Mercato sottile

Che cos’è il mercato sottile?

Con l’espressione mercato sottile si fa riferimento a una situazione in cui gli scambi sono poco frequenti o caratterizzati da volumi ridotti. In altre parole, si tratta di mercati o strumenti dove la quantità di contrattazioni è limitata rispetto ad altri più liquidi.

La liquidità è infatti la caratteristica che misura la facilità con cui un titolo può essere comprato o venduto senza causare variazioni significative del prezzo. Un mercato liquido consente a molti operatori di scambiare grandi quantità di strumenti in tempi rapidi e con costi contenuti. Al contrario, in un mercato sottile, la scarsità di scambi fa sì che anche operazioni di modesta entità possano avere un impatto notevole sulle quotazioni.

Esempi tipici di mercati sottili possono essere quelli legati a titoli di piccole imprese non molto seguite dagli investitori, oppure a obbligazioni emesse in quantitativi ridotti. Allo stesso modo, esistono interi segmenti di mercato — come alcuni mercati emergenti o settori molto specifici — che possono risultare sottili rispetto ai grandi listini internazionali.

I titoli sottili

Quando il concetto di “sottigliezza” riguarda singoli strumenti finanziari, si parla di titoli sottili. Si tratta di azioni, obbligazioni o altri strumenti caratterizzati da scambi ridotti e da un numero limitato di operatori interessati.

Un titolo sottile può essere, ad esempio, l’azione di una società di piccole dimensioni quotata su un mercato secondario, poco seguita dagli analisti e con un flottante ridotto, cioè con un numero limitato di azioni effettivamente disponibili sul mercato. Anche alcune obbligazioni societarie emesse in quantità contenute rientrano in questa categoria.

Cosa comporta un mercato sottile

Un mercato sottile non è solo un concetto tecnico, ma una condizione che ha conseguenze pratiche per chi decide di investire. Sapere quali possono essere queste implicazioni è utile per capire meglio come funzionano i prezzi e perché, in certi casi, comprare o vendere uno strumento può essere meno immediato o più costoso.

Ecco i principali aspetti da considerare:

- Maggiore volatilità dei prezzi: nei mercati sottili i prezzi tendono a muoversi in modo più marcato e irregolare rispetto a mercati molto frequentati e liquidi. Questo accade perché ci sono meno scambi e quindi anche un ordine di acquisto o vendita non troppo grande può influenzare in maniera evidente il prezzo. In altre parole, se ci sono pochi operatori pronti a comprare o vendere, anche una piccola variazione nella domanda o nell’offerta può far salire o scendere rapidamente le quotazioni.

- Differenza più ampia tra prezzo di acquisto e di vendita: in un mercato liquido la distanza tra quanto gli acquirenti sono disposti a pagare (denaro) e quanto i venditori chiedono (lettera) è spesso ridotta, perché molti ordini in concorrenza tendono ad allinearsi. Nei mercati sottili, invece, questa differenza – chiamata spread – è più larga. Ciò significa che, per un investitore, può essere necessario pagare un po’ di più per comprare o accettare un prezzo più basso per vendere. È come se ci fosse un costo nascosto legato proprio alla scarsità di scambi.

- Difficoltà a concludere le operazioni: nei mercati sottili può essere meno semplice comprare o vendere quando lo si desidera. A volte occorre aspettare più tempo per trovare una controparte, cioè qualcuno disposto a fare l’operazione dalla parte opposta. In alternativa, chi vuole chiudere subito la transazione potrebbe essere costretto ad accettare condizioni meno favorevoli. Questo non significa che non sia possibile investire, ma che i tempi e i prezzi possono risultare meno prevedibili.

- Minore quantità di informazioni disponibili: spesso i titoli sottili non ricevono la stessa attenzione dei titoli più noti e scambiati. Ciò vuol dire che potrebbero esserci meno analisi, meno notizie e meno dati aggiornati a disposizione del pubblico rendendone più difficile la valutazione. A differenza delle grandi società quotate, seguite quotidianamente da giornali e analisti, i titoli sottili vivono in una sorta di “zona meno illuminata” del mercato.