Stai pensando ai certificate per compensare? Ricordati...

Compensazione e certificate
Compensazione e certificate
Quando la fine dell’anno si avvicina, e si fa sempre più prossima, ci si ricorda spesso e volentieri che si hanno delle minusvalenze in scadenza. La prima reazione istintiva è quella di volersi precipitare a fare qualcosa affinché non vada perso questo credito fiscale - una minusvalenza pregressa consente di compensare delle plusvalenze e quindi di fatto è un credito fiscale, che abbiamo maturato perché purtroppo abbiamo realizzato delle perdite.
Sono molti i prodotti con cui si può compensare e spesso e volentieri tra questi ci sono i certificati, che sono fiscalmente efficienti. Abbiamo spesso parlato dell'efficienza fiscale dei certificati e del motivo per cui le cedole si possono compensare e dunque oggi quello su cui ci vediamo soffermare è il corretto utilizzo di questi prodotti per compensare le minus. Infatti, ci sono alcuni aspetti legati all'operatività delle banche di cui bisogna essere consci in quanto fondamentali affinché si possa effettivamente sfruttare l'efficienza fiscale di questi prodotti.
1) Le banche si comportano in due modi differenti nella compensazione fiscale dei certificati. Ne abbiamo discusso qui ed è un aspetto di cui devi tenere conto perché rischia di vanificare la compensazione delle minusvalenze. In altri termini, se la compensazione non avviene nel momento dello stacco cedole, ma viene rimandata alla chiusura dell'investimento, quindi alla scadenza o alla vendita sul mercato, il momento in cui la banca va a controllare l’esistenza di minus da compensare potrebbe avvenire quando quest’ultime sono già scadute. Consiglio pratico: verifica con la tua banca come si comporta con la compensazione dei certificate.
2) Non bisogna affidarsi all'opzione autocall o softcall di un certificato per superare il problema appena visto. Pensando che il certificate può essere richiamato ad una data che è coerente con il proprio bisogno di compensazione, non bisogna fare l'errore di comprarlo puntando su un rimborso anticipato: si tratta infatti di una vera è propria scommessa. Non c’è infatti alcuna certezza che il rimborso anticipato arrivi entro il periodo in cui serve per compensare la minus.
3) Si può anche pensare di acquistare il certificate, incassare le cedole che non vengono subito compensate e di vendere il certificato entro la fine dell'anno in cui vanno in scadenza le minus. In questo caso si può compensare in tutto o in parte la minus pregressa e se si vende il certificato in perdita si genera una nuova minus, ma che scadrà quattro anni dopo. È una soluzione un po’ più laboriosa, che può risolvere il problema del metodo di compensazione delle banche, soprattutto se si ha poco tempo per compensare, ma che va maneggiata con molta cura e fatti prima i debiti controlli sull’operatività della propria banca – quanto detto al punto 1). Va considerata però una sorta di soluzione dell’ultimo minuto: dato che le minusvalenze durano quattro anni, se ci si riduce all'ultimo momento vuol dire che non si è prestata sufficiente attenzione o non ci si è premurati di pianificare la compensazione della minus. Il lavoro più corretto da fare, che consente anche di compensare con più facilità e con meno rischi, è quello di investire scegliendo il prodotto adatto, anche un certificato di investimento, nel momento in cui si sviluppa la minusvalenza stessa.
4) L'altra cosa a cui fare attenzione è verificare la data che dà diritto ad incassare una cedola: questo è particolarmente importante soprattutto se si compra un certificate a questo punto dell’anno, quando rimane veramente poco tempo e quindi non avere diritto ad una cedola può compromettere il nostro investimento fatto per la compensazione.
Attendi, stiamo caricando il contenuto