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Data di pubblicazione 29 giugno 2020
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Capita che ci sia una fintech in Germania che ha rivelato un buco di bilancio da due miliardi di euro… 

Le fintech, per intenderci, sono quelle società che sfruttano le nuove tecnologie per offrire servizi finanziari. Bene, questa fintech si chiama Wirecard e intorno a metà giugno in Borsa valeva 100 euro ad azione e dopo pochi giorni ne valeva meno di due. Gli investitori avevano in mano circa 12 miliardi di euro e ora hanno poche centinaia di milioni. Senza contare il bond da 500 milioni di euro che ora sul mercato ne vale circa un quinto. In Germania ora si indaga, ma la Consob tedesca pare che abbia detto “sì, avremmo potuto fare di meglio e vigilare di più”. Insomma, mi crolla un mito, se i tedeschi che sono così perfettini da far sempre sfigurare tutti gli altri si lasciano sfuggire una roba simile, chissà cosa non sappiamo. Di per sé dello scandalo Wirecard potrebbe anche importarmi poco. A meno che tu non abbia in mano una carta di credito prepagata SisalPay che si appoggiava a questa società e di cui ci occupiamo comunque su Altroconsumo, resta un problema abbastanza lontano da tutti voi. Però io comunque a te, una banca tedesca l’ho consigliata. Certo è una banca, così a vigilarci c’è anche la Bundesbank, ma un po’ di ansia ce l’ho. Sto parlando di N26, quel conto che potevi aprire comodamente da casa via smartphone se volevi mettere i tuoi soldi al sicuro all’estero. Confidavo nel fatto che tutto ciò che è tedesco è sinonimo di qualità, serietà, affidabilità, forza… Per farla breve dopo il caso Wirecard ho deciso di scrivere a quelli di N26. Mi girate un bilancio? Giusto per dormire tranquillo. Così vedo la vostra affidabilità e siamo tutti a posto. La risposta è stata: non siamo una società quotata, quindi non siamo tenuti a farlo. Insomma, trattano il loro bilancio alla stregua di un segreto industriale, manco fosse la ricetta della Coca Cola. E qui, ben capirai, mi sono cadute le braccia. A questo punto ti chiedo: secondo te i miei sono scrupoli eccessivi? Dovrei dire che comunque è tutto a posto perché non sono obbligati? Sai che ti dico: dammi una mano, prova tu, se sei un cliente, a chiedergli il bilancio, o almeno questi due indicatori: Common Tier Equity 1 (detto CeT1) e Total capital ratio (si scrivono proprio così) e se ti mandano i dati, girameli. Scrivimi a direttore@altroconsumo.it e dimmi che ne pensi di questa faccenda. Tu ti fideresti?

Vincenzo Somma

Direttore Responsabile Altroconsumo Finanza