Articolo Crowdfunding

Crowdfunding: a chi può interessare?

Il termine Crowdfunding deriva da "crowd" folla e da "funding" ossia raccolta di denaro.

Il termine Crowdfunding deriva da "crowd" folla e da "funding" ossia raccolta di denaro.

Data di pubblicazione 07 agosto 2024
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Il termine Crowdfunding deriva da "crowd" folla e da "funding" ossia raccolta di denaro.

Il termine Crowdfunding deriva da "crowd" folla e da "funding" ossia raccolta di denaro.

L'investimento in crowdfunding è una soluzione che non è adatta a tutti, ma solamente ad alcune tipologie di investitori, quelli che meno temono di correre qualche rischio in più, pur di spuntare dei rendimenti interessanti.

Maschio, quarantottente, questo è la figura dell'investitore medio in progetti di crowdfunding che sembra uscire da un recente quaderno della Consob (vedi riquadro in fondo all'articolo). 

Ma al di là dei risultati delle ricerche, qual è la figura di investitore a cui più si adatta l'idea di investire tramite crowdfunding?

Innanzitutto chiariamo quali sono le opzioni di investimento che si hanno tramite crowdfunding: quote di società, progetti immobiliari, prestiti. Concentriamoci soprattutto sul fenomeno dell'equity crowdfunding, cioè dell'investimento in quote di società, ma le considerazioni che faremo possono in parte adattarsi anche alle altre forme di investimento. 

  • Investire in quote di piccole società è di per sé rischioso non meno che investire in società per azioni quotate in Borsa. 
  • L'equity crowdfunding punta quasi sempre su società neonate che non hanno da offrire progetti già consolidati e, anzi, spesso, si limitano a portare avanti le promesse di una idea brillante.
  • L'investimento in crowdfunding è illiquido: non se ne esce prima di qualche anno, sia perché questo è il tempo che impiegano i progetti finanziati per maturare, sia perché nel frattempo è molto molto difficile trovare qualcuno a cui vendere le proprie quote societarie.

Ciò significa che l'equity crowdfunding è una forma di investimento adatta a chi:

  • Ci può investire del denaro che non gli è necessario per vivere e che può tranquillamente perdere, anche completamente (fattore oggettivo).
  • Non ha paura di correre dei rischi elevati nella speranza di ottenere dei rendimenti più elevati (fattore soggettivo).
  • Ha un orizzonte temporale d'investimento adeguato (in genere non meno di 5 anni) ed è quindi consapevole che, anche se le cose vanno bene non rivedrà i suoi soldi tanto presto.

A queste caratteristiche se ne aggiungono alcune altre.

  • L'investitore che sceglie l'equity crowdfunding deve essere consapevole che prima di investire deve studiare molto. Non sta comprando, infatti, una blue chip del mercato azionario per cui può illudersi di sapere di cosa si tratta, ma sta mettendo i suoi soldi in un progetto molto specifico. Lo studio e l'attenzione ai dettagli sono fondamentali per limitare i rischi.
  • L'investitore che sceglie l'equity crowdfunding deve, di conseguenza, avere una educazione finanziaria buona per poter comprendere tutta la documentazione.
  • L'investitore che sceglie l'equity crowdfunding deve, infine, essere consapevole del fatto che, una volta fatto l'investimento, le informazioni sul suo andamento non saranno capillari come quelle di cui godono gli investitori in Borsa. I bilanci sono annuali e non c'è una quotazione di Borsa a dare giorno per giorno una valutazione del suo investimento. E questo vale anche per chi compra fondi che investono in crowdfunding dove le quote non sono pubblicate giornalimente, ma hanno cadenze anche semestrali o più. 

Fatte tutte queste osservazioni può, ovviamente, sperare in rendimenti più elevati del normale e in una tassazione favorevole.

Nel caso del crowdfunding immobiliare e dei prestiti tramite crowdfunding le caratteristiche dell'investimento possono variare, soprattutto a livello di rischio di perdite, e di orizzonte temporale (che può accorciarsi o essere più prevedibile). Restano fermi i problemi relativi all'illiquidità dell'investimento. Le caratteristiche dell'investitore sono quindi analoghe, anche se non perfettamente identiche, a quelle che abbiamo visto fin qui.

In ogni caso vi consigliamo di prendere visione della sezione dedicata al crowdfunding di questo sito, sia per vedere cosa abbiamo detto sui progetti passati (l'esperienza offre spunti di riflessione sul futuro), sia per vedere quali riflessioni potremo stimolare sui progetti che verranno portati in futuro all'attenzione dei risparmiatori. 

 

Il report del quaderno Fintech della consob intitolato "Il crowdinvesting made in Italy Un’indagine conoscitiva" è stato pubblicato a metà luglio del 2024. Si tratta di una ricerca sul settore in Italia che può offrire a chi è interessato ai dettagli tecnici una panoramica basata su interviste.
Lo trovate qui: www.consob.it/documents/11973/4032571/fintech13.pdf/23d2cabd-ff40-7511-1e43-6aafbe8b4942