La settimana delle Borse: effetto Trump (ma non solo)

settimana delle Borse 1590
settimana delle Borse 1590
Alla vigilia dell’insediamento della nuova amministrazione Usa, i mercati statunitensi hanno brillato, replicando la reazione positiva che già avevano registrato nella settimana dell’annuncio dell’esito elettorale a inizio novembre: l’indice S&P500 chiude la settimana a +2,9%. La promessa di regolamentazioni più “morbide” in alcuni settori ha, certo, sostenuto questo risultato, ma c’è da dire che negli scorsi giorni molti altri elementi hanno contribuito a tenere alto il morale dei mercati. Ecco i principali.
Primo, i dati sull’inflazione Usa, che riaprono la porta alla possibilità di nuovi tagli dei tassi, anche se non nell’immediato. Secondo, l’allentamento della tensione geopolitica, dopo l’annuncio della tregua in Medio Oriente: anche se certo la strada verso un rasserenamento definitivo è ancora lunga, si tratta perlomeno di un passo avanti a cui i mercati guardano con speranza. Terzo, i conti trimestrali, in particolare dei colossi finanziari di cui ti parliamo più avanti, che hanno regalato sorprese positive.
E le altre Borse mondiali? Nella gran parte dei casi anche per le “colleghe” di Wall Street la settimana ha regalato soddisfazioni. Oltre all’effetto-traino degli Usa e agli elementi di cui ti abbiamo già parlato, una spinta è arrivata anche da altri fattori, ad esempio le previsioni sulle prossime mosse della Banca centrale europea e l’accelerazione dell’economia cinese nell’ultima parte dell’anno, che ha permesso di centrare l’obiettivo 2024 di crescita.
Nella settimana appena conclusa, praticamente tutti i grandi operatori finanziari statunitensi hanno reso noti i conti dell’ultimo trimestre del 2024, con risultati ampiamente positivi. Il colosso JP Morgan ha archiviato il quarto trimestre dell’anno con utili in aumento del 50%, mentre per Morgan Stanley e Goldman Sachs gli utili sono addirittura raddoppiati; non sono stati da meno Wells Fargo, con un +47% per gli utili, e Citigroup, con utili di 2,9 miliardi a fronte di un risultato in rosso per 1,2 miliardi nell’anno precedente. Nel complesso, il risultato degli ultimi mesi è stato aiutato dall’attività legata alla Borsa Usa, che ha visto tornare l’entusiasmo degli investitori e ha macinato, nel corso dell’anno, diversi record, con un ritorno anche alle operazioni straordinarie come fusioni societarie e emissioni di titoli, di cui queste banche d’affari beneficiano a livello di conti.
Anche la nuova amministrazione Usa, con Trump che promette regole meno stringenti nel settore, ha contribuito all’entusiasmo. Certo c’è da dire che il quarto trimestre 2023 era penalizzato da costi straordinari, il che gonfia i dati sulla crescita appena comunicati, ma con queste premesse non c’è da stupirsi se tutto il settore ha chiuso la settimana con consistenti rialzi in Borsa. Segno più anche per Bank of America (46,53 Usd, Isin US0605051046) che, forte di un utile trimestrale raddoppiato, sale del 3,1%; mantieni. Ancora più consistente (+5,2%) il dato settimanale di BlackRock (1004,96 Usd, Isin US09290D1019). Nel 4° trimestre 2024 il gruppo ha realizzato un utile per azione di 10,78 Usd (+16,5% annuo), in linea con le nostre attese, un fatturato in crescita del 22,6% e la sua redditività è tornata a crescere. Il gruppo ha raccolto, inoltre, nuovi capitali per ben 281,4 miliari di Usd, di cui 142,6 miliardi destinati agli Etf, il principale motore della sua crescita. In base a questi dati, confermiamo le stime sull’utile per azione per il 2025 (46,2 Usd) e il 2026 (52 Usd). Confermiamo anche il consiglio di acquisto.
Al panorama di rialzi fa eccezione Eli Lilly (725,72 Usd, Isin US5324571083) con un -9,3% settimanale. Il gruppo ha anticipato che le vendite dei suoi trattamenti Mounjaro (contro diabete) e Zepbound (contro l’obesità) sono state inferiori alle aspettative nel 4° trimestre 2024. Tuttavia, le previsioni sulle vendite per il 2025, che il management stima essere comprese tra 58 e 61 miliardi di Usd, sono migliori del previsto, poiché le vendite, supportate dalla messa in funzione di nuove capacità produttive, continueranno a crescere. Inoltre, contribuiranno alle vendite anche dei nuovi prodotti come l’Omvoh che, già commercializzato per il trattamento della colite ulcerosa, ha appena ricevuto il via libera delle Autorità sanitarie americane anche per il morbo di Crohn. In attesa della pubblicazione dei risultati annuali completi il 6 febbraio, limitati a mantenere il titolo.
Altra voce fuori dal coro, con un -2,9% settimanale, è Apple (229,98 Usd, Isin US0378331005). Secondo la società di ricerca Canalys, le vendite di iPhone in Cina sono diminuite del 25% nell'ultimo trimestre del 2024. Nel corso del 2024, il marchio Apple perde così la sua posizione di leader di mercato negli smartphone, con una quota del 15% diventa il terzo alle spalle di Vivo (17%) e Huawei (16%). Limitati a mantenere il titolo.
@Alessio Per investire nella Borsa di Seul (massimo il 5% del tuo capitale se ti riconosci nel profilo di un investitore dinamico o equilibrato) puoi tranquillamente acquistare a Piazza Affari l’Etf Franklin Ftse Korea (28,03 euro; Isin IE00BHZRR030) oltre ai prodotti che trovi indicati a pag. 19 del n° 1589.
@Roberto Oltre a perdere il capitale investito, avere in portafoglio le azioni di una società fallita comporta il fatto di dover continuare a pagare il bollo, finché le procedure fallimentari non sono concluse, e il fatto di avere il conto titolo sostanzialmente “bloccato”, rendendo molto difficile chiuderlo.
@Valerio Quando c’è un’offerta pubblica di acquisto su un’azione che hai in portafoglio, non sei obbligato ad aderire. Devi valutare di volta in volta se conviene aderire o meno, in particolare in base a due elementi: il prezzo offerto e la probabilità che, dopo l’Opa, il titolo non sia più quotato.
Attendi, stiamo caricando il contenuto