Quanto pesa l'attuale rialzo dei rendimenti di BoT e BTp?

Costi aste
Costi aste
I tassi sui nostri titoli di Stato si sono alzati, un dato che oramai è comprovato e sotto gli occhi di tutti. Lo dicono le aste con cui il nostro Paese colloca il proprio debito e lo dicono i rendimenti sul mercato dei nostri titoli di Stato.
Lo spread si calcola sulla differenza dei rendimenti del decennale italiano e del decennale tedesco sul mercato, per questo varia non solo di giorno in giorno, ma anche durante il giorno. Bisogna fare attenzione a leggere lo spread e non farsi trarre in inganno. Non è un valore assoluto, bensì una differenza. Per cui, lo spread può aumentare perché sale il rendimento del nostro BTp, ma non solo. Sono tante le combinazioni per cui lo spread può alzarsi, dipende infatti anche dall’andamento del Bund. Lo spread può salire se il rendimento del BTp rimane fermo, ma scende quello del Bund, può salire se il rendimento del Bund scende più di quello del BTp… (in tabella trovi varie combinazioni).
SPREAD: PERCHÉ AUMENTA |
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Rendimento BTp |
+ |
= |
++ |
+ |
- |
Rendimento Bund |
= |
- |
+ |
- |
-- |
Spread |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
++ o - - significa variazioni, in aumento o in diminuzione, maggiori rispetto a + o -. |
Essendo una differenza, a parità di livello di spread i rendimenti del nostro decennale possono essere diversi a seconda dei casi. Uno spread a 200 può esserci con rendimento del BTp decennale al 5% e del Bund al 3%, oppure con rendimento del BTp al 3% e quello del Bund all’1% (e così via, le combinazioni sono infinite). Ovviamente, le diverse situazioni appena esposte comportano una situazione ben differente per il nostro Stato.
Altra premessa fondamentale. Gli interessi che paghiamo sul nostro debito pubblico e che incidono sui nostri conti sono quelli che vengono definiti in asta – a meno di titoli a tasso varabile e indicizzati – in parte. Se sul mercato il rendimento richiesto è di un certo livello, questo poi si riflette sul livello medio generale dei tassi richiesti sui titoli collocati in asta e quindi in quel caso, sui nostri conti pubblici. Lo vedi dal grafico qui sotto che riporta il costo medio delle emissioni anno per anno: nel periodo gennaio-settembre 2023 è arrivato al 3,66%. Ovviamente noi non paghiamo su tutto il nostro debito esistente quel 3,66%, così come prima, nel 2022, non pagavamo l’1,71% - questo è il dato, come detto, del costo medio delle emissioni in quell’anno. L’intero costo del debito sarà la media, ponderata, di tutte le emissioni negli anni dei titoli ad oggi in circolazione. A fine 2022 il rapporto interessi/stock debito è pari al 3%. Con il continuo aumento dei rendimenti sul mercato, il costo delle emissioni aumenta e questo pian piano andrà ad aumentare la spesa per gli interessi del nostro Stato, pesando sui conti e, come spiegato, sulla fiducia dei mercati…
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