JPMorgan e i prestiti garantiti da Bitcoin ed Ethereum
Secondo il Financial Times, la banca sta valutando di offrire prestiti collateralizzati con criptovalute, in particolare Bitcoin ed Ethereum.
Secondo il Financial Times, la banca sta valutando di offrire prestiti collateralizzati con criptovalute, in particolare Bitcoin ed Ethereum.
L’avvio di questa possibilità potrebbe esserci già nel 2026, anche se il progetto è ancora in fase di studio e potrebbe cambiare. La banca probabilmente gestirà il rischio affidando la custodia delle criptovalute a operatori specializzati, limitando così l’esposizione diretta. Fino a oggi, JPMorgan permetteva solo prestiti garantiti da ETF su Bitcoin, ma di questo passo potrebbe, in futuro, estendere la stessa disciplina alle altre criptovalute. Si tratta di una svolta interessante, perché nel 2017, il capo della banca aveva definito Bitcoin «una frode», mentre otto anni dopo, la sua posizione si è temperata e sembra che pur non essendone un fan abbia scelto di difendere il diritto dei risparmiatori a comprarne. Una svolta di pensiero dovuta alla forza della realtà che mette ormai le criptovalute ovunque?
Può essere, probabilmente ha dato una mano la nuova apertura regolatoria negli USA dopo che il secondo mandato Trump ha iniziato a promuovere un clima più permissivo verso le criptovalute, ma anche il crescente interesse degli investitori istituzionali nel collateralizzare (collateralizzare vuol dire usare un tuo bene, es. casa, criptovaluta, come garanzia per un prestito. Se non lo restituisci, la banca prende il bene) posizioni in criptovalute, cosa che può aver spinto JPMorgan ad adeguarsi, visto che già altre banche concorrenti vanno nella direzione di aumentare i servizi legati alle criptovalute.
Qualunque sia il motivo questa rappresenta un passaggio interessante: una delle più grandi banche globali passa dal rifiuto assoluto all’accettazione strutturata di criptovalute come collaterale. È una normalizzazione importante per il settore: mentre prima le criptovalute venivano escluse dai modelli di credito tradizionali, ora vengono sempre più integrate nei meccanismi bancari. Tuttavia, attenzione: siamo ancora nella fase iniziale. I piani possono cambiare, e la banca continuerà a limitare i rischi, puntando su ETF e custodia esterna. La vera prova sarà la capacità di gestire insieme con la clientela scenari di mercato sotto stress attraverso questi strumenti (non è scontato). In termini di fiducia istituzionale, si tratta, comunque, di un’apertura verso il settore delle criptovalute.
Questo porterà a un ulteriore rialzo dei prezzi delle criptovalute? Vediamo. Certamente questa adozione delle criptovalute da parte di sempre più attori istituzionali è un segnale che sono sempre più destinate a restare protagoniste della scena mondiale. Il BitCoin rimane ai massimi anche per questo, ma resta uno strumento più adatto agli speculatori che a chi, con una vecchia espressione da codice civile, si identifica nel “buon padre di famiglia” che dovrebbe pensarci su due volte prima di avventurarsi sul loro terreno.
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