I mercati si aspettavano che i tassi europei avrebbero continuato a scendere, fino al 2% e questo avrebbe reso ancora più importante il divario tra i rendimenti offerti nell'eurozona e quelli più attraenti offerti negli Stati Uniti. Una prospettiva del genere ha pesato sull'euro, che sembrava destinato a muoversi verso la parità contro il biglietto verde.
La prospettiva che i tassi ufficiali europei si stabilizzino ai livelli attuali, o che non scendano fino al 2%, sta cambiando la situazione. Se la Bce sceglierà di mantenere i tassi invariati, il differenziale tra i tassi Usa ed europei si stabilizzerà. Gli investitori si sono quindi riposizionati per questo nuovo scenario, spingendo l'euro verso livelli superiori a 1,08 dollari per la prima volta dall'autunno.
Nei prossimi mesi, l'evoluzione del tasso di cambio tra le due principali valute mondiali rimane altamente incerta. Dipenderà in larga misura dagli sviluppi sul fronte del commercio internazionale, ma anche dagli sviluppi sul fronte della politica monetaria, dove sia la Federal Reserve statunitense sia la Banca centrale europea stanno navigando a vista. Ciononostante, dati i tassi d'interesse più elevati negli Stati Uniti e il maggiore dinamismo economico oltre Atlantico, la forza relativa del dollaro USA rimane giustificata.