Oro: record storici e futuro incerto

Il prezzo dell'oro è andato anche oltre i 3.700 dollari l'oncia.
L’oro continua a sorprendere e per la prima volta nella storia è arrivato a 3.700 dollari l’oncia, salvo poi ricalare. Che fare?
Il prezzo dell'oro è andato anche oltre i 3.700 dollari l'oncia.
L’oro continua a sorprendere e per la prima volta nella storia è arrivato a 3.700 dollari l’oncia, salvo poi ricalare. Che fare?
L’horo è arrivato a superare i 3.700 dollari l’oncia prima di ripiegare leggermente. È un record che non solo va oltre i massimi nominali, ma che, sottolineano alcuni osservatori, in termini di potere d’acquisto (cioè depurato dall’inflazione) supera anche i picchi del 1980 (erano i tempi subito dopo il secondo shock petrolifero e della rivoluzione iraniana) rimasti fino ad oggi ineguagliati. Durante il 2025 l’oro ha inanellato record uno dopo l’altro, segno che la corsa non è episodica, ma un trend strutturale. Tuttavia il discorso, come vedi dal grafico se clicchi qui sopra, vale per l’oro in dollari, mentre in euro, complice il calo del dollaro, se pure siamo anche qui ai massimi di sempre, la crescita da inizio anno appare meno tumultuosa (vedi qui).
A spiegare il rally ci sono motivi di breve periodo e cause più profonde. Sul fronte immediato, i mercati scommettono su tassi più bassi negli Usa. Tassi più bassi riducono l’attrattiva dei titoli di Stato e rendono l’oro più competitivo. Al tempo stesso il dollaro è calato molto, rendendo il metallo più accessibile agli investitori esteri. Infine, inflazione persistente, deficit pubblici elevati e tensioni geopolitiche spingono molti a rifugiarsi in asset percepiti come sicuri.
Accanto a questi fattori congiunturali, ci sono dinamiche strutturali che sostengono la domanda. Le banche centrali (non dovrebbe essere una novità per chi ci legge) stanno accumulando oro a ritmi record dopo che le riserve russe furono congelate dall’Occidente. Molti Paesi vogliono diversificare e ridurre la dipendenza dal dollaro.
Parallelamente, la domanda nei mercati emergenti resta elevata: in India, per esempio, i prezzi hanno superato le 110.000 rupie per 10 grammi, alimentati da un aumento del 40% rispetto al 2024. Qui la domanda di gioielli si sta ridimensionando, ma l’oro resta un bene culturalmente radicato. In Francia, invece, diversi analisti prevedono ulteriori rialzi moderati fino al 2030, anche se non tutti escludono fasi di stabilizzazione.
Un altro segnale importante viene dal mercato finanziario. Il World Gold Council mostra che gli ETF sull’oro hanno continuato ad attirare flussi consistenti, segno che la domanda non è solo fisica ma anche finanziaria, con investitori istituzionali che cercano protezione in portafoglio.
Cosa accadrà ora? Le opinioni sono divise. Alcune grandi banche vedono l’oro avvicinarsi ai 4.000 dollari già entro il 2026, altre non escludono valori ancora più elevati in caso di recessione. Altri analisti restano cauti e stimano una discesa sotto i 3.500 entro fine anno, se l’economia americana dovesse sorprendere in positivo e la Fed mostrarsi meno accomodante. Il mercato dei future, però, continua a prezzare rialzi nei prossimi anni.
In definitiva, l’oro appare oggi come il simbolo delle incertezze globali. È sostenuto dal desiderio di protezione, dal timore per le valute e da tensioni geopolitiche che sembrano destinate a durare. La corsa potrà avere delle pause, ma la domanda strutturale rende probabile che il metallo giallo resti protagonista. Ciò detto dovresti già avere una consistente dose di oro in portafoglio e il consiglio su Invesco physical gold (299,32 euro al 16/9; Isin IE00B579F325) resta mantieni (vedi qui per l'analisi precedente). Acquistare a questi livelli potrebbe dare adito a guadagni, ma i margini sembrano relativamente più sottili che in passato.
Attendi, stiamo caricando il contenuto