I dati pubblicati durante il weekend mostrano un rallentamento dell'economia cinese anche più ampio di quanto atteso e soprattutto che fanno sorgere molti dubbi sull'effettiva capacità da parte del Paese asiatico di raggiungere l'obiettivo di crescita del 5%. Molti osservatori sostengono che, in assenza di uno stimolo economico importante da parte del governo, con i dati visti fino ad ora il 5% non sarà raggiunto. Ovviamente, queste sono ipotesi e teorie che poi bisognerà verificare col tempo e controllare se saranno state corrette o meno. Quelle che è certo sono però i dati: investimenti, consumi, produzione industriale e il settore immobiliare ad agosto hanno mostrato un andamento che è stato peggiore di quanto era atteso.
La produzione industriale è aumentata del 4,5% ad agosto rispetto all'anno precedente, in rallentamento rispetto al 5,1% del mese precedente e meno delle attese di mercato del 4,7% e un discorso analogo si può fare per le vendite al dettaglio (+2,1% da +2,7% di luglio e attese a +2,5%), così come per gli investimenti (+3,4% da +3,6% e attese a +3,5%). Dunque, non solo la produzione ma anche i consumi rallentano sempre di più.
L'altro grande malato dell'economia cinese, il settore immobiliare virgola non adatto segnali di recupero. I prezzi delle case sono scesi al ritmo più veloce dal 2014 (-5,3% annuale ad agosto dal -4,9% di luglio) e gli investimenti immobiliari sono diminuiti del 10,2% nel periodo, invariati rispetto a luglio e leggermente peggiori rispetto alla previsione di un calo del 10%.
Al momento l'unica boccata d'ossigeno proveniente dai dati di agosto è stata quella delle esportazioni nette. Qualora il ritmo delle esportazioni riuscisse a rimanere simile a quello di agosto, il contributo al tasso di crescita del Pil potrebbe essere importante e potrebbe aiutare il governo cinese nel raggiungere l'obiettivo del 5%. È anche vero che bisognerà poi vedere l'effetto sulle esportazioni cinesi dei vari dazi che pian piano entreranno in vigore.