Austrialia: la Banca centrale taglia i tassi

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La Reserve Bank of Australia (RBA) ha tagliato di 25 punti base il costo del denaro, portandolo al 3,60%. La governatrice della banca centrale, Michele Bullock, ha dichiarato che le loro previsioni presuppongono altri due tagli nei prossimi mesi. Senza questi interventi, ha aggiunto, la Banca centrale rischierebbe di non centrare i propri obiettivi di inflazione e occupazione.
Ricordiamo infatti che la RBA, a differenza della BCE il cui obiettivo principale è mantenere l’inflazione intorno al 2%, ha un doppio mandato: deve garantire la stabilità dei prezzi mantenendo l’inflazione tra il 2% e il 3%, e promuovere la piena occupazione. Entrambi questi indicatori sono attualmente vicini ai rispettivi obiettivi. Secondo le ultime previsioni, inflazione e occupazione dovrebbero rimanere stabili, mentre la crescita economica dovrebbe raggiungere il suo livello potenziale del 2% nel 2026.
Ad oggi, però, la crescita procede a rilento. La ragione, secondo la RBA, è la scarsa crescita della produttività. La Banca centrale ha infatti rivisto al ribasso le stime di crescita della produttività, passando dall’1% allo 0,7%. Michele Bullock ha ammesso che le previsioni precedenti erano troppo ottimistiche per quanto riguarda crescita e consumi, mentre quelle su inflazione e occupazione erano coerenti. Questo ha reso difficile individuare la politica monetaria più adeguata.
Nel primo trimestre, la crescita è stata di appena 0,2%, ma nel secondo trimestre la situazione sembra essere migliorata grazie ai consumi interni e al commercio. Tuttavia, i dati ufficiali saranno pubblicati all’inizio di settembre, quindi non ha senso sbilanciarsi troppo al momento.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l’ultimo dato sulla disoccupazione è stato del 4,3%, il più alto dall’inizio del 2022. Questo potrebbe segnalare un raffreddamento del mercato del lavoro. La governatrice Bullock ha dichiarato che ci sono opinioni discordanti sul tema. Nel complesso, il consiglio ritiene che il mercato del lavoro sia ancora piuttosto teso, ovvero che la domanda di lavoratori da parte delle imprese è forte, ma l’offerta non è sufficiente.
Le politiche commerciali dell’amministrazione americana rendono lo scenario dell’economia australiana ancora più incerto. L’Australia ha trovato un accordo per dazi al 10%, ma rimane il rischio di dazi settoriali aggiuntivi, ad esempio sui prodotti farmaceutici. Da tenere sotto controllo è anche la domanda cinese, dato che la Cina è il principale partner commerciale dell’Australia. In generale, il Paese è fortemente esposto al commercio globale, poiché dipende molto dalle esportazioni.
Su questo punto, Michele Bullock ha dichiarato che la situazione è davvero incerta e che la Banca centrale cerca di muoversi in base ai dati, aspettando conferme prima di prendere decisioni importanti. Nel complesso la RBA ritiene che i dazi avranno un effetto leggermente deflattivo, in quanto provocheranno una riduzione della crescita e della domanda globale.
Per il futuro, ci si aspettano ulteriori tagli dei tassi. Molti economisti ritengono che entro marzo 2026 ci saranno altri due interventi, mentre altri prevedono che nell’arco di un anno il costo del denaro possa scendere di 100 punti base. L’ipotesi di ulteriori tagli è stata praticamente confermata dalla RBA, anche se tutte le singole decisioni continueranno a dipendere dai dati. Il punto centrale è che il ciclo di politica monetaria espansiva non è ancora concluso e dovrebbe proseguire nei prossimi mesi.
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