Come usare il Welcome Coupon per gestire le minusvalenze
Welcome bonus certificate e minusvalenze
Welcome bonus certificate e minusvalenze
La scorsa settimana abbiamo parlato di un certificato Welcome Coupon con un’unica cedola del 35%, che può essere utilizzato in tre modi diversi. Nella maggior parte dei casi, questo prodotto viene impiegato per compensare le minusvalenze o, più precisamente, per procrastinarne la scadenza. Il meccanismo è semplice: viene staccata una cedola del 35%, quindi parliamo di 350 euro per ogni certificato acquistato. Se si possiedono minusvalenze pregresse, e la banca compensa immediatamente la cedola al momento dello stacco (questo è l'aspetto fondamentale da controllare con la banca - non tutte si comportano nello stesso modo, vedi più avanti), quella cedola va a compensare in tutto o in parte le minusvalenze precedenti.
Nel frattempo, però, il prezzo del certificato, a parità di altre condizioni, tende ad abbassarsi del valore della cedola staccata. Significa che, ad esempio, se il prezzo prima dello stacco era 1.000 euro, dopo lo stacco ne varrà circa 650 euro. Naturalmente, questa è un’uguaglianza teorica, perché le variabili di mercato – come il valore del sottostante, i tassi di interesse, la volatilità... – cambiano di continuo quindi il prezzo non sarà esattamente inferiore del valore della cedola al centesimo. Tuttavia, l’idea di fondo resta valida: il prezzo del certificato, dopo lo stacco, sarà sensibilmente più basso. A questo punto, ci si trova in una situazione interessante: la cedola è stata utilizzata per compensare le minusvalenze e, se queste scadevano il 31 dicembre 2025, abbiamo evitato di perderle. Tuttavia, il certificato ha ora un valore inferiore di circa il 35% (più o meno, a seconda delle condizioni di mercato). Cosa fare, quindi, in questa situazione?
L’investitore ha due possibilità: mantenere il certificato fino alla scadenza oppure rivenderlo subito sul mercato. Se si decide di mantenerlo fino a scadenza, si resta esposti al rischio di non ottenere il rimborso completo del capitale, poiché si tratta di un prodotto a capitale condizionatamente protetto. Inoltre, non si ha certezza sui tempi: il rimborso potrebbe avvenire prima (grazie al richiamo automatico previsto) oppure solo alla scadenza naturale, fissata al 2029. In ogni caso, bisogna essere disposti ad aspettare, sapendo che dopo la prima cedola non ci saranno più rendimenti fino al novembre successivo. Per questo motivo, se si vuole usare il prodotto per finalità fiscali, la strategia consigliata è rivendere il certificato subito dopo lo stacco della cedola. Vendendo il certificato dopo lo stacco, a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto, si genera una nuova minusvalenza. Riprendendo l’esempio precedente: se l’abbiamo comprato a 1.000 euro e, dopo lo stacco, lo rivendiamo a circa 650 euro, creiamo una minusvalenza di 350 euro per certificato. Questa nuova minusvalenza avrà come scadenza il 31 dicembre 2029.
In sostanza, abbiamo prolungato la durata delle nostre minusvalenze, incassato la cedola da 350 euro, che è stata compensata immediatamente, e recuperato la liquidità investita, al netto delle commissioni e di eventuali piccole variazioni di prezzo. Nel complesso, il risultato economico sarà vicino ai 1.000 euro iniziali, più o meno qualche euro, a seconda dei movimenti di mercato e delle commissioni di compravendita pagate. A questo punto, possiamo reinvestire gli stessi 1.000 euro in prodotti che ci permettano di compensare future minusvalenze, come per esempio il certificato con cedole condizionate del 12% annuo – ideale per gestire minusvalenze in scadenza nel 2029 dato che scade nel 2028, salvo rimborso anticipato. Anche obbligazioni con prezzo inferiore a 100, che scadranno a 100 nel 2029, possono essere utili, poiché il guadagno in conto capitale è compensabile. In generale, certificati con cedole elevate e obbligazioni con prezzo di rimborso superiore al prezzo di acquisto sono gli strumenti più efficaci e semplici per gestire questo tipo di pianificazione fiscale.
ATTENZIONE: NON TUTTE LE BANCHE COMPENSANO ALLO STESSO MODO E DATE DI VALUTA
Tutto quanto descritto funziona solo se la banca effettua la compensazione al momento dello stacco della cedola. Se invece la compensazione avviene solo alla scadenza o alla chiusura dell’investimento, allora il prodotto non è adatto a questo scopo. È quindi fondamentale chiedere alla propria banca come gestisce la compensazione. Se risponde che la cedola verrà compensata subito, allora si può procedere con la strategia di acquisto e rivendita. In caso contrario, non conviene acquistare il prodotto. Bisogna inoltre prestare attenzione a un dettaglio tecnico: se si compra e si rivende il certificato nello stesso giorno, e la cedola staccata ha la stessa data di valuta della compravendita, minus e plusvalenze si compensano immediatamente, senza andare a recuperare le minus pregresse dello “zainetto fiscale”. Quindi, è importante controllare le date di valuta per evitare sovrapposizioni e nel caso aspettare un altro giorno prima di rivendere il prodotto. Seguendo queste accortezze, il Welcome Coupon può essere uno strumento molto utile per gestire in modo efficiente la fiscalità dei propri investimenti e guadagnare tempo sulle minusvalenze.
PIANIFICARE PER NON PERDERE MINUSVALENZE
L’aspetto più importante, però, è la pianificazione: il modo migliore per non perdere minusvalenze è programmare con anticipo i propri investimenti, senza ridursi agli ultimi mesi – o addirittura all’ultimo anno – prima della scadenza. Chi aspetta troppo rischia di avere meno strumenti a disposizione o di dover scegliere prodotti non ottimali o più rischiosi, con la possibilità di subire ulteriori perdite.
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