Showgroup, la piattaforma dedicata a eventi e spettacolo

Showgroup
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Lentamente, dopo la pandemia di Covid-19, sia la socialità, sia gli eventi collettivi hanno ritrovato l’interesse del pubblico, aumentando la partecipazione ai concerti e riportando gli spettatori nelle sale cinematografiche e teatrali, dopo anni di assenza. A questo proposito ti abbiamo parlato del “fenomeno Barbie” al cinema e dei possibili investimenti legati al settore giocattoli, oltre che del settore cinema e del crowdfunding di Showgroup.
La società è molto giovane – è stata costituita nel 2019 e, di fatto, causa Covid, ha iniziato a funzionare nel 2021. Offre la possibilità, attraverso un’unica piattaforma online, di organizzare un evento di dimensioni medio-piccole (per esempio un meeting aziendale, un matrimonio, una festa…) senza intermediari, contattando direttamente gli artisti, affittando il luogo in cui si terrà l’evento, e scegliendo tutti quei servizi indispensabili alla sua riuscita. Questa caratteristica rappresenta un punto di forza rispetto ai competitor, che per lo più sono molto specializzati su un solo tipo di evento, per lo più nell’organizzazione di matrimoni. Un altro punto di forza è l’esclusiva del contratto che lega gli artisti alla piattaforma. La società guadagna attraverso agli abbonamenti che artisti, proprietari dei luoghi, fornitori di servizi e via dicendo devono sottoscrivere per comparire nel catalogo di Showgroup. Nel 2022 con la piattaforma sono stati organizzati circa 16.000 eventi. I conti della società, che mette a disposizione l’intero bilancio 2021 e 2022, sono oggi quelli tipici di una startup - la società ha finanziato fino a oggi la propria crescita solo con risorse proprie - che ha chiuso in perdita sia l’esercizio 2021, sia il 2022. Dall’analisi dei due bilanci è però evidente l’aumento del giro di affari, i ricavi sono più che duplicati, mentre la crescita dei costi è stata più contenuta. Il primo esercizio che la società ritiene di poter chiudere in utile è il 2025, mentre non si sbilancia su una futura “exit strategy”. Showgroup ha già raggiunto l’obiettivo minimo di raccolta – le nuove risorse verranno usate per ulteriori sviluppi tecnologici, oltre che per investimenti in pubblicità e in nuovo personale. Secondo noi, il progetto è interessante e il settore in cui Showgroup si muove ha ritrovato smalto negli ultimi mesi; certo, va tenuto presente che la società non è quotata in Borsa, per cui potresti avere difficoltà a cedere il tuo investimento e dover aspettare a lungo prima di vederne i frutti. Non è nemmeno garantito il fatto che l’investimento in Showgroup si chiuderà in guadagno. Non è quindi un investimento che consigliamo a tutti, tuttavia, dato che il crowdfunding parte da 250 euro, una cifra contenuta, ti offre agevolazioni fiscali (in questo caso limitate al 30%) e hai la possibilità di usufruire del servizio di rubricazione a pagamento – vedi a seguire - se non temi le perdite e hai la possibilità di aspettare anche a lungo per veder fruttare il tuo investimento, puoi considerare un investimento in Showgroup.
Cos’è la rubricazione gratuita (o regime alternativo di intestazione delle quote)
Quando investi in una società mediante crowdfunding ne divieni socio e ottieni una partecipazione proporzionale alla quota che hai investito. Per vendere le quote in tuo possesso, con il regime ordinario di intestazione delle quote, dovresti cercare tu l’acquirente e poi rivolgerti a un notaio o a un commercialista per le pratiche burocratiche. Il regime alternativo di intestazione delle quote cerca di semplificare questa operazione, consentendo all’investitore di vendere le quote direttamente sul portale, risparmiando denaro (onorari dei professionisti, bolli e diritti vari) e tempo. Questo servizio è attivabile solo se la società in cui hai investito è una società a responsabilità limitata e viene fatto da un intermediario – in questo caso si tratta di Directa. Per usufruirne devi avere una residenza fiscale in Italia. Tieni presente che questo servizio prevede dei costi, 15 euro una tantum per clienti privati per l’attivazione del servizio e altri 30 per la rubricazione vera e propria, a meno che la società promotrice del crowdfunding non se ne faccia carico.
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