Al giro di boa del 2023 con due novità

Giro di boa
Giro di boa
Giugno ha sorriso alle Borse mondiali, che in media han messo su il 3,1% (in euro e dividendi inclusi). Tra le Piazze della nostra selezione sono andate male solo Jakarta (-1,7%) e Seul (-2,1%), tutte le altre hanno guadagnato qualcosa, a partire da Wall Street (+4,4%) e Toronto (+3,8%). Risultati moderatamente positivi sono venuti da Zurigo (+0,6%), Londra (+1,1%), Stoccolma (+1,2%) e dalle Piazze cinesi (+1,2%). Un po’ meglio è andata a Tokio (+1,6%) e ancora meglio a Città del Messico (+2,6%) e Sidney (+2,7%). Sul fronte obbligazionario la situazione non è stata, invece, positiva: i titoli di Stato mondiali hanno ripiegato del 2,6%, in parte anche per la forza dell’euro che ha recuperato terreno su molte valute (vedi sotto). È il caso dei titoli di Stato Usa (-3,3%, col dollaro in calo del 2,3%). In rosso sono risultati anche i titoli di Stato svedesi (-3%), cinesi (-4%) e norvegesi (-0,5%). La media dell’eurozona è un -0,5% e sono andati in negativo anche i titoli ad alto rendimento in dollari Usa (-0,7%). Dati positivi vengono dai bond ad alto rendimento in euro (+0,5%) e titoli di Stato brasiliani (+6,5%).
L’ECONOMIA BRITANNICA STA SOFFRENDO
In Gran Bretagna, per la prima volta dal 1961, il debito pubblico ha superato il 100% del Pil a fronte di un peggioramento delle finanze pubbliche a cui hanno contribuito anche i sussidi per l’energia (per aiutare le famiglie a far fronte all'impennata dei prezzi energetici) e l'aumento della spesa sociale.
L'inflazione non è più scesa (era l'8,7% a maggio) e, se si escludono energia e alimentari, ha toccato un nuovo massimo (al 7,1% contro il 5,8% di fine 2022). In un'economia dominata dai servizi, il costo del lavoro è assai importate ed è in forte salita. Un mercato del lavoro rigido e la mancanza di manodopera da altri Paesi europei per via della Brexit stanno spingendo al rialzo i salari di oltre il 7%. Questo aumento non ha neppure il pregio di alzare il potere d'acquisto degli inglesi: da un lato abbiamo visto l'inflazione elevata, da un altro, il forte aumento dei tassi pesa sui redditi delle famiglie assai indebitate. Molti mutui, dopo un periodo iniziale a tasso fisso (non oltre i 5 anni in genere) passeranno a un tasso variabile e molte famiglie britanniche vedranno salire gli interessi da pagare dal 2% circa a circa il 6% Per molte di loro non sarà facile farvi fronte, anche perché nel Regno Unito esistono ancora mutui al 100% del valore dell'immobile o per cui si rimborsano i soli interessi e non il capitale. E chi è in affitto non sta meglio: a maggio gli affitti sono saliti del 5% su maggio 2022. Dato che i proprietari trasferiranno sugli inquilini l'aumento dei costi del credito e che l'offerta di alloggi è ridotta, è probabile che la tendenza al rialzo continui.
Di fronte a questa ondata di cattive notizie, i margini di manovra delle Autorità sono limitati, sia sul fronte della politica fiscale sia su quello della politica monetaria. La decisione del governo Truss a fine estate 2022 di lasciar correre il deficit ha reso gli investitori diffidenti. Se i rendimenti dei titoli decennali dell'Eurozona e degli Usa sono rimasti quasi invariati da inizio anno, quelli dei corrispondenti bond britannici sono saliti passando dal 3,7% al 4,5% circa, restringendo i margini di manovra di Downing Street. Anche la Banca d'Inghilterra non ha scelta. Preoccupata per l'inflazione, ha appena alzato i tassi ufficiali dello 0,5%, portandoli verso il 5%: il livello più alto degli ultimi 15anni. Ha segnalato, poi, che li aumenterà ancora, tanto che gli investitori prevedono un picco vicino al 6%; un livello che mette il Paese a rischio recessione, ma necessario per arginare l'inflazione. In questa situazione economica è difficile convincere le aziende a investire, ma il Paese ne ha bisogno: senza investimenti, la bassa produttività, tallone d'Achille dell'economia britannica, rimarrà un problema a lungo.
LONDRA FUORI DA DUE DEI NOSTRI PORTAFOGLI
Per ora, solo il mercato obbligazionario sta davvero soffrendo, con l'aumento dei tassi di interesse che si traduce in prezzi obbligazionari più bassi (-2,8% da inizio anno in sterline i titoli di Stato britannici, contro il +1,9% di quelli dell’eurozona). D'altro canto, sui mercati dei cambi, questi tassi di interesse più elevati contribuiscono a sostenere la sterlina, che da inizio anno si è rafforzata del 3,4% nei confronti dell'euro. Il mercato azionario non è da meno: da inizio anno è in progresso (+5,6% in euro), con una performance inferiore alle medie, ma comunque interessante, grazie ad alcune società come Rolls-Royce Holdings, che sta beneficiando della ripresa del settore aereo e del rimbalzo delle spese militari per la guerra in Ucraina, o di BAE Systems, che beneficia anch’essa del rafforzamento delle spese militari. Lo stesso vale per Sainsbury che, come molti altri attori della distribuzione, ha gonfiato i propri margini di guadagno grazie all’inflazione. La Borsa di Londra, ben diversificata, può contare su diversi campioni mondiali, come Anglo American nelle materie prime, ma per gli acquirenti di fondi o ETF, che cercano di replicare l'andamento del mercato britannico nel suo insieme, i rischi sono cresciuti di pari passo al peggioramento della situazione economica. In questo contesto abbiamo deciso di dire addio alla Borsa britannica nei Portafogli Difensivo ed Equilibrato (resta in quello Dinamico) e di investire, piuttosto in quella giapponese il cui peso sale in entrambi i casi al 10%. Tokio è stata, infatti, oggetto di rinnovata attenzione da parte degli investitori man mano che la sua governance si è evoluta, premiando gli azionisti meglio che in passato, e il mercato interno migliora, te ne parliamo qui: www.altroconsumo.it/investi/investire/mercati-e-valute/analisi/2023/06/giappone.
A giugno il dollaro ha perso il 2,3% sull’euro, ben di più ha perso lo yen giapponese (-5,5%). La corona svedese è calata dell’1,5%, mentre quella norvegese ha messo su l’1,6%. Se l’è cavata bene anche il real brasiliano (+3,8%), mentre si è assistito a un bilancio in rosso per yuan cinese (-4,4%), won coreano (-1,6%) e rupia indonesiana (-1,6%). La sterlina inglese ha messo su lo 0,2%.
Diversi Etf targati “Lyxor” sono stati fusi nei corrispondenti Etf targati “Amundi”. Nelle tabelle trovi lumi sui prodotti corrispondenti dopo la fusione. In particolare, l’Etf Lyxor MSCI World Utilities TR UCITS ETF - Acc EUR (mantieni; Isin LU0533034558) è stato fuso in Amundi S&P Global utilities Esg Ucits Etf Dr - Eur (A) (9,69 euro; Isin IE000PMX0MW6). Il consiglio resta “mantieni”. Attenzione che il nuovo valore della quota è intorno ai 10 euro, mentre quello del vecchio prodotto era intorno ai 270: troverete pertanto un differente numero di quote in vostro possesso.
RISPOSTE PER TE
@Lucio La valutazione di fondi e Etf è fatta secondo le regole che trovi su www.altroconsumo.it/investi/fiscale-e-legale/metodologia. Sul sito, cliccando sulla scheda del fondo, puoi accedere al dettaglio della valutazione nelle sue componenti. La valutazione non predice, né potrebbe mai assolutamente farlo, come andrà in futuro, ma è come un curriculum vitae del passato. Negli scorsi anni è capitato che i fondi non fossero all’altezza del curriculum vitae e che, dopo anni brillanti, sfiorissero. Per questo abbiamo due soluzioni. Primo: consigliare il più possibile Etf che non danno problemi di questo tipo, perché si limitano a fotografare i mercati, e la qualità della fotografia è costante. La seconda è non limitare la valutazione ai rendimenti, ma integrarla con elementi più stabili nel tempo come i costi e includendo l'osservazione del rendimento generato ogni anno negli ultimi 5 anni per premiare i fondi che han buoni risultati ogni anno rispetto a quelli con performance altalenante, segno di gestione irregolare. FF Gl MA Income A-ACC-USD (12,39 Usd; Isin LU0905233846) ha risultati accettabili sotto questi punti di vista, ma negli ultimi 3 anni non ha avuto un andamento brillante (anche se, vedi tabella, su 5 anni batte l’Etf VanEck che lo precede nella valutazione). Il voto 75/100 è accettabile, ma peggiore rispetto a un anno fa (n° 1452; allora la valutazione fu 87/100; non è possibile un confronto col n° 1338 perché la valutazione era diversa). Per questo, la prudenza impone un cambio di consiglio da acquista a mantieni (se hai un Pac sospendilo).
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