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a Divisione di Corporation Finance della SEC, l'autorità che vigila sui mercati finanziari americani, ha emesso una dichiarazione (staff statement) per chiarire che, a determinate condizioni, alcune forme di liquid staking non devono essere considerate un'offerta di "titoli" finanziari (securities).
Data di pubblicazione18 agosto 2025
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a Divisione di Corporation Finance della SEC, l'autorità che vigila sui mercati finanziari americani, ha emesso una dichiarazione (staff statement) per chiarire che, a determinate condizioni, alcune forme di liquid staking non devono essere considerate un'offerta di "titoli" finanziari (securities).
La Sec apre a nuove opportunità per Ethereum e gli Etf.
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Negli ultimi giorni dagli Stati Uniti è arrivata una notizia destinata a far discutere il mondo delle criptovalute. La Divisione di Corporation Finance della SEC, l'autorità che vigila sui mercati finanziari americani, ha emesso una dichiarazione (staff statement) per chiarire che, a determinate condizioni, alcune forme di liquid staking non devono essere considerate un'offerta di "titoli" finanziari (securities). Sebbene non si tratti di una legge vincolante, questo orientamento rappresenta una svolta che potrebbe avere ricadute importanti anche per chi, in Italia, guarda con interesse a investimenti in criptovalute regolamentati e più sicuri.
Per capire il senso di questa novità occorre spiegare cos’è il liquid staking. Con il normale staking, chi possiede token come Ethereum li “blocca” per contribuire alla sicurezza della rete, ricevendo in cambio un rendimento. Il problema è che i token messi in staking non possono essere usati o venduti fino alla fine del vincolo. Con il liquid staking, invece, l’investitore riceve un token sostitutivo che può circolare liberamente, consentendo di mantenere la liquidità e allo stesso tempo ottenere la ricompensa dello staking.
Finora il tema era controverso, perché la SEC tendeva a classificare molte attività crypto come strumenti finanziari da sottoporre a rigide regole. Ora il chiarimento cambia le carte in tavola. La guida precisa che se il fornitore del servizio di liquid staking svolge un ruolo puramente "amministrativo e ministeriale", senza prendere decisioni discrezionali o promettere guadagni, l'attività non rientra nella categoria dei titoli. Questo significa che, almeno negli Stati Uniti, si aprono spazi per prodotti innovativi come ETF su Ethereum che includano i proventi dello staking, combinando potenziale di crescita e reddito periodico.
Per l’investitore italiano non si tratta di un cambiamento immediato, ma l'orientamento della SEC potrebbe influenzare anche le discussioni in Europa. L'Unione Europea, con il suo regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), ha già costruito un quadro normativo autonomo e specifico per le cripto-attività. In base a MiCA, se i token di liquid staking non sono classificati come strumenti finanziari (l'equivalente europeo dei "securities"), verrebbero comunque regolamentati come "crypto-asset". Questo non significa assenza di regole, ma l'applicazione di un regime normativo completo che impone obblighi precisi ai fornitori di servizi, come ottenere una licenza e garantire massima trasparenza verso gli investitori. In prospettiva, quindi, si passerebbe da un investimento puramente speculativo a un approccio più maturo e strutturato, pienamente integrato in un ecosistema regolamentato.
Per il normale investitore in criptovalute questa notizia è un ulteriore segnale di come il mondo delle cripto si stia normalizzando poco per volta. Questo gli garantisce un futuro. Da un futuro garantito a guadagni con le criptovalute, però ce ne corre. Per ora restano forme di investimento rischiose e difficili da valutare con le normali metodologie di analisi di cui possono, invece, approfittare gli strumenti finanziari più tradizionali.