Il mese scorso il Parlamento europeo ha dato il via libera al regolamento europeo MICA (Market in Crypto Assets) che si preoccupa di normare il settore delle cripto-attività. A breve (16 maggio) dovrebbe esserci ultimo via libera in sede europea e quindi una volta pubblicate le norme entreranno in vigore per tutta l’UE. Trattandosi di un regolamento si tratta di norme che entrano direttamente in vigore, senza dover attendere, prima, la ricezione da parte dei singoli Stati.
Tre tipi di criptobeni sotto esame
La normativa in particolare si occupa di tre categorie di criptobeni. Innanzitutto si occupa degli asset-referenced token, cioè criptobeni il cui valore dipende da qualcos’altro. Funzionano come il valore delle quote di un fondo. Per te che ci segui l’esempio più adatto è quello delle “stablecoins”, cioè quelle criptovalute il cui valore è legato per esempio all’andamento del dollaro come Usdcoin attraverso una riserva di dollari come collaterale, il loro valore sale e scende come il dollaro. In secondo luogo si occupa degli electronic money token, che hanno funzioni del tutto simili agli stablecoin, visto che sono anch’essi mezzi di pagmenti digitale e funzionano come la versione su blockchain di una carta prepagata. Poi c’è una terza categoria che prende tutto ciò che non è ricompreso nelle precedenti e tra cui ci sono gli utility tokens che servono a fornire accesso a un bene o un servizio dell’emittente (funzionano tipo la raccolta punti del supermercato). Sono esclusi dalla normativa gli Nft (quelle modalità di uso della blockchain che, nonostante la natura informatica teoricamente replicabile all’infinito, creano beni unici o in serie limitata, come le opere d’arte digitali) che dovrebbero finire sotto l’Esma (la Consob europea) e DeFi (la finanza decentralizzata) che sta sotto le regole bancarie europee dell’Eba.
In cerca di tracciabilità e di trasparenza
La nuova normativa prevede tutta una serie di forme di regolamentazioni degli emittenti, tracciabilità dei trasferimenti, trasparenza, e prevenzioni degli abusi a tutela dei risparmiatori, con un occhio anche al lato green delle emissioni. Ora i dettagli sono numerosi e così tecnici che e non interessano tanto il risparmiatore, almeno in questa fase, c’è comunque da domandarsi quale sarà l’effettiva funzionalità. Per esempio il BitCoin che, com’è noto, non ha nessun emittente, come finirà regolamentato? Secondo alcuni rientra nella terza categoria di criptobeni che abbiamo visto, secondo altri, non avendo emittente, sfugge alla regolamentazione. Ma al di là di questo, quali sono le reali possibilità di tracciare in maniera efficace i movimenti di criptovalute e criptobeni decentralizzati? In un mondo così complesso e articolato dal punto di vista tecnologico declinare le intenzioni del legislatore in una pratica reale e funzionante è davvero una impresa importante, non meno del fare previsioni in merito.
Addio al far west, sì grazie!
La strada di un addio al Far West sembra tracciata. Il che vuol dire essenzialmente due cose: un mondo più sicuro, ma anche un mondo in cui si innova meno. L’esigenza di bilanciare le due cose è sempre uno dei temi del giorno di ogni legislatore e le conseguenze si vedranno solo nel tempo. Certo è che di questo passo il mondo delle criptovalute potrebbe assimilarsi sempre più al mondo della finanza (assai regolamentato) e questo non è necessariamente detto che sia un male, viste le numerose truffe degli ultimi anni. Certo è che le novità normative (peraltro già note da tempo, visto che sono state fatte consultazioni pubbliche) non hanno impattato sul mondo dei criptoasset. Il prezzo del BitCoin, per esempio, continua a viaggiare tra i 25.000 e i 30.000 dollari da metà marzo e non accenna ad altri salti o altri cali di prezzo.
In pratica, che fare?
La normativa va a incidere sul rischio di truffe, di riciclaggio, di cattiva gestione di chi fa da depositario delle criptovalute, ma non va in alcun modo a incidere sulla volatilità delle criptovalute, né sulla loro reale o presunta utilità come riserva di valore (difficile dirlo visto quanto sono ballerine), mezzo di pagamento (anche qui in molti casi è difficile dirlo sia perché sono ballerine, sia perché i tempi di transazione sono spesso lunghi). Per il momento il nostro consiglio non cambia: non investire in criptovalute e se proprio vuoi farlo usa strumenti finanziari quotati che, comunque, restano ancora la via più sicura per farlo, almeno finché la nuova normativa non sarà stata pienamente applicata, poi se ne riparlerà.