I prezzi nella zona aumentano e questa non è una sorpresa, visto che la stessa Bce aveva annunciato un rialzo, temporaneo, dell’inflazione. Il dato odierno, però, ha mostrato un rialzo superiore alle attese, con l’indice generale dei prezzi che è passato dall’1,7% al 2%. A determinare questo risultato è stato il calo più contenuto dei prezzi dell'energia (-4,6% a ottobre rispetto al -6,1% di settembre) e infatti l’inflazione di fondo è rimasta stabile al 2,7%, quando le attese erano per un leggero calo al 2,6%.
Per il 2° mese consecutivo l'inflazione è in linea con l'obiettivo ufficiale della Banca Centrale europea di un aumento annuo dei prezzi del 2%. L'aumento dell'inflazione di ottobre non impedirà alla Bce di continuare l'allentamento monetario, ma, insieme al dato sul Pil della zona euro, confermano che il prossimo rialzo, a dicembre, sarà dello 0,25%, anziché dello 0,5%. Per il 2025 prende poi piede una nuova prospettiva: se prima ci si attendeva un taglio ogni riunione fino a metà anno, ora i tagli potrebbe avvenire di trimestre in trimestre, rallentando il processo di allentamento monetario. È però ancora troppo presto per formulare ipotesi per il 2025.