Ottobre 2025 inizia con una serie di sviluppi che confermano come il settore nucleare stia attraversando una fase di rinnovato dinamismo. Dalla revisione al rialzo delle stime produttive di Électricité de France, all’espansione degli impianti di arricchimento dell’uranio negli Stati Uniti, fino alle nuove aperture in India e alla cooperazione tra Slovacchia e Washington, il mese ha offerto segnali chiari di un ritorno strategico dell’atomo come leva di sicurezza energetica, decarbonizzazione e investimento industriale.
EDF rialza le previsioni: il nucleare francese riprende slancio
Uno dei fatti più rilevanti del mese è stato l’annuncio di Électricité de France, che ha rivisto al rialzo le proprie stime di produzione nucleare per il 2025. L’utility prevede ora un output compreso tra 365 e 375 TWh, circa il 5 % in più rispetto alle stime precedenti. L’aumento deriva da un miglior coordinamento nei programmi di manutenzione e da un miglioramento dell’affidabilità dei reattori francesi, dopo un periodo difficile segnato da guasti e ispezioni straordinarie.
Questo aggiornamento, diffuso il 13 ottobre da Reuters, non è soltanto una buona notizia per Électricité de France e per i mercati energetici europei: rappresenta anche un segnale di stabilità per gli investitori. In un contesto di volatilità dei prezzi dell’elettricità e di forte attenzione alla sicurezza energetica, il nucleare torna a essere percepito come un asset affidabile, in grado di garantire rendimenti costanti e difensivi nel medio-lungo periodo.
Il caso francese evidenzia come il mix energetico del futuro, almeno in Europa, non possa prescindere dall’atomo. Le recenti politiche della Commissione Europea, che hanno incluso il nucleare nella tassonomia verde, ne consolidano ulteriormente la legittimità finanziaria.
Gli Stati Uniti rilanciano la filiera dell’uranio
Mentre in Europa il dibattito si concentra sulla manutenzione e sul prolungamento della vita operativa dei reattori esistenti, negli Stati Uniti l’attenzione è rivolta alla catena di approvvigionamento del combustibile nucleare.
A settembre, Urenco USA, l’unico fornitore nazionale di uranio a basso arricchimento, ha annunciato un piano di espansione del proprio impianto di Eunice, nel New Mexico, con un incremento di capacità del 15 % entro il 2027. L’operazione aggiungerà circa 700 000 unità di lavoro separativo all’anno, consolidando la posizione del Paese in un segmento strategico dominato da Russia e Kazakistan.
Per gli investitori, la mossa di Urenco è significativa per due motivi. Primo, perché indica la volontà di ricostruire una filiera domestica dell’uranio, considerata vitale per la sicurezza nazionale e per i programmi di Small Modular Reactors. Secondo, perché prefigura la possibilità di nuovi incentivi federali per il settore dell’arricchimento e del ciclo del combustibile.
India apre agli investitori stranieri e accelera i progetti
Sul fronte asiatico, l’India si distingue come il Paese più attivo di ottobre. Un comitato governativo ha proposto di snellire le procedure di approvazione per i nuovi impianti nucleari, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di combustibile e, soprattutto, consentire fino al 49 % di partecipazione estera diretta nelle società del settore.
L’obiettivo è raggiungere 100 GW di capacità nucleare installata entro il 2040, rispetto agli attuali 7 GW. Una sfida che richiederà ingenti capitali, partnership internazionali e innovazione tecnologica.
Per il mondo finanziario globale, la notizia apre prospettive interessanti: le grandi utility e i fondi infrastrutturali potrebbero trovare nell’India un mercato emergente ad alto potenziale, con margini di crescita enormi e un contesto politico favorevole alla diversificazione energetica.
Slovacchia e Stati Uniti: un nuovo reattore da 1 000 MW
Nel cuore dell’Europa, la Slovacchia ha firmato un accordo con gli Stati Uniti per la costruzione di un nuovo reattore nucleare da oltre 1 000 MW nella centrale di Jaslovské Bohunice. Il progetto, annunciato ufficialmente il 10 ottobre dall’agenzia AP News, sarà finanziato dallo Stato slovacco e mira a ridurre la dipendenza energetica del Paese dalle importazioni.
L’intesa ha anche un valore geopolitico: rafforza la presenza americana nel mercato energetico dell’Europa centrale, in un momento in cui molti paesi della regione — tra cui Polonia, Repubblica Ceca e Romania — stanno riscoprendo il nucleare come pilastro della sicurezza nazionale.
L’impatto per gli investitori è duplice: da un lato, conferma l’impegno politico verso l’atomo; dall’altro, suggerisce nuove opportunità di business per le società coinvolte nella progettazione, costruzione e manutenzione di impianti nucleari.
Gli ostacoli non mancano: il caso Holtec e la sfida dello stoccaggio
Non tutte le notizie di ottobre sono state positive. La società americana Holtec International ha annunciato la cancellazione del suo progetto per un impianto di stoccaggio temporaneo di scorie nucleari nel New Mexico, a causa della forte opposizione politica e legislativa locale.
Il caso evidenzia una delle fragilità strutturali del settore: la gestione dei rifiuti radioattivi rimane un tema irrisolto e fonte di controversie, con conseguenze dirette sulla sostenibilità a lungo termine dei programmi nucleari.
Per gli investitori, ciò significa che il rischio regolatorio e reputazionale resta elevato, soprattutto nei mercati più sensibili all’opinione pubblica.
Tra entusiasmo e cautela: il bilancio di ottobre
Nel complesso, ottobre 2025 ha consolidato la percezione che il nucleare sia tornato al centro delle strategie energetiche mondiali. I governi lo considerano una componente essenziale della transizione verde; le imprese vedono nuove opportunità nella filiera tecnologica e nel ciclo del combustibile; i mercati finanziari cominciano a riscoprirne l’attrattiva come asset infrastrutturale a rendimento stabile.
Tuttavia, i rischi rimangono: regolatori, sociali e di costo. La storia del nucleare insegna che entusiasmo e prudenza devono procedere di pari passo.
Per gli investitori, il messaggio chiave del mese è chiaro: il tempo dell’attesa sembra finito. Il nucleare, dopo anni di letargo politico e finanziario, sta tornando ad essere una scommessa concreta per il futuro energetico globale — ma solo per chi saprà gestirne la complessità.
Per puntare sul settore diversificando ti confermiamo il consiglio su VanEck Uranium and Nuclear Technologies (57,3 euro al 13/10, era 42,325 euro al 27/8; Isin IE000M7V94E1, qui il link al prodotto). Attenzione: è salito moltissimo negli ultimi mesi, con un valore più che raddoppiato da aprile. Chi lo ha già dovrebbe essere già abbondantemente esposto sul settore. Chi acquista solo ora non si aspetti un boom analogo, anzi deve tenere conto che va comprato in un’ottica di lungo periodo, coerentemente con la tempistica lunga di ogni progetto nel campo dell’energia nucleare.
BWX Technologies: il colosso americano che alimenta la rinascita nucleare
Veniamo ora a un titolo su cui abbiamo scommesso qualche settimana fa, BWX Technologies (197,37 dollari Usa al 13/10; era 165,6 dollari al 27/8; Isin US05605H1005), un produttore specializzato di componenti e tecnologie nucleari e un fornitore di servizi, comprese lavorazioni di materiali nucleari speciali e bonifiche ambientali. Settembre 2025 è stato un mese cruciale per questa società statunitense. In poche settimane ha consolidato la propria posizione al centro dell’ecosistema nucleare americano, ottenendo contratti per oltre 3 miliardi di dollari con la National Nuclear Security Administration del Dipartimento dell’Energia.
Il primo, annunciato il 16 settembre, riguarda il programma Defense Fuels, del valore di 1,5 miliardi dollari Usa, volto a sviluppare capacità domestiche di arricchimento dell’uranio per usi strategici. Il progetto include la costruzione del centro sperimentale DUECE (Domestic Uranium Enrichment Centrifuge Experiment) nel Tennessee, tassello chiave per ridurre la dipendenza statunitense da fornitori esteri. A fine mese, BWXT ha poi firmato un contratto decennale da 1,6 miliardi dollari Usa per la produzione di High Purity Depleted Uranium destinato a missioni di difesa e sicurezza nazionale.
Parallelamente, l’azienda ha siglato una partnership con Kairos Power per sviluppare combustibili nucleari di nuova generazione, in particolare il TRISO, pensato per reattori modulari ad alta temperatura. Questa collaborazione inserisce BWXT nel cuore dell’innovazione nucleare, accanto a startup e istituti di ricerca che puntano su design più sicuri e scalabili.
Anche la divisione Kinectrics ha completato l’espansione delle proprie linee di produzione di isotopi medici, aumentando la capacità di separazione dell’isotopo Yb-176, fondamentale per produrre il lutezio-177, utilizzato in terapie oncologiche mirate. Con questa operazione, BWXT rafforza la propria presenza nel settore della medicina nucleare, un segmento in forte crescita e ad alta redditività.
Quando te ne avevamo parlato la volta scorsa secondo la comunità degli analisti dopo i 3,08 dollari di utile per azione del 2024, nel 2025 avrebbe chiuso con 3,75 dollari di utile che saliranno a 4,02 nel 2026 e a 4,48 nel 2027. Ora le stime sono lievemente mutate, ma non troppo: le attese ci dicono 3,74 dollari di utile 2025, 4,075 nel 2026 e 4,649 nel 2027. Pertanto con la crescita decisa dei prezzi i multipli sono saliti. Pensiamo che, nonostante il momentum positivo, ai prezzi attuali tu possa mantenere il titolo. Il consiglio passa da acquista a mantieni.