L’oro frena la sua corsa

L'oro ha ripiegato dai massimi.
L'oro ha ripiegato dai massimi.
L’oro, come puoi vedere dal grafico cliccando qui sopra, ha vissuto un 2024 da leoni. Se lo scorso 14 febbraio valeva anche meno di 2.000 dollari l’oncia troy (31,1035 grammi), a fine ottobre era arrivato superare i 2,780 dollari l’oncia Troy, un salto di quasi il 40%. Non male per un bene che non produce frutti.
Dei motivi del suo rialzo ti abbiamo parlato abbondantemente in passato, invitandoci ad investire nel metallo giallo in ottica di diversificazione extra portafoglio, ma poco più di un mese fa abbiamo cambiato strategia passando il consiglio a mantieni quando era intorno a 2.640 dollari l’oncia e dicendoti di vendere eventualmente l’oro che eccedesse il 5% del tuo dal valore dei tuoi investimenti (cosa assai probabile vista la forte crescita del suo valore). Il motivo è che vedevamo all’orizzonte segnali che la corsa non sarebbe andata avanti in eterno e temevamo un ripiegamento.
L’oro ha corso ancora per un po’, fino a fine ottobre, raggiungendo nuove vette per poi ripiegare a ridosso delle elezioni e planare a quota 2.597,27 dollari l’oncia nella giornata di ieri, e oggi siamo andati addirittura sotto.
Che cosa sta succedendo? Innanzitutto, c’è stato il rafforzamento del dollaro Usa dopo le elezioni che è passato da 0,9147 euro a 0,9413 euro. Siamo ai massimi da un anno a questa parte se si eccettua un picco lo scorso aprile. E questo non vale solo per la valuta unica, ma anche per altre valute, per esempio è ai massimi da inizio anno rispetto anche alla rupia indiana (rispetto ai minimi di marzo è sopra di un 2% circa) e gli indiani, si sa, sono grandi acquirenti di oro per la gioielleria.
Tutto sommato quelli sui mercati valutari non sono grandi movimenti, ma se si tiene conto che il prezzo dell’oro è in dollari vuol dire che il dollaro forte lo ha reso un po’ più caro e questo è un primo piccolo spunto di riflessione che può avere spinto qualche presa di beneficio.
Ma il grosso delle motivazioni del calo sta forse altrove.
In primo luogo, sta nelle dinamiche dei prezzi al consumo: c’è incertezza sull’inflazione Usa e su come si muoveranno i prezzi durante la presidenza Trump. I mercati sono cauti. Ricordiamo che una inflazione alta è allo stesso tempo un buon motivo per investire in oro (l’oro non viene “mangiato” dall’inflazione) e un buon motivo per non investirci (una inflazione alta costringe la Banca centrale a tenere alti i tassi e i maggiori rendimenti sui titoli di Stato Usa, conseguenza dei tassi alti, offrono un concorrente fruttifero all’oro, che è infruttifero). Quale sarà il bilanciamento tra queste due componenti? Nell’incertezza c’è chi ha ridotto la sua esposizione in oro, tanto più che il ciclo di ribasso dei tassi che aveva aiutato l’oro a salire, a livello di attese, sembra già pienamente inglobato nei prezzi.
Un ulteriore elemento di riflessione è che le elezioni Usa hanno avuto un vincitore certo. Niente incertezza sul futuro dell’amministrazione, niente lunghi riconteggi dei voti. L’oro cresce in un mondo incerto, perché usato come rifugio. Se calano le incertezze cala il bisogno di oro.
Infine, c’è la notizia che la Banca centrale cinese avrebbe frenato i suoi acquisti di oro. Il rafforzamento delle riserve delle banche centrali è stato un elemento che ha sostenuto l’oro negli scorsi mesi, ma ora sembra che quella cinese (tra le banche centrali che hanno acquistato più oro) non sia disposta a farlo a qualunque prezzo e stia cercando momenti migliori. Probabilmente non smetterà, ma probabilmente non lavorerà per contribuire a spingere i prezzi in alto.
L’epoca dell’oro non è finita: gli ultimi cali non affossano la sua utilità in ottica di diversificazione dei vostri investimenti. Anche se ha ripiegato dai massimi non crediamo che sia venuto il momento di tornare ad acquistarne. Potete, però, mantenere gli investimenti fatti in passato entro il limite del 5% del vostro capitale come investimento extra portafoglio.
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