Nuovo BTp Italia e inflazione che rallenta. Cosa fare?

Nuova emissione BTp Italia
Nuova emissione BTp Italia
Da lunedì 6 a mercoledì 8, salvo chiusura anticipata, sarà possibile sottoscrivere il nuovo BTp Italia, mentre la giornata del 9 è riservata agli investitori istituzionali. Il nuovo BTp Italia in collocamento ha scadenza 5 anni e come tutti i suoi predecessori riconoscerà ai suoi possessori, oltre a cedole semestrali con un tasso minimo fissato al 2% annuo, la rivalutazione dell’inflazione. Presente anche un premio fedeltà a chi lo sottoscrive in fase di collocamento e lo manterrà fino a scadenza, pari ad uno 0,8% una tantum.
Anche per questo BTp Italia valgono i ragionamenti visti per le edizioni precedenti e su cui basiamo i nostri consigli. A far pendere l’ago della bilancia per la non sottoscrizione ci sono diversi elementi. Quando si sceglie un investimento va sempre fatto tenendo conto del contesto di mercato in cui si investe in termini prospettici, perché l’investimento va fatto in base a quello che succederà, e ragionando sempre in ottica di portafoglio – e mai in termini di singolo prodotto. Dunque, per prima cosa la durata del bond non è coerente con un contesto di rialzi dei mercati – e questo anche se lo tieni fino a scadenza – perché oltre al rischio tassi una scadenza così lunga ti preclude anche di fare altri investimenti più remunerativi sfruttando la dinamica e la forma della curva dei tassi d’interesse. In secondo luogo, più si allunga la scadenza, maggiori sono le probabilità che il rendimento del BTp Italia sia allineato a quello del BTp tradizionale. Terzo. Bisogna sempre ragionare in un’ottica di portafoglio: bisogna guardare alla relazione rischio/rendimento e ricordarsi che per coprirsi dal carovita non è per forza necessario ricorrere ad un prodotto legato all’inflazione. Quarto. La piccola quota da dedicare ai nostri titoli di Stato, anche se messa in un BTp Italia, non sarebbe sufficiente a colmare la perdita di acquisto del tuo intero patrimonio. Tutti questi motivi li puoi approfondire, se non li avevi letti, nella nostra analisi al collocamento del precedente BTp Italia. Ma a tutto questo si aggiunge un nuovo elemento di cui tenere conto: la disinflazione.
UN PROBLEMA IN PIÙ: LA DISINFLAZIONE
Partiamo da quanto dice, espressamente, il BTp Italia: “In caso di inflazione nei semestri successivi, la rivalutazione del capitale avverrà solo qualora l’indice torni a superare il livello massimo raggiunto nei semestri precedenti”.
Cosa significa? Significa che, anche in un contesto di inflazione, con prezzi che crescono ad un tasso annuo positivo, non è detto che tutte le cedole che staccherà un BTp Italia saranno sempre rivalutate, cioè che oltre al tasso minimo garantito si avrà anche la parte legata all’inflazione. È un rischio da tenere conto quando si investe in BTp Italia in generale, e soprattutto ora che può verificarsi una situazione di disinflazione – vedi riquadro. Lo diciamo così: tu puoi vedere scritto che l'inflazione annua è del 5%, per esempio, ma è scesa dal 10%. Ora, se l'inflazione è rallentata dal 10% al 5% ma rimanendo con un tasso di crescita nel semestre positivo, allora tu avrai una cedola rivalutata. Se c'è stata deflazione nel semestre, ma a livello annuale il dato è ancora positivo, tu non l'avrai. E se poi dopo che l'indice è sceso e c'è un semestre con una variazione positiva, ma che non riporta l'indice sopra i livelli massimi, non avrai la cedola rivalutata.
DISINFLAZIONE: COS’È?
Per disinflazione si intende la diminuzione dell'inflazione a seguito di un decremento del tasso di crescita del carovita. Usando come esempio le stime che trovi nella tabella poco sotto, dall’8,7% del 2022 Banca d’Italia si attende un’inflazione al 6,5%: la disinflazione è del 2,2%. Per il 2024 si attende un’inflazione al 2%, dal 6,5%: la disinflazione è quindi del 4,5%. Si tratta dunque di un fenomeno diverso da quello della deflazione, che si verifica quando, invece, la variazione dei prezzi è negativa.
Questo dipende da come è calcolata la cedola del BTp Italia, calcolo che determina non solo l'ammontare, ma prima di tutto se la cedola deve essere o meno rivalutata per l’inflazione. Non stiamo ovviamente dicendo che questo succederà sicuramente per la prima cedola del Btp Italia che sarà staccata a settembre oppure per tutte le altre. Stiamo dicendo che in un contesto di disinflazione può verificarsi che in un semestre l’andamento dell’inflazione potrebbe essere tale che non si verificheranno le condizioni per la rivalutazione della cedola. In un contesto di inflazione crescente, come quello che abbiamo avuto nel 2022, per esempio, questo problema non c’era. Ora, invece, è un evento possibile. Non è pura teoria: come vedi dalla tabella qui sotto, già in passato è capitato, diverse volte, che a fronte di un’inflazione annua positiva, l’indice FOI, quello su cui si calcola la rivalutazione della cedola, è risultato in calo in un semestre.
INDICE FOI E INFLAZIONE ANNUA |
||||||||||||||
MESI |
FOI |
INFL. |
MESI |
FOI |
INFL. |
MESI |
FOI |
INFL. |
MESI |
FOI |
INFL. |
MESI |
FOI |
INFL. |
ago-13 |
107,60 |
1,1% |
ago-18 |
102,9 |
1,5% |
mag-14 |
107,3 |
0,4% |
mag-17 |
101,1 |
1,4% |
giu-19 |
102,7 |
0,5% |
set-13 |
107,20 |
0,8% |
set-18 |
102,4 |
1,3% |
giu-14 |
107,4 |
0,3% |
giu-17 |
101 |
1,1% |
lug-19 |
102,7 |
0,2% |
ott-13 |
107,10 |
0,7% |
ott-18 |
102,4 |
1,5% |
lug-14 |
107,3 |
0,1% |
lug-17 |
101 |
1,0% |
ago-19 |
103,2 |
0,3% |
nov-13 |
106,80 |
0,6% |
nov-18 |
102,2 |
1,4% |
ago-14 |
107,5 |
-0,1% |
ago-17 |
101,4 |
1,2% |
set-19 |
102,5 |
0,1% |
dic-13 |
107,10 |
0,6% |
dic-18 |
102,1 |
1,0% |
set-14 |
107,1 |
-0,1% |
set-17 |
101,1 |
1,1% |
ott-19 |
102,4 |
0,0% |
gen-14 |
107,30 |
0,6% |
gen-19 |
102,2 |
0,7% |
ott-14 |
107,2 |
0,1% |
ott-17 |
100,9 |
0,9% |
nov-19 |
102,3 |
0,1% |
feb-14 |
107,20 |
0,5% |
feb-19 |
102,3 |
0,8% |
nov-14 |
107 |
0,2% |
nov-17 |
100,8 |
0,8% |
dic-19 |
102,5 |
0,4% |
INFL. Tasso di crescita annuo dell’inflazione |
Non solo. Le stime parlano per un rallentamento dell’inflazione. Su questo c’è unanimità tra le fonti – vedi tabella quei sotto, per esempio. E non si tratta solo di stime. I dati che stanno arrivando in questi giorni confermano che in Italia l’inflazione sta rallentando (in soli due mesi siamo passati da un 11,6% annuo al 9,2%). Tutto dipenderà dalla velocità con cui avverrà il calo dell’inflazione, ma il rischio di “perdere” qualche rivalutazione c’è, è reale.
LE STIME SULL’INFLAZIONE ITALIANA |
||
2023 |
2024 |
|
Banca d'Italia |
6,50% |
2% |
Commissione EU |
6,10% |
2,60% |
OCSE |
6,50% |
3% |
FMI |
5,20% |
1,70% |
La presente incertezza è quindi una fonte di rischio, che è quello che potresti perdere la rivalutazione di una o più cedole. Perdere la rivalutazione di una cedola semestrale vuol dire vedere ridursi il rendimento ottenuto dall’investimento nel BTp Italia. Con un BTp a tasso fisso portato a scadenza il rendimento è comunque certo e come abbiamo visto e già detto più volte, più lungo è l'orizzonte temporale dell'investimento, cioè la durata del BTp Italia, tanto più il rendimento del BTp tradizionale e quello del BTp Italia tendono a convergere. Se a questo aggiungiamo la possibilità di una non rivalutazione della cedola, aumenta, e di molto, la possibilità che i rendimenti dei due tipi di BTp siano effettivamente ancor più allineati. Già questo è un motivo per non sottoscrivere questo BTp Italia, al quale vanno poi aggiunte le altre motivazioni di cui già ti abbiamo parlato poco sopra: rischio tassi – durata troppo lunga al momento, ottica di portafoglio che già provvede a coprirti dall’inflazione.
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