Certificate a leva: non solo speculazione, anche copertura

Speculazione, copertura, strategia e tattica
Speculazione, copertura, strategia e tattica
Nel ventaglio di scelte a disposizione di un investitore, ci sono anche i prodotti a leva, long e short. Se per un certificate a leva long il posizionamento è speculativo, per quanto riguarda gli short, invece, le ragioni per utilizzarli possono essere due.
La prima è la copertura (o, in termine tecnico, hedging): chi possiede un portafoglio di azioni può servirsi di strumenti short per attenuare le perdite in caso di calo dei mercati. Da questo punto di vista, un prodotto short, seppur un derivato e seppur un prodotto che può sembrare complesso, innovativo e non alla portata di tutti, ha la finalità di difendere il portafoglio. La seconda è spesso contemplata come speculazione: si scommette direttamente su un ribasso, del singolo titolo di una società, ma anche, volendo, di obbligazioni, indici di Borsa... senza detenere l’attività sottostante, con l’obiettivo di ottenere un guadagno. Indipendentemente dalla finalità con cui si usano questi prodotti short, la logica è sempre la stessa: quando il sottostante perde valore, lo strumento short guadagna. Tuttavia, la gamma di prodotti disponibili sul mercato è molto vasta e presenta caratteristiche molto diverse tra loro, sia per le modalità di funzionamento sia in termini di rischio per l’investitore.
Come introdurre il concetto di speculazione e copertura all’interno delle nostre strategie? In precedenza avevamo analizzato la differenza tra approccio strategico e approccio tattico negli investimenti, mostrando come si tratti di due approcci distinti ma complementari. Entrambi possono essere ricondotti al concetto di portafoglio “core e satellite”.
LA SPECULAZIONE: L’APPROCCIO TATTICO PER ECCELLENZA
Quando si utilizzano posizioni short in modo speculativo, l’obiettivo è trarre profitto dai ribassi dei mercati o di singole azioni, anche in contesti di mercato complessivamente in crescita. Un esempio è stato il consiglio sullo short su Tesla: una posizione speculativa di questo tipo non può far parte della componente core del portafoglio, ma rientra nella componente satellite, in quanto marginale e di complemento. Allo stesso modo, anche posizioni long con prodotti a leva – come un certificato turbo long – pur puntando su un rialzo, fanno parte della componente satellite. Infatti, un prodotto a leva, per sua natura, non si concilia con un approccio diversificato e di lungo periodo, basato sui fondamentali che caratterizzano la componente core.
LA COPERTURA: UNA STRATEGIA DIFENSIVA MA TATTICA
Quando invece si utilizza lo short come strumento di copertura, l’obiettivo è difensivo: inserire in portafoglio un elemento che guadagni quando i mercati scendono, riducendo così le perdite complessive e offrendo una sorta di assicurazione contro i ribassi. Tuttavia, anche l’investimento per fini di copertura non rientra nella componente core, ma resta parte della componente satellite. La componente core è infatti costituita da un portafoglio ben diversificato da un punto di vista geografico, valutario e di asset class (azioni e obbligazioni), e include prodotti come fondi, ETF, certificati d’investimento non a leva e singoli titoli. Questa combinazione consente di costruire un patrimonio solido, capace di superare le turbolenze di breve periodo. La copertura serve proprio a gestire e difendere il portafoglio nei momenti temporanei di difficoltà, senza però stravolgerne la struttura di lungo termine.
CICLICITÀ DEI MERCATI E RUOLO DELLA COPERTURA
È importante ricordare che i cicli di rialzo dei mercati sono più numerosi e duraturi rispetto a quelli di ribasso. Storicamente, i mercati azionari hanno trascorso molto più tempo in crescita che in calo. Di conseguenza, la copertura – utile solo in periodi limitati di ribasso – non può far parte della componente core, ma resta una strategia tattica. In sintesi, la diversificazione di lungo periodo resta la migliore difesa, rendendo la copertura solo un intervento temporaneo.
ASPETTI COMPORTAMENTALI
Perché allora introdurre la copertura, se la diversificazione è sufficiente nel lungo periodo? Perché nei momenti di forte volatilità o cali repentini, la copertura può diventare uno strumento per proteggersi non solo dai ribassi di mercato, ma anche dalle proprie reazioni emotive. Infatti, tutti noi abbiamo un’avversione alle perdite e quando i mercati iniziano a scendere, la tentazione di vendere per salvare i guadagni, o il salvabile, per poi rientrare quando tutto si sarà calmato è forte. Inoltre, esiste uno squilibrio tra come vengono percepite le perdite e i guadagni: una perdita dello stesso ammontare di un guadagno, per esempio un guadagno di 1.000 e una perdita di 1.000 euro, non hanno lo stesso effetto su di noi. È stato dimostrato che le perdite pesano 2,5 volte i guadagni. Questo squilibrio percettivo può portare a scelte emotive e irrazionali, come vendere in perdita. Sapendo che si è coperti, l’impulso a vendere può essere ridotto, se non eliminato.
Attendi, stiamo caricando il contenuto