Stablecoin e interessi: in arrivo un rivale per le banche Usa?

Negli Usa le banche chiedono lo stop ai rendimenti offerti dalle piattaforme su cui si possono depositare le stablecoin. Temono la concorrenza ai conti correnti.
Negli Usa le banche chiedono lo stop ai rendimenti offerti dalle piattaforme su cui si possono depositare le stablecoin. Temono la concorrenza ai conti correnti.
Negli Stati Uniti le grandi banche stanno facendo pressione sul Congresso per chiudere una “scappatoia” della nuova legge federale sugli stablecoin (GENIUS Act): il testo vieta agli emittenti di pagare interessi ai clienti, ma non impedisce esplicitamente che piattaforme e broker di criptovalute offrano premi o rendimenti su stablecoin emessi da terzi. Per gli istituti, di credito americani questo potrebbe spingere i risparmiatori a spostare denaro fuori dai depositi tradizionali, alterando la raccolta e il costo del credito. Il punto non è una disputa tecnica: è una battaglia su chi controllerà il conto corrente del futuro. La notizia è di questi giorni e il fronte bancario chiede un emendamento che blocchi anche l’“interesse indiretto”.
Per capire perché il tema è così caldo basta guardare il quadro normativo appena varato. Il GENIUS Act, approvato a luglio, crea per la prima volta una cornice federale per gli stablecoin “da pagamento”: riserve, vigilanza, rimborso uno a uno. Ma, appunto, se lega le mani agli emittenti, lascia margini alle piattaforme, che potrebbero usare bonus o programmi di rendimento per attrarre clienti. È esattamente questa asimmetria a preoccupare le banche.
In Europa l’impostazione è diversa e più restrittiva. Il regolamento MiCA, già in vigore, vieta in modo esplicito la corresponsione di interessi non solo agli emittenti degli e-money token (gli stablecoin “in euro” per pagamenti), ma anche agli intermediari che offrono servizi su questi token. È un modo per ribadire che gli stablecoin sono mezzi di pagamento, non conti deposito camuffati.
La morale di questa storia è che ancora una volta le regole europee sono chiare e ristrette: niente interessi sugli stablecoin regolamentati. Ma l’innovazione tecnologica ha l’abitudine di allargare i confini in modi inattesi creando temi di dibattito sempre nuovi (qui per un esempio recente sui poteri delle banche centrali) e se negli USA restasse spazio a “premi” via piattaforme, vedremo modelli creativi che potrebbero attrarre utenti anche dall’Europa con tutto quel che consegue in termini di possibilità, ma anche di rischi.
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