La strategia di un lavoratore dipendente

Pensione
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Se sei un dipendente la scelta per i tuoi investimenti previdenziali ricade sul fondo pensione di categoria oppure sul fondo aperto ad adesione collettiva con cui la tua azienda ha stipulato un accordo.. La strategia da seguire è sempre quella di scegliere il comparto in base agli anni che ti mancano alla pensione e questo allineamento tra gli anni che ti dividono dal ritiro e il comparto a cui destinare i risparmi va fatto di continuo durante la vita lavorativa. Ad esempio, lavori nel terziario e ti mancano tra i 15 e i 20 anni alla pensione? Il tuo fondo chiuso è FonTE e il comparto corretto per te è Dinamico, che è un bilanciato azionario. Fatto ciò, controlla il voto: per FonTE Dinamico è 6,9, per cui dedicagli tutto il tuo risparmio pensionistico. Sei a posto per i prossimi 5 anni. Passato questo lasso di tempo, siccome ti mancano 10-15 di anni prima della pensione, devi spostarti su un comparto bilanciato. Sempre nell’esempio di prima, FonTE ha Crescita che è un bilanciato e ottiene come voto 7,5. Non devi fare altro che spostare tutto quello che hai in Crescita e destinare a Crescita anche i nuovi versamenti. Questo ragionamento va ripetuto ogni volta che devi cambiare comparto perché si riducono gli anni che ti separano dalla pensione.
Le sottoscrizioni dei comparti dei fondi aperti ma ad adesione collettiva possono avvenire solo c’è un accordo tra un’azienda – che lo sigla a favore dei suoi dipendenti – e il fondo stesso. Nella pratica, dunque, i comparti ad adesione collettiva sono delle alternative a un fondo pensione chiuso, visto che nel fondo ad adesione collettiva aderisci con il Tfr. Le regole da seguire, dunque, sono quelle che ti indichiamo per i fondi chiusi.
E se manca il comparto?
Può capitare però che manchi il comparto giusto per te. Rimaniamo con il nostro esempio su FonTE, che non ha un comparto azionario: cosa fare allora se ti mancano più di 20 anni alla pensione? La scelta deve ricadere sul comparto con la politica di gestione più vicina possibile, cioè il bilanciato azionario. FonTe, come detto, un bilanciato azionario ce l’ha, Dinamico, la cui politica di gestione ha anche un voto più che sufficiente (6,9). Dunque, visto che dovrai poi spostarti su questo comparto quando ti mancheranno tra i 15 e i 20 anni, e visto che è ben gestito, dedica direttamente tutto il tuo risparmio pensionistico a Dinamico. Avrai un’esposizione all’azionario inferiore rispetto a quella ottimale, vero, ma semplifica di molto la vita rispetto all’aprire contestualmente un fondo aperto azionario. Quest’ultima operazione significa infatti duplicare i versamenti da fare, dover gestire negli anni la posizione anche in questo fondo aperto – per esempio effettuare la procedura di trasferimento - oltre alla possibilità di dover pagare costi aggiuntivi (come l’apertura di un conto corrente, sostenere costi di trasferimento se previsti dal fondo). L’altro vantaggio è quello che quando ti mancheranno tra i 15 e i 20 anni alla pensione tu non dovrai fare nulla, perché stai già aderendo al comparto giusto per te.
Quanto mettere nel fondo?
Con due nostri calcolatori puoi avere una stima di quando e con quanto andrai in pensione (www.altroconsumo.it/soldi/lavoro-pensione/calcola-risparmia/calcolarepensioni) e quanto devi risparmiare da subito per avere una vecchiaia tranquilla (www.altroconsumo.it/investi/calcolatori/vecchiaia-dignitosa#). Come utilizzare quelle informazioni nella pratica? Vediamolo con un esempio. Hai uno stipendio di 35.000 euro lordi annui e il nostro calcolatore ti ha detto che devi risparmiare ogni mese 300 euro. Bene: con l’adesione al tuo fondo chiuso versi 186 euro con il Tfr (è il 6,91%), poi ce ne metti in media 27 (è l’1% - il valore preciso varia a seconda dei contratti collettivi di riferimento) come contributo volontario e l’azienda te ne mette in media altri 27 (è l’1%). Totale 240 euro. Devi quindi aggiungerne altri 60 per trovarti quel tesoretto che alla fine ti consentirà di avere una vecchiaia tranquilla.
E quando mancano tre anni?
Tutti i ragionamenti appena visti vanno ripetuti fino a quando ti mancano tre anni alla pensione. In quel caso devi scegliere un comparto monetario: se il tuo fondo pensione non ce l’ha, ripiega sul garantito, tutti ne hanno uno (a volte il comparto garantito è anche un monetario, a volte no). Al momento della pensione, ciò che determinerà l’ammontare della tua pensione complementare, oltre a quanto accantonato negli anni precedenti, sono le rendite che il fondo ti paga, cioè quanti euro ti darà ogni 1.000 euro accumulati. Visto il ruolo preponderante delle rendite nella determinazione della tua pensione, indipendentemente dal voto ottenuto dal comparto monetario o garantito del tuo fondo, fai così: confronta le rendite pagate dal tuo fondo pensione chiuso con quelle del miglior fondo aperto monetario, cioè Teseo Linea garantita etica. Se sono più alte quelle del tuo fondo chiuso, sposta tutto quanto accumulato in precedenza nel comparto monetario, o garantito, di quest’ultimo e sei a posto. Se invece sono più alte quelle di Teseo, allora sposta in quest’ultimo tutto quanto accumulato nel tuo fondo pensione chiuso in passato. Solo i nuovi versamenti rimarranno nel fondo chiuso. Al momento della pensione, potrai portarti a casa il poco rimasto nel fondo chiuso, mentre la rendita te la pagherà Teseo, ma dandoti più euro per ogni 1.000 accumulati nel fondo, tu avrai una pensione integrativa più alta.
L’eccezione alla regola
A questa regola, però c’è un’eccezione. Se il comparto con la politica di gestione più vicina possibile ha un voto insufficiente o se è il comparto con la corretta politica di gestione ad avere un voto sotto al 6 oppure non ce l’ha, perché ha meno di 10 anni di vita, allora sei costretto a sottoscrivere un fondo aperto. Perché? Perché aderire con tutto il tuo risparmio pensionistico a un comparto che non è allineato al tuo profilo temporale già di suo può comportare rendimenti più bassi; se in più la gestione di questo fondo non è sufficiente, rischia di deprimere ancora di più il rendimento che potresti ottenere dall’adesione al fondo. In questo caso, dunque, versa il minimo definito dai contratti collettivi al comparto del tuo fondo pensione chiuso, e poi sottoscrivi il fondo pensione aperto migliore per quella categoria. Ovviamente, quando sarà il momento di cambiare comparto, dovrai spostare anche quanto accumulato nel fondo aperto.
L’alternativa che semplifica la vita
C’è anche un’altra possibilità per gestire in modo ancora più semplice i tuoi versamenti nel fondo pensione. Diversi fondi chiusi offrono il cosiddetto life-cycle, cioè ci pensano loro ad allocare i tuoi risparmi nei vari comparti a seconda degli anni che ti mancano alla pensione. A volte, per creare il comparto adatto, ripartiscono loro la tua posizione su due o più comparti, in modo che i tuoi investimenti siano adatti al tuo orizzonte temporale. Di fatto, se aderisci al fondo chiuso e attivi l’opzione life-cycle, non devi praticamente fare più nulla. Infatti, il tuo Tfr va direttamente nel fondo e il tuo contributo viene trattenuto direttamente in busta paga. Non solo, il risparmio fiscale che hai sul tuo contributo, è già applicato in busta paga: in sintesi, se tu versi 30 euro al mese e la tua aliquota marginale è quella del 43%, il tuto risparmio è di 12,9 euro. Bene, il tuo stipendio netto in busta paga non sarà inferiore di 30 euro, ma di 17,1 euro. Quindi non devi preoccuparti neanche della dichiarazione dei redditi. Inoltre, quando sarà il momento di cambiare il comparto adatto, tu non devi ricordarti di farlo, ci pensa a farlo il fondo. Insomma, a costi contenuti tu hai un servizio completo per i tuoi investimenti pensionistici. Se non sei uno che vuol gestire i tuoi investimenti direttamente, cercando di ottenere sempre il massimo possibile, allora questo servizio è un’ottima soluzione. Prendilo però in considerazione solo se il tuo fondo di offre almeno quattro linee di investimento temporali. Perché almeno 4? Perché sono già una buona copertura di tutto l’orizzonte temporale di investimento. Non è ottimale, noi infatti ne abbiamo previste 6, ma è un’approssimazione accettabile, alla luce anche di quanto ti si semplifica l’investimento. L’altro aspetto da controllare è la qualità della gestione dei comparti. Se sono sufficienti, allora puoi affidargli tutto il tuo risparmio pensionistico. In caso contrario, meglio procedere con la strategia fai da te vista in precedenza.
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