News

La Fed taglia dello 0,5%. Come hanno reagito i mercati? Cosa fare con obbligazioni ed azioni?

Fed: taglio dello 0,5%

Fed: taglio dello 0,5%

Data di pubblicazione 19 settembre 2024
Tempo di lettura: ##TIME## minuti

condividi questo articolo

Fed: taglio dello 0,5%

Fed: taglio dello 0,5%

La Banca centrale Usa alla fine ha optato per il "jumbo cut". Come impatta questo sui mercati e sulle nostre scelte in fatto di obbligazioni ed azioni?

LA DECISIONE
Come previsto, la Federal Reserve statunitense ha tagliato i tassi di interesse. Se la decisione è stata ampiamente anticipata da tutti, la sua portata lo è stata meno. Mentre le altre principali Banche centrali hanno tutte optato per la prudenza, con tagli dei tassi limitati allo 0,25%, la Fed non ha esitato ad andare oltre, con un taglio iniziale dello 0,5% che fissa i tassi statunitensi in un intervallo del 4,75%-5%.

LA REAZIONE
Gli investitori avrebbero potuto percepire un taglio di tale entità in due modi: avrebbero potuto dire che se la Fed taglia dello 0,5% è perché si rende conto che la situazione economica negli Stati Uniti si sta deteriorando rapidamente e che sta cercando di evitare un atterraggio di fortuna. Ciò avrebbe aumentato l'ansia degli investitori, pesando sui mercati. Avrebbero però anche potuto vederlo come un segno che Jerome Powell e i suoi colleghi hanno tutto sotto controllo e stanno operando una riduzione di tale portata proprio per evitare il peggio. La prima reazione, quella immediata, è stata di fidarsi della Fed. Ma a poco a poco, il dubbio si è fatto strada sui mercati americani. Serviranno giorni in più, e soprattutto dati economici ulteriori, per capire meglio il nuovo sentimento di mercato.

LE ATTESE
È chiaro che le previsioni pubblicate contemporaneamente dalle autorità monetarie statunitensi mostrano che non è il momento dell'euforia: la Fed si aspetta una crescita degli Stati Uniti intorno al 2%, nel 2024, ma anche ogni anno fino al 2027. Un'attività economica moderata, quindi, tutt'altro che straordinaria. Per quanto riguarda l'inflazione, tornerà al suo obiettivo del 2,0%, ma solo nel 2026. Il mercato del lavoro migliorerà leggermente, ma, soprattutto, l'anno prossimo i tassi di riferimento dovrebbero scendere nell'intervallo del 3%-3,5% per poi stabilizzarsi intorno al 3% in seguito. Si tratta di tassi che raggiungeranno rapidamente il livello che la Fed ritiene appropriato, a sua volta più alto di quanto previsto in precedenza. Non bisogna quindi aspettarsi un ritorno alle condizioni di finanziamento straordinariamente vivaci che hanno caratterizzato il decennio fino al 2022. Ciò non ha mancato di influenzare i tassi a lungo termine statunitensi, che sono saliti dal 3,6% prima dell'annuncio della Fed a oltre il 3,7%.

GLI INVESTIMENTI
Approfittando del calo del costo del credito, che inevitabilmente sosterrà l'attività, l'economia statunitense dovrebbe rimanere su valori solidi. Continuiamo a investire su di essi in tutti i nostri portafogli diversificati. Per le obbligazioni puoi approfondire qui.