Cosa aspettarci dal sistema pensionistico italiano?

I trend pensionistici in Italia
I trend pensionistici in Italia
Il Ministero dell’economia e delle finanze pubblica ogni anno, attraverso il Dipartimento della Ragioneria dello Stato, “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario”, un documento che riporta le previsioni sul sistema pensionistico e socio-sanitario per il nostro Paese. Le informazioni che possono essere ricavate da questo documento sono molte e oggi ci focalizziamo su alcuni dati molto importanti, che certificano quello che ripetiamo da molto tempo: le pensioni che saranno percepite in futuro saranno più basse di quelle attuali e questo nonostante sarà richiesto di lavorare per più anni. Infatti, per poter mantenere un livello di reddito da pensione pressoché allineato o solo leggermente più basso di quello percepito da chi sta andando in pensione in questi anni, i lavoratori italiani dovranno lavorare più a lungo. In caso contrario, a parità di anni lavorati, la pensione sarà più bassa rispetto all’ultimo stipendio percepito, decretando una forte perdita di potere d’acquisto. Come mai questo scenario? Il problema è la necessità di tenere sotto controllo la spesa pensionistica, necessaria per tenere a sua volta sotto controllo i nostri conti pubblici, facendo fronte alla sfida dell’invecchiamento della popolazione italiana e della sempre maggiore quota di pensionati rispetto ai lavoratori.
E partiamo proprio da quest’ultimo aspetto. Come puoi vedere nella tabella qui sotto, tutte le stime – vedi riquadro per approfondire – confermano che l’indice di dipendenza degli anziani (cioè la quota di popolazione di età sopra i 64 anni rispetto alla popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni) salirà progressivamente, e molto velocemente, da qui al 2040, fino ad attestarsi poi attorno al 60%. Significa che ci saranno più persone che percepiscono una pensione, più persone a cui la pensione andrà pagata di quante ne lavorano e che versano i contributi. Il risultato di questa esplosione nei prossimi 15 anni del numero di pensioni rispetto a chi lavora giustifica le previsioni sulla spesa pensionistica in rapporto al Pil, che crescerà fino al 2040, per poi iniziare una lenta discesa che comunque non la riporterà ai livelli del 2020, ma vi rimarrà poco sopra – vedi tabella.
IL QUADRO DEL SISTEMA PENSIONISTICO FUTURO |
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SCENARIO NAZIONALE DI BASE |
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2010 |
2020 |
2030 |
2040 |
2050 |
2060 |
2070 |
Indice di dipendenza degli anziani (%) |
31,1 |
36,4 |
43,8 |
56,3 |
61,3 |
59,9 |
60,6 |
Spesa per pensioni (in rapporto al Pil) (%) |
14,7 |
16,9 |
16,6 |
17,2 |
15,5 |
13,7 |
13,7 |
SCENARIO EPC- WGA BASELINE |
|||||||
Indice di dipendenza degli anziani (%) |
31,1 |
36,4 |
43,8 |
56,3 |
61,3 |
59,9 |
60,6 |
Spesa per pensioni (in rapporto al Pil) (%) |
14,7 |
16,9 |
16,6 |
17,2 |
15,5 |
13,7 |
13,7 |
Affinché i conti dello Stato e il bilancio pensionistico rimangano in equilibrio, sono necessari interventi, che sono quelli di allungare i requisiti di accesso alla pensione – allungare gli anni necessari per potere andare in pensione – e rivedere i coefficienti di trasformazione. Questi due interventi sono necessari e spiegano l’andamento della spesa per le pensioni future. Ovviamente, l’effetto di questi interventi è più lento e impiega più tempo a mostrarsi rispetto all’aumento della spesa per le pensioni che devono essere pagate e questo spiega il veloce aumento della spesa per le pensioni e poi un calo più lento.
L’intervento su età e coefficienti di trasformazione genererà come risultato un abbassamento per i prossimi anni del tasso di sostituzione, cioè del rapporto tra la pensione percepita e l’ultimo stipendio. Con il tempo, l’effetto di lavorare di più, versare per più anni contributi andrà a colmare in parte questa discesa, anche se alla fine il tasso di sostituzione rimarrà comunque più basso di quello del 2020. Ovviamente, come vedi in tabella, tenendo ferma l’anzianità contributiva, il tasso di sostituzione è molto più basso rispetto al caso in cui è parametrata all’età. Detta in altri termini: andare in pensione prima, costa caro, mentre se si aspetta il requisito necessario per legge per andarci, che aumenterà con il tempo, si avrà comunque un trattamento pensionistico peggiore rispetto a quello di chi è in pensione oggi. La soluzione c’è a questo problema, comunque, ma bisogna mettersi in pista fin da subito e il prima possibile: sono i fondi pensione.
I TASSI DI SOSTITUZIONE NETTI |
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2010 |
2020 |
2030 |
2040 |
2050 |
2060 |
2070 |
Ipotesi base |
Anzianità contributiva pari a 38 anni |
||||||
Dipendente privato |
82,7 |
81,7 |
76,9 |
68,3 |
67,9 |
67,7 |
67,5 |
(età/anz.) |
(65+4m/38) |
(67) |
(67+1m) |
(65+1m) |
(65+11m) |
(66+8m) |
(67+2m) |
Lavoratore autonomo |
93,0 |
77,2 |
68,4 |
66,3 |
68,2 |
68,5 |
68,4 |
(età/anz.) |
(65+7m/38) |
(67) |
(67+1m) |
(68+1m) |
(68+11m) |
(69+8m) |
(70+2m) |
Vecchiaia (5) |
Anzianità contributiva parametrata all'età |
||||||
Dipendente privato |
77,7 |
79,7 |
75,1 |
74,4 |
75,3 |
76,4 |
77,0 |
(età/anz.) |
(65+4m/ |
(67/37) |
(67+1m/ |
(68+1m/ |
(68+11m/ |
(69+8m/ |
(70+2m/ |
Lavoratore autonomo |
88,0 |
74,9 |
66,4 |
66,4 |
69,3 |
70,8 |
71,3 |
(età/anz.) |
(65+7m/ |
(67/37) |
(67+1m/ |
(68+1m/ |
(68+11m/ |
(69+8m/ |
(70+2m/ |
SU COSA SI BASANO LE STIME?
Lo scenario “nazionale base” recepisce il quadro macroeconomico di breve periodo della NADEF. Lo scenario EPC-WGA ipotizza, a partire dall’ultimo anno di previsione, la convergenza nel medio/lungo termine verso i principali parametri sottostanti al nuovo scenario macroeconomico e demografico di riferimento del Rapporto sull’Invecchiamento 2024 (Ageing Report 2024). Tale quadro demo/macroeconomico è stato approvato a livello europeo nel mese di luglio 2023 ed è utilizzato per le proiezioni di medio-lungo periodo delle spese legate all’invecchiamento che verranno pubblicate dalla Commissione nella primavera del 2024
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