Yara International: i conti tornano

I risultati sono in crescita e la società apre a nuove sfide nella transizione energetica.
I risultati sono in crescita e la società apre a nuove sfide nella transizione energetica.
Il secondo trimestre del 2025 segna per Yara International (371,8 corone norvegesi, Isin NO0010208051) un risultato di forte rilievo. La multinazionale norvegese del settore concimi (l’ultimo articolo dedicato sta qui) ha registrato un utile industriale prima di spesare la quota parte di costi pluriennali, al netto di voci straordinarie, pari a 652 milioni di dollari, in crescita del 27% rispetto ai 513 milioni del medesimo periodo del 2024. L’utile netto ha raggiunto i 413 milioni di dollari, a fronte di appena 3 milioni un anno prima. Un salto che riflette margini più ampi, una performance commerciale solida e soprattutto una produzione record, fattori che hanno consentito all’azienda di migliorare la redditività e di rafforzare la propria posizione finanziaria.
L’utile netto per azione nel primo semestre (escluse voci straordinarie e effetti dei cambi) è stato di 1,92 dollari per azione contro gli 0,64 dell’anno prima).
Il management ha sottolineato come la combinazione tra riduzione dei costi, ottimizzazione del portafoglio e un mercato dell’azoto più rigido stia aprendo la strada a un ulteriore miglioramento dei conti che tra le altre cose porterà a investimenti in progetti a valore aggiunto, in particolare nel settore dell’ammoniaca a basse emissioni.
Proprio su questo fronte, le ultime settimane hanno visto importanti sviluppi. Yara e BASF hanno annunciato l’interruzione del loro progetto congiunto per un impianto di ammoniaca low-carbon nella regione del Golfo degli Stati Uniti. Una scelta che riflette la volontà di concentrare gli sforzi su iniziative ritenute più promettenti, pur mantenendo in vita la collaborazione già attiva nello stabilimento di Freeport, Texas. Yara, dal canto suo, continuerà a perseguire la propria strategia sull’ammoniaca, valutando nuove opportunità di investimento sul mercato statunitense.
Parallelamente, Yara Clean Ammonia (YCA), divisione dedicata al trasporto e alla commercializzazione di ammoniaca, ha compiuto passi decisivi per consolidare la sua leadership nel settore. L’accordo con Navigator Amon Shipping garantirà a YCA due moderne navi cisterna, dotate di motori dual-fuel e pronte a operare tutto l’anno in Europa settentrionale. Queste unità consentiranno di ridurre i costi di trasporto per tonnellata, aumentare la flessibilità operativa e rispondere alle crescenti richieste di soluzioni a basse emissioni nel commercio marittimo.
A rafforzare questa visione è arrivata anche la cerimonia di avvio della costruzione della Yara Eyde, la prima nave portacontainer al mondo alimentata a ammoniaca rinnovabile. L’imbarcazione, frutto della collaborazione con CMB.TECH e North Sea Container Line, opererà lungo la rotta Oslo–Porsgrunn–Bremerhaven–Rotterdam e rappresenta un passo pionieristico verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo.
Al momento della nostra ultima analisi dello scorso maggio le attese di utile da parte degli analisti erano mediamente a 35,76 corone norvegesi per il 2025, 34,92 nel 2026 e 33,02 nel 2027. Ora sono salite ulteriormente e siamo a 39,76 corone per il 2025, 38,04 per il 2026 e 35,69 per il 2027. Sono dati che ci sentiamo di sottoscrivere. I multipli sono ancora quelli di un titolo per nulla affatto caro, il momentum è neutro, il rischio è di 2/5, e la qualità dei bilanci, resta media. Viste le buone notizie, ma anche attese di crescita moderata, potete mantenere il titolo che avevamo consigliato nel numero 1569 ad un prezzo di 328,89 corone norvegesi per una scommessa sulle tensioni con la Russia anche nel settore fertilizzanti.
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