Richemont scuote il settore lusso…

A sorpresa Richemont ha pubblicato dati trimestrali sulla a fine dicembre 2024 nettamente sopra le attese.
A sorpresa Richemont ha pubblicato dati trimestrali sulla a fine dicembre 2024 nettamente sopra le attese.
A sorpresa Richemont (possiede marchi come Cartier, Van Cleef & Arpels,…) ha pubblicato dati trimestrali a fine dicembre 2024 nettamente sopra le attese, con un fatturato in salita del 10% (contro il +1% previsto), grazie alla crescita sostenuta negli Usa, in Europa e in Giappone.
Che conclusioni ne possiamo trarre? Innanzitutto, la fascia (molto) alta sembra andare bene; il che conferma una certa resilienza strutturale in questa gamma, più evidente rispetto a prodotti meno cari. Del resto, già negli ultimi mesi la salute relativamente migliore del gruppo Hermès rispetto a un buon numero di altri marchi meno prestigiosi sembrava già andare in questa direzione. In secondo luogo, il settore del lusso sembra reggere alla debolezza del motore tradizionale cinese (-18% nel trimestre) se le condizioni sono favorevoli in altre parti del mondo, in particolare in caso di buoni flussi turistici in Europa e Giappone, due aree che beneficiano del relativo indebolimento delle loro monete. Per quanto riguarda la forza del continente americano, il merito va attribuito alle elezioni presidenziali Usa, svolte, in ultima analisi, con serenità. Ciò detto, però, per quanto promettenti possano sembrare, questi dati rappresentano solo un trimestre e di un solo gruppo. Non è possibile assimilare la situazione della gioielleria ad altri prodotti (come la moda e la pelletteria, cruciali per esempio per LVMH). Né è detto che i buoni dati registrati nel lusso in tutti i Paesi, eccetto la Cina, continuino, anche a causa della situazione economica.
A lungo termine, la valutazione ancora piuttosto generosa delle azioni del settore del lusso presuppone quindi una crescita pronunciata e sostenibile in Cina che vada al di là dei risultati ottenuti nell’ultimo scorcio del 2024, che per il momento si fa attendere. Certo quanto pubblicato di recente da Brunello Cucinelli (vedi Investi n° 1590, 118,8 euro al 22/; Isin IT0004764699, vendi) pur in linea con le previsioni, mostra la forza anche di alcuni attori, una forza che si proietta anche verso il lungo periodo. Però, il grosso delle conferme deve ancora venire e tra febbraio e marzo sarà tutto un susseguirsi di comunicati. La società per certi versi più significativa in tal senso è il colosso francese del lusso LVMH (713,8 euro al 22/1; Isin FR0000121014, vendi) che pubblicherà i risultati annuali questo 28 gennaio. La crescita in Borsa di LVMH giovedì 16 gennaio (+7% nella giornata), sulla scia di Richemont, è significativa per un gruppo di queste dimensioni, ma nel momento in cui scriviamo l’attesa che si possa comprendere meglio il potenziale di crescita degli utili del colosso francese a lungo termine. L’agenda poi è fitta: domani dovrebbero arrivare i risultati di Burberry e poi diverse società pubblicano a febbraio, tra queste Kering l’11, Hermes il 14.
Che fare con il fondo che hai acquistato?
Un paio di settimane fa il consiglio sull’Etf quotato a Milano Amundi S&P global luxury (221,9 euro al 22/1; Isin LU1681048630) che investe nel settore lusso è passato da acquista a mantieni per i seguenti motivi: il primo erano i verbali della Fed, allora appena usciti, che ci rendevano più attendisti su quest’anno, il secondo era il persistere delle incertezze economiche in Cina, grande cliente del settore. I dati di Richemont, ma anche quelli Brunello Cucinelli, ci dicono che si può anche fare a meno per certi versi della Cina per avere una buona crescita, basta che corrano altre aree, come l’America. Questo ci conforta, ma prima di cambiare idea preferiamo vedere come andranno le trimestrali. Il consiglio mantieni è confermato.
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