La settimana delle Borse: cresce la tensione

settimana delle Borse 1576
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L’escalation in Medio Oriente ha, purtroppo, fatto da tema conduttore per i mercati. A parte il settore petrolifero, questo si è tradotto in un diffuso segno meno, con gli investitori che hanno preferito vendere e stare alla finestra. La Borsa Usa evita il bilancio settimanale in rosso grazie ai dati sul lavoro, mentre l’indice dei 50 principali titoli dell’eurozona chiude a -2,2% nonostante il dato sull’inflazione e i suoi impatti sulle mosse della Bce. A zavorrare il Vecchio continente, oltre alla situazione geopolitica, è ancora il settore auto (-5,3%) con il -16,7% di Stellantis di cui ti abbiamo già parlato nello scorso commento alle Borse), ma anche il settore finanziario europeo (-3,8%) che, oltre a essere più volatile della media, per l’Italia risente delle voci su possibili ulteriori tassazioni, anche se poi nulla è definito su questo fronte.
Tra le conseguenze dell’infiammarsi della tensione geopolitica c’è il rincaro del petrolio: la varietà brent ha visto il suo prezzo salire del 9,2%, passando da 71,66 a 78,22 Usd. Ma anche le società petrolifere devono fare i conti con il fatto che il clima di incertezza allontana gli investitori, tanto che l’indice del settore, nonostante il balzo dell’oro nero, si limita a un +2%. È vero che alcune società ne hanno beneficiato più della media: è il caso di Exxon (124,83 Usd, Isin US30231G1022, +7,8% questa settimana), TotalEnergies (62,65 euro, Isin FR0000120271, +5,9%), che ha anche firmato un contratto da 10 miliardi di dollari per lo sfruttamento di un giacimento di petrolio e gas al largo del Suriname, e Shell (31,14 euro, Isin GB00BP6MXD84, +5,7%), ma la prudenza rimane d’obbligo. Mantieni tutti e tre i titoli.
Telecom Italia (0,26 euro, Isin IT0003497168) ha ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e da Retelit un’offerta per l’acquisto di Sparkle, la società del gruppo Telecom che opera nel settore dei cavi sottomarini. Per Sparkle erano già circolate delle offerte negli scorsi mesi, ma quella arrivata ora è diversa. Prima di tutto il soggetto che affianca il MEF non è il fondo di private equity spagnolo Asterion ma la sua controllata italiana (Retelit). Ma soprattutto, è cambiata la cifra offerta, 700 milioni: a prima vista più bassa rispetto ai 750 milioni di cui si parlava prima, ma questi ultimi prevedevano 625 milioni pagati subito, e altri 125 pagati solo al realizzarsi di determinate condizioni (non facili da raggiungere). Anche per questo, il mercato ha giudicato positivamente la nuova offerta: la settimana si chiude con un +3,5%. Anche noi valutiamo positivamente la notizia, ma manteniamo la nostra posizione prudenziale, tanto più che l’offerta per ora non è vincolante e deve essere ancora esaminata dai vertici di Telecom (che avevano bocciato la precedente). Mantieni.
Recordati (51,85 euro, Isin IT0003828271) ha annunciato un nuovo accordo per acquisire da Sanofi i diritti globali per l’Enjaymo: un farmaco biologico che al momento è l'unico prodotto approvato per il trattamento dell'agglutinina fredda, una rara patologia. Con questa operazione, che dovrebbe perfezionarsi entro fine 2024, Recordati espande la sua presenza nella cura delle malattie rare. Questo farmaco, che nel 2022 ha ottenuto l'approvazione negli Stati Uniti e in Giappone, ha generato ricavi per circa 100 milioni di euro negli ultimi dodici mesi e si prevedono ricavi oltre i 150 milioni di euro nel 2025. I risultati 2024 non saranno impattati dall’acquisizione, mentre dovremmo vedere un contributo significativo dal 2025. Il mercato ha apprezzato la notizia (+2,2% il bilancio settimanale in Borsa). Confermiamo le nostre stime sul titolo e il consiglio: mantieni.
@Massimo L’azione Syensqo (80,44 euro, Isin BE0974464977) non è più quotata a Parigi, ma resta regolarmente presente sulla sua Borsa principale, Bruxelles. Se l’avevi acquistata a Parigi, verifica con la tua banca di poterla in futuro vendere su Bruxelles. Al momento, comunque, il nostro consiglio resta invariato: acquista.
@Paolo Per decidere se un’azione è conveniente, non basta guardare un solo indicatore, ad esempio il rapporto tra prezzo e utili, perché può essere influenzato da elementi non ricorrenti. Per questo, nella nostra metodologia consideriamo diversi elementi.
@Tommaso Se segui la nostra strategia difensiva o equilibrata, non investire sulla Borsa brasiliana. Se invece segui la strategia dinamica, puoi dedicare a questo Paese il 5% del tuo patrimonio, con l’l’Etf Xtrackers Msci Brazil (48,55 Usd, Isin LU0292109344, vedi anche l'analisi sul Brasile pubblicata su Investi n° 1575).
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