previsione sul livello dei tassi per il 2023. Se prima ci si aspettava un livello medio dello 0,6%, ora ci si aspetta un livello che medio dell’1%, praticamente due rialzi in più.

UNO SGUARDO ALL’ECONOMIA
Per quanto riguarda l’economia, sul fronte del carovita, ora la Fed lo definisce «elevato» - a giugno era semplicemente «aumentato» - ma non viene modificata la visione di un fenomeno solo transitorio: quando la politica monetaria, secondo la Fed, sarà normalizzata, l’inflazione tornerà ad essere allineata all’obiettivo. Le stime sull’inflazione sono state riviste al rialzo per questo 2021, dal precedente 3,4% al 4,2%, mentre per il 2022 e 2023 ci si aspetta un +2,2%, praticamente allineata alla stima precedente. Quanto al Pil, la Fed ha rivisto al ribasso la stima per quest’anno, al +5,9% rispetto al +7% stimato a giugno. È stato invece rivisto invece al rialzo il dato per il 2023, dal +3,3% al +3,8%.