Oro alle stelle, gioielli in crisi

Gli alti prezzi dell'oro stanno frenando i volumi nella gioielleria.
Gli alti prezzi dell'oro stanno frenando i volumi nella gioielleria.
Negli ultimi mesi il prezzo dell’oro ha toccato nuovi record storici. Una buona notizia per chi investe in lingotti e monete, ma una sfida per l’industria della gioielleria. Infatti, quando l’oro si fa troppo caro, anelli e collane diventano meno accessibili: si riduce il peso dei gioielli acquistati, cresce il ricorso alle permute di vecchi monili e, in molti casi, i consumatori rinunciano del tutto all’acquisto.
Un settore che vale miliardi
Il mercato globale della gioielleria è enorme. Basti pensare che nel secondo trimestre 2025 i consumi hanno superato i 36 miliardi di dollari. Tuttavia, dietro a questa cifra si nasconde una realtà meno brillante: i volumi, cioè la quantità di oro trasformata in gioielli, sono scesi. In altre parole, i clienti spendono tanto quanto prima, ma portano a casa gioielli più leggeri o di caratura inferiore.
L’India: tradizione e resilienza
In India, l’oro non è solo ornamento, ma parte integrante della cultura, dai matrimoni alle festività come l’Akshaya Tritiya o il Diwali. Qui la domanda resiste, ma cambia forma. Di fronte ai prezzi record, i consumatori preferiscono gioielli più piccoli, spesso in oro 14 o 18 carati invece del tradizionale 22 carati. Si diffonde anche l’argento come alternativa più accessibile, mentre cresce l’uso delle permute: vecchi bracciali vengono riportati in negozio e trasformati in nuovi modelli. Nonostante il calo dei volumi, a ridosso delle feste le importazioni sono aumentate: segno che il legame tra oro e cultura rimane fortissimo.
La Cina: dall’ornamento all’investimento
Diverso lo scenario cinese. Qui la debolezza dei consumi interni e i prezzi elevati hanno spinto molti a rinunciare ai gioielli, considerati un bene “discrezionale”. Nel primo semestre 2025 le vendite di gioielleria in oro sono scese di oltre un quarto rispetto all’anno precedente. Ma non è oro che manca: è cambiata la destinazione. Sempre più famiglie comprano lingotti e monete, viste come protezione contro l’incertezza economica. Nei negozi di Shanghai il prezzo dell’oro fisico viene addirittura scontato rispetto alle quotazioni internazionali, segnale di una domanda di gioielli debole e di un mercato che privilegia l’oro da investimento.
Il futuro prossimo
Gli analisti concordano: finché l’oro resterà caro, la gioielleria soffrirà in termini di quantità. Le case di analisi prevedono che i consumatori continueranno a cercare soluzioni più leggere, creative e convenienti. In India la stagione dei matrimoni offrirà un po’ di respiro, mentre in Cina solo un calo dei prezzi o stimoli all’economia potrebbero riportare i clienti nelle gioiellerie.
Considerazioni generali sull’oro
Negli ultimi giorni di settembre 2025 l’oro ha toccato nuovi massimi storici, sospinto da una combinazione di fattori macroeconomici e finanziari che continuano a rafforzarne l’attrattiva. Gli analisti sono concordi nel ritenere che la fase rialzista non sia ancora esaurita, anche se non mancano voci più caute che mettono in guardia da possibili correzioni. Le previsioni più recenti indicano che entro la fine dell’anno il metallo prezioso potrebbe stabilizzarsi in area 3.800 dollari l’oncia, con un potenziale di crescita verso i 4.000 se le condizioni globali restassero favorevoli. Banche come J.P. Morgan vedono una media di poco meno di 3.700 dollari nell’ultimo trimestre 2025 e puntano a un superamento della soglia simbolica dei 4.000 nella prima metà del 2026. Altri osservatori, come Lombard Odier, spingono ancora oltre, con target a 3.900 nel giro di dodici mesi, mentre alcune case di ricerca indipendenti arrivano a ipotizzare scenari fino a 4.200 o addirittura 4.800 dollari entro i prossimi due anni.
Dietro queste previsioni si intrecciano dinamiche diverse. Da un lato c’è la politica monetaria statunitense: i recenti tagli della Federal Reserve, seppur cauti, hanno rafforzato l’idea che i tassi d’interesse possano avviarsi a una fase discendente, migliorando così il costo opportunità di detenere oro, che non offre cedole ma offre una idea di protezione. Dall’altro pesa la debolezza del dollaro, che rende il metallo più conveniente per chi compra in altre valute. In parallelo, l’incertezza economica e politica globale alimenta la ricerca di beni rifugio, e l’oro rimane l’asset difensivo per eccellenza. Non a caso i flussi verso gli Etf legati al metallo sono cresciuti in modo costante.
Tuttavia, non mancano fattori di rischio. Alcuni analisti avvertono che, se la Federal Reserve dovesse sorprendere i mercati mantenendo i tassi alti più a lungo o se il dollaro dovesse rafforzarsi, il prezzo dell’oro potrebbe subire prese di profitto e momenti di consolidamento. Anche i dati macro, come l’inflazione core negli Stati Uniti, sono cruciali: valori più elevati del previsto potrebbero spingere la Fed a rallentare i tagli, indebolendo l’entusiasmo degli investitori.
In definitiva, lo scenario prevalente resta quello di un metallo prezioso destinato a muoversi vicino a livelli record per il resto del 2025, sostenuto dalla domanda di investimento e dalle incertezze globali. La traiettoria futura dipenderà soprattutto dall’equilibrio fra politiche monetarie, andamento del dollaro e percezione dei rischi macro e geopolitici.
Che fare?
Tu dovresti già avere una consistente dose di oro in portafoglio e il consiglio su Invesco physical gold (317,15 euro al 1/10; Isin IE00B579F325) resta mantieni (vedi qui per l'analisi precedente). Restiamo dell’idea che acquistare a questi livelli potrebbe dare adito a guadagni, ma i margini continuano a sembrarci relativamente più sottili che in passato. Guardiamo un attimo il grafico che trovate qui con l’oro espresso in dollari. Siamo davvero ai massimi. Poi guardiamolo in euro, anche qui siamo ai massimi, ma rispetto ai momenti migliori di maggio, per fare un esempio, siamo saliti di meno di un 10%. Una crescita forte, ma certamente meno impressionante rispetto ai titoloni che si vedono sui giornali. Senz’altro l’oro è un elemento interessante in un portafoglio e da qui il consiglio di mantenere. Tuttavia, per chi dovesse iniziare ora a crearsi una riserva d’oro il momento di entrata non sembra dei più opportuni se lo scopo è solo quello di ottenere forti guadagni: la frenata dell’oreficeria ci fa pensare che non tutti siano sempre disposti a comprare oro a qualunque prezzo. Il problema è capire fino a che punto si arriverà. Soprattutto se la domanda di oro dovesse diventare esclusivamente di tipo finanziario (cioè slegato agli usi industriali e dell’oreficeria) con un minore sostegno delle banche centrali.
Diverso è il discorso di chi cerca nell’oro diversificazione e sicurezza, ma al momento un conto deposito ci sembra un modo ancora più sicuro per ottenere tale scopo. Certo ci sono meno speranze di boom come ne ha offerti l’oro, ma c’è anche la sicurezza di non essere in balia della congiuntura.
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