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Pmi eurozona: informazioni scomode per la Bce?

Pmi zona euro e Bce

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Data di pubblicazione 24 ottobre 2024
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Pmi zona euro e Bce

Pmi zona euro e Bce

I dati sul Pmi di ottobre mostrano un'attività in rallentamento in eurolandia, ma ci sono ancora pressioni sui prezzi che arrivano dai servizi. Come si comporterà la Bce?

I dati preliminari del Pmi di ottobre per la zona euro mostrano una situazione non facile per il lavoro che deve svolgere la Banca centrale europea. L'attività economica complessiva della zona euro, intesa come attività manifatturiera e attività dei servizi, ha conosciuto un’altra contrazione ad ottobre: si tratta così del secondo mese consecutivo in cui l'attività economica europea si contrae. Lo fa, tuttavia, ad un tasso leggermente inferiore rispetto a quello registrato a settembre; infatti, l'indice Pmi composito passa da 49,6 a 49,7 punti, ma le attese erano per un recupero a 49,8 punti.

Come ormai succede da diverso tempo questo risultato generale è la sintesi di due andamenti opposti tra l'attività manifatturiera e quella dei servizi. La manifattura ha conosciuto il diciannovesimo mese consecutivo di contrazione, sebbene quest'ultima sia stata meno accentuata rispetto a settembre. Dai 45 punti di settembre, l'indice Pmi manifatturiero è salito a 45,9 battendo anche le attese poste a 45, 1. Dato però che il limite che rappresenta una situazione di espansione è 50 punti, un settore manifatturiero che ancora ha un indice che si attesta a 45,9 dimostra che la contrazione è molto accentuata.

Il settore dei servizi è invece rimasto, ancora una volta, in espansione, indicando un lieve incremento mensile dell’attività economica (51,2 punti). Il tasso di espansione è però rallentato (era 51,4 punti a settembre) toccando i minimi in otto mesi e deludendo le attese che si attendevano un progresso a 51,5 punti.

Con un'attività economica che rallenta, l'indicazione per una Banca centrale è quella di poter tagliare i tassi di interesse per sostenere l'economia. Il problema è che dai dati sul Pmi odierni si viene a sapere che i prezzi, sia di acquisto sia di vendita, nel settore dei servizi sono in aumento. Ciò significa che l'inflazione dei servizi, una delle maggiori pressioni inflazionistiche in Europa, e un indicatore attentamente monitorato dalla Bce, rimarrà alto e questo invece rappresenta un problema per le mosse della Bce. Dalle dichiarazioni di questi giorni la Bce non sembra in nessun modo intenzionata a non tagliare i tassi a dicembre, ma non bisogna attendersi tagli dello 0,5% come avvenuto, per esempio, in Canada.