Certificate e compensazione: panoramica e linee guida

Certificate e compensazione
Certificate e compensazione
I certificati di investimento sono strumenti finanziari interessanti anche dal punto di vista fiscale. Perché? Perché i guadagni che generano sono considerati redditi diversi. Questo significa che, a differenza di altri strumenti come gli ETF, i guadagni realizzati con i certificati possono essere utilizzati per compensare minusvalenze pregresse. Che si tratti di un certificato a capitale protetto, di un tracker, di uno a leva, o di uno con cedole periodiche, ogni plusvalenza ottenuta vendendolo a un prezzo superiore a quello di acquisto genera un reddito diverso. E quindi può andare a ridurre le minusvalenze accumulate in passato.
Dunque anche un certificate tracker, qui trovi la descrizione di che cos'è, può essere usato per compensare una minusvalenza. Ovviamente ci si pone di fronte al rischio dell'andamento del mercato, settore…. esattamente come quando si investe su una Borsa, un settore o una tematica di investimento attraverso un ETF: lo compriamo, ma non sappiamo se guadagneremo e soprattutto quando guadagneremo. La differenza però con l’ETF è che su quest’ultimi i guadagni sono redditi da capitale e sono sempre tassati: non possono essere quindi usati per compensare.
Anche le cedole pagate dai certificati – come quelli a capitale condizionatamente protetto con cedole condizionate – sono considerate redditi diversi. Questo li rende strumenti molto apprezzati da chi vuole compensare minusvalenze. Attenzione però al comportamento delle banche. Qui entra in gioco un altro fattore importante: non tutte le banche applicano la compensazione allo stesso modo.
Alcune compensano immediatamente al momento dello stacco della cedola.
Altre lo fanno solo alla scadenza o alla vendita del certificato.
Questo è un punto critico, perché può cambiare il momento in cui le minusvalenze vengono effettivamente compensate. Su questo tema abbiamo pubblicato anche un approfondimento che puoi trovare qui.
Dopo questo ripasso, vediamo ora come orientarsi nella scelta dei certificati quando l’obiettivo è compensare minusvalenze.
Il primo aspetto da valutare è la scadenza delle minusvalenze. Se, per esempio, le minus scadono nel 2028 o nel 2029, perché generate nel 2025, allora ha senso acquistare un certificato con scadenza coerente – ad esempio 2028 o 2029 – e con cedole condizionate generose (anche del 12%, come quelli che stiamo consigliando). Questo tipo di investimento è infatti efficace a prescindere dal metodo di compensazione applicato dalla banca:
Se la banca compensa immediatamente, le cedole pagate nel 2025, 2026, 2027... andranno a ridurre via via le minusvalenze nello zainetto fiscale.
Se la banca compensa a scadenza, ma il certificato scade comunque entro l’anno in cui scadono le minus, allora le minus verranno comunque tutte compensate alla fine, in un’unica soluzione.
In breve: la scadenza del certificato deve essere allineata alla scadenza delle minusvalenze. Questo è il criterio più importante.
Cosa succede se la banca compensa immediatamente e il certificato ha scadenza oltre quella delle minus? Nessun problema, finché le cedole vengono pagate prima della scadenza delle minusvalenze. Esempio: hai minus che scadono a fine 2026 e acquisti un certificato che scade nel 2027 o 2028. Le cedole pagate nel 2025 e nel 2026 saranno comunque compensate. Quelle che verranno pagate dopo la scadenza delle minus, invece, non saranno più utili a questo scopo. Attenzione quindi a stimare l’ammontare complessivo delle cedole che verranno pagate entro la scadenza utile delle minus. Serve fare bene i conti e capire quanti certificati acquistare per massimizzare l’effetto fiscale.
Infine, c’è un caso più delicato: quando le minusvalenze scadono a breve, magari entro la fine del 2025. In questo scenario bisogna valutare con attenzione la politica della banca sulla compensazione e cercare prodotti con cedole a brevissimo termine, che possano generare redditi diversi subito. Su questo punto, ti prepareremo a breve un’analisi dedicata, con esempi concreti, proprio come quella che hai appena letto.
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