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Pmi zona euro: un maggio sotto le attese

Pmi zona euro maggio

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Data di pubblicazione 22 maggio 2025
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Pmi zona euro maggio

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Sia la manifattura, sia i servizi hanno mostrato dati sotto le attese di mercato

Il PMI Composito della Produzione nella Zona Euro, comprendente sia il settore terziario sia quello manufatturiero, per il mese di maggio si è attestato a 49,5 punti, con un calo di 0,9 punti rispetto al mese precedente. Si tratta di un dato peggiore delle attese, che prospettavano addirittura un aumento di 0,3 punti (a 50,7) rispetto ai 50,4 punti di aprile. Questo risultato rappresenta un rallentamento dell’Euro Zona, data la discesa sotto la soglia di 50, rappresentante lo spartiacque tra espansione e contrazione. Il livello complessivo di fiducia fotografa una situazione non esattamente positiva, pur non essendo a un livello allarmante.

L’andamento del settore manufatturiero e del terziario è stato contrapposto. In particolare, il PMI dei servizi è passato da 50.1 a 48.9 punti, nonostante le previsioni parlassero di un aumento di 0.3 punti rispetto al mese precedente. Questo calo sembra provenire principalmente da un declino della domanda, in particolare quella interna.

Notizie migliori arrivano dal PMI manufatturiero che ha registrato un leggero aumento rispetto ad aprile, raggiungendo la soglia di 49.4 punti e toccando il valore più alto degli ultimi 33 mesi, superando di 0.2 punti le aspettative di mercato. Ciò nonostante, una contrazione è ancora in atto. Sicuramene in una situazione complessa come quella attuale questo dato propone una visione leggermente più positiva rispetto al settore terziario. Le politiche monetarie più accomodanti della Bce hanno sicuramente aiutato il settore manufatturiero, ma non sono l’unico fattore. I dazi americani e le incertezze da essi prodotti hanno portato ad un aumento della produzione in diverse aziende dei settori maggiormente esposti alle esportazioni, un fenomeno che potrebbe sembrare controintuitivo, ma che in realtà ha una forte razionalità. Molte imprese hanno cercato di esportare, e quindi produrre, il più possibile in modo da far arrivare i prodotti nei magazzini americani prima della fine della tregua dei dazi, in modo da evitarne i costi. Questo processo funziona solamente per prodotti non deperibili, ma soprattutto non è un fenomeno che ha la possibilità di durare a lungo. Un altro fattore di spinta sono state le politiche di spesa pubblica annuncite della Germania. Da un lato hanno portato un amento dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, dall’altro hanno sorretto la fiducia nel settore manufatturiero, che proveniva da mesi di stagnazione. Ovviamente i risultati veri e propri di questi investimenti si osserveranno in un periodo più lungo.

Il dato sul PMI fornisce un ulteriore elemento alla BCE a favore di taglio dei tassi d’interesse e confermano le prospettive meno positive per l’eurozona già esposte dalla Commissione europea.