L’alba del calcolo quantistico

Le società che stanno riscrivendo il futuro della tecnologia.
Le società che stanno riscrivendo il futuro della tecnologia.
Il termine tecnologie quantistiche evoca ancora oggi un senso di mistero. In realtà si tratta di un insieme di discipline – fisica, informatica, ingegneria dei materiali – che convergono verso un obiettivo: utilizzare le leggi della meccanica quantistica per elaborare informazioni in modo radicalmente diverso dai computer tradizionali. Il bit classico, limitato allo 0 o all’1, viene sostituito dal qubit, che può trovarsi in sovrapposizione di stati. Questa caratteristica, insieme all’entanglement (la correlazione quantistica tra particelle), promette una grande potenza di calcolo.
Siamo ancora agli inizi, ma la corsa è già cominciata. Governi, fondi d’investimento e multinazionali stanno investendo miliardi per costruire macchine stabili, correggere gli errori quantistici e creare software capaci di sfruttarle. È un terreno in cui convivono start-up dal DNA scientifico e giganti industriali. Ecco alcuni dei protagonisti già quotati sui mercati finanziari.
Fondata nel Regno Unito, Arqit Quantum (58,16 dollari Usa al 14/10; Isin KYG0567U1278) ha scelto una strada particolare: la sicurezza informatica quantistica. Dopo la quotazione al Nasdaq nel 2021, l’azienda ha attirato l’attenzione dei settori difesa e telecomunicazioni, grazie a partnership con BT. Il percorso non è stato lineare: la tecnologia è promettente, ma il modello di business è ancora in costruzione, e il titolo ha mostrato forte volatilità. Tuttavia, Arqit resta una delle rare società europee pure play nel settore quantistico. I dati preliminari (ancora da confermare pienamente) indicano ricavi tra i 525.000 e i 535.000 dollari, un livello basso che giustifica i le previsioni degli analisti che vediamo qui di seguito. A livello di risultati dopo una perdita di 10,79 dollari Usa nel bilancio chiuso al 30 settembre 2024, per il bilancio appena chiuso al 30 settembre 2025 le attese degli analisti sono ancora perdite di 2,55 dollari Usa che si ridurranno a 1,65 euro di perdite l’anno successivo. Anche l’utile industriale prima di spesare la quota parte di costi pluriennali è negativo. La qualità è bassa, il rischio elevato (5/5) e il momentum neutro. Dopo il boom di oltre il 1.000% in un anno ci sembra che sia volata su promesse e troppo rischiosa anche per una scommessa.
Pioniera del calcolo quantistico applicato, D-Wave Quantum (43,06 dollari Usa al 14/10; Isin US26740W1099) nasce in Canada nel 1999 e resta una delle realtà più longeve del settore. È stata la prima a commercializzare un computer quantistico, basato sul principio dell’annealing quantistico, una tecnica che consente di risolvere problemi di ottimizzazione cercando lo stato energetico minimo del sistema. A differenza di altri operatori, D-Wave utilizza un modello specializzato, particolarmente adatto a logistica, finanza e progettazione industriale. È una scommessa tecnologica. Dopo una perdita di 0,75 dollari Usa nel 2024 gli analisti si attendono perdite per 0,23 dollari Usa nel 2025, perdite per 0,22 nel 2026 e per 0,19 nel 2027. Anche l’utile industriale prima di spesare la quota parte di costi pluriennali dovrebbe essere in perdita nel corso di questi anni. La qualità dei bilanci è bassa, il rischio alto (5/5), ma il momentum positivo. Il rapporto prezzo valore contabile è altissimo (intorno a 30 per il 2025). Dopo il boom di quasi il 4.000% in un anno anche questa ci sembra che sia volata su promesse e troppo rischiosa anche per una scommessa.
IonQ (77,55 dollari Usa al 14/10; Isin US46222L1089) è all’avanguardia della nuova generazione di hardware quantistico. Nata nel 2015 come spin-off dell’Università del Maryland, utilizza una tecnologia a ioni intrappolati per realizzare i propri qubit. È tra le prime società ad aver offerto accesso alle proprie macchine quantistiche tramite cloud, in collaborazione con Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud. Dopo la quotazione al Nasdaq nel 2021, IonQ ha continuato a crescere grazie a investimenti in ricerca e partnership strategiche. Nel 2025 ha acquisito la britannica Oxford Ionics per rafforzare la propria piattaforma hardware. Con capitalizzazione miliardaria ma ancora lontana dalla redditività, è oggi un titolo che incarna il potenziale e il rischio del settore. Anche qui dopo 1,56 dollari Usa di perdita per azione nel 2024, le attese sono di ulteriori perdite quest’anno (1,67 dollari Usa), per il 2026 (1,77) e per il 2027 (1,57). L’utile industriale prima di spesare la quota parte di costi pluriennali negativo e il rapporto prezzo valore contabile intorno a quota 12 per quest’anno. Molto alto. La qualità dei bilanci è bassa, il rischio alto (5/5), ma il momentum positivo. Anche qui abbiamo un boom a un anno, anche se solo di poco meno del 600% e anche questa ci sembra che sia volata su promesse e troppo rischiosa anche per una scommessa.
Con sede negli Usa, Quantum Computing (21,78 dollari Usa al 14/10; Isin US74766W1080) si concentra sul software e sulle applicazioni pratiche oltre che sull’hardware. L’obiettivo è rendere accessibili le potenzialità quantistiche a imprese che non dispongono di infrastrutture proprie. Uno dei suoi prodotti principali, Qatalyst, consente di eseguire algoritmi ottimizzati per hardware quantistico e classico, offrendo un’interfaccia di alto livello per sviluppatori. È una realtà più piccola rispetto ai giganti del settore, ma gioca un ruolo nel colmare il divario tra scienza e business. Le sue collaborazioni con centri di ricerca mostrano come la “quantum readiness” sia un tema industriale concreto. Anche qui le stime sono tutte di perdita, però: dopo 0,73 dollari per azione persi nel 2024, le stime degli analisti sono per una perdita di 0,25 nel 2025, di 0,27 nel 2026 e di 0,33 nel 2027. Anche l’utile industriale prima di spesare la quota parte di costi pluriennali è previsto negativo. Qualità di bilanci bassa, momentum neutro, rischio alto (5/5). In un anno è salita di circa il 2.700%. Inutile dire che anche qui non vediamo uno spazio per una scommessa.
Fondata nel 2013 da Chad Rigetti, ex ricercatore IBM, Rigetti computing (56,12 dollari Usa al 14/10; Isin US76655K1034) è una azienda californiana che produce processori quantistici basati su qubit superconduttori. Dopo la quotazione nel 2022, Rigetti ha attraversato un periodo difficile, ma ha rilanciato nel 2024 con il processore “Ankaa-3”, che ha migliorato coerenza e fedeltà di calcolo. La strategia attuale è combinare calcolo classico e quantistico in un approccio ibrido, puntando a un modello di business più stabile. È uno dei nomi più noti nella comunità scientifica. Però come utili non ci siamo. Dopo una perdita di 1.09 dollari per azione nel 2024 si prevedono perdite pure per i prossimi anni: 0,22 dollari per azione nel 2025, 0,17 nel 2026 e 0,15 nel 2027. L’utile industriale prima di spesare la quota parte di costi pluriennali è previsto sempre negativo e il rapporto prezzo /valore contabile 2025 è intorno a 35. Questa società è cresciuta del 6.000% in un anno. Vale anche qui il fatto che lo spazio per una scommessa non c’è.
Veniamo ora a titoli della nostra selezione che hanno a che fare con il quantum computing. Uno è IBM (27,15 dollari Usa; Isin US4592001014). L’azienda americana è stata la prima a rendere accessibili al pubblico computer quantistici tramite piattaforma cloud nel 2016. Ambisce ad avere entro il 2030 processori da migliaia di qubit e un ecosistema software integrato. Con IBM Quantum, l’azienda sta cercando di costruire non solo macchine, ma un intero mercato, supportando università, start-up e industrie in un programma di collaborazione globale. Grazie alla solidità finanziaria e a decenni di esperienza in supercalcolo, IBM resta un attore importante del settore. Il consiglio sul titolo (vedi qui) è mantieni.
Microsoft (513,57 dollari Usa al 14/10; Isin US5949181045) approccia la sfida da un’altra prospettiva. Con il progetto Azure Quantum, Microsoft punta a creare un’infrastruttura in cui diversi tipi di hardware quantistico convivano sotto lo stesso ombrello cloud. Ha investito in ricerca sui qubit topologici, ancora in fase sperimentale. In parallelo sviluppa linguaggi di programmazione quantistica, come Q#, e strumenti di simulazione. La forza di Microsoft sta nella capacità di integrare il quantum all’interno di un ecosistema software e cloud già dominante, aprendo la strada a un modello “quantum as a service”. Il consiglio sul titolo è acquista (vedi qui).
La divisione Google Quantum AI di Alphabet (245,45 dollari Usa al 14/10; Isin US02079K3059) è tra le più avanzate . Nel 2019 Google annunciò di aver raggiunto la “supremazia quantistica” con il processore Sycamore, eseguendo in pochi minuti un calcolo che un supercomputer avrebbe richiesto migliaia di anni per completare. Da allora ha proseguito nello sviluppo di architetture più stabili, tra cui il chip Willow, e collabora con università e laboratori di tutto il mondo. Sebbene il quantum rappresenti una frazione minima dei ricavi di Alphabet, il know-how accumulato potrebbe diventare strategico nell’era post-silicio. Il consiglio qui è mantieni (vedi qui).
Il gigante delle GPU NVIDIA (180,03 dollari Usa al 14/10; Isin US67066G1040) gioca un ruolo cruciale come “abilitatore” del quantum computing. Con la piattaforma CUDA-Q e partnership con società come Pasqal e IonQ, NVIDIA fornisce l’infrastruttura di simulazione e calcolo ibrido necessaria per sviluppare algoritmi quantistici su scala industriale. Le sue schede grafiche ad alte prestazioni sono già usate per simulare qubit e per integrare AI e quantum, un binomio che potrebbe definire la prossima rivoluzione tecnologica. Più che un concorrente diretto, NVIDIA è il catalizzatore che permette al settore di crescere. Anche qui il consiglio è mantieni (vedi qui).
Un mercato in formazione
Il settore del calcolo quantistico è ancora agli albori, ma cresce a un ritmo superiore a quello dell’intelligenza artificiale nella sua fase iniziale. Le sfide restano enormi: stabilità dei qubit, correzione d’errore, costi eccessivi. Tuttavia, come accadde con Internet negli anni Novanta, il potenziale è tale da attrarre capitali e talenti globali. Dai pionieri come D-Wave ai giganti come IBM e Microsoft, il quantum computing non è più fantascienza: è un investimento a lungo termine sull’intelligenza della materia stessa. Il problema è che, come vedi, le società sono già volate e lo hanno fatto su promesse di utili che il mercato comunque non prevede prima del 2027. Quindi se ci vuoi investire farlo solo su una di queste società è molto rischioso. Come singola società solo Microsoft (che però ha dentro molto altro) è all’acquisto.
Per quanto riguarda la possibilità (alternativa) di suddividere soldi su molti titoli attraverso un prodotto di risparmio gestito come VanEck Quantum Computing UCITS ETF (24,595 euro; Isin IE0007Y8Y157) – quotato su Borsa Italiana (ETFplus) dal metà giugno, pensiamo che di suo ha di buono la diversificazione, ma resta il fatto che il settore viene da una corsa veramente tumultuosa e che il rischio di accordarsi, magari tardi, ad una moda che già corre da tempo resta molto elevato. Il buon padre di famiglia resti alla larga. Quanto allo speculatore preferiamo indicargli come meta le idee che trova qui.
NB: fonte stime degli analisti Refinitiv.
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