Gli ultimi avvenimenti che stanno interessando Israele, Libano e più in generale il Medio-Oriente hanno iniziato a produrre degli effetti sui mercati finanziari. Come di consueto, quando ci sono tensioni a livello internazionale, che siano finanziarie o geopolitiche, i mercati adottano un atteggiamento di cercare un rifugio per i propri investimenti, che vengono chiamati safe haven, “paradisi sicuri” letteralmente tradotto, oppure investimenti-rifugio.
Anche in questi giorni i mercati si sono mossi come da tradizione. Porto sicuro per gli investimenti tradizionalmente è il dollaro Usa e nella sola giornata del 1° ottobre il biglietto verde ha guadagnato l'1% sull'euro e più in generale ha conosciuto un progresso nei confronti delle valute mondiali.
Altro rifugio sicuro sono ovviamente i Treasury, i titoli di Stato Usa, il cui rendimento è sceso in un solo giorno dello 0,07%, movimento che potrà sembrare ridotto, ma che in realtà, se moltiplicato per una duration di 10 anni, si traduce in un progresso dei prezzi dei titoli di Stato americani dello 0,7% in una sola giornata. Ovviamente un maggior afflusso di acquisti sui bond americani in parte spiega anche l'aumento delle quotazioni del dollaro. Se infatti una parte degli investimenti e degli acquisti effettuati sui Treasury arrivano dall'estero, vi è un afflusso di capitali a favore del dollaro. Ovviamente il movimento di Treasury non è dovuto solo ad acquisti esteri, ma anche da acquisti domestici.
Simmetricamente ai Treasury, in Europa abbiamo i Bund tedeschi, che nonostante le difficoltà che sta incontrando l'economia teutonica continuano ad essere un porto sicuro: la Germania continua ad avere un rating AAA e la sua capacità di rimborsare i debiti rimane indiscussa. I rendimenti dei Bund tedeschi decennali sono scesi dello 0,09% nella stessa giornata in cui si è avuto il calo dei rendimenti dei Treasury, e quindi su una duration di 10 anni significa un progresso dei prezzi dei bond dello 0,9% in un solo giorno. Non è assolutamente una coincidenza quella di avere due titoli di Stato considerati rifugi sicuri per gli investimenti che hanno conosciuto degli andamenti fortemente positivi nello stesso giorno.
C'è da ricordare sicuramente che sull'andamento dei Bund tedeschi, come su quelli dei Treasury americani, in questo periodo stanno impattando le prospettive di mercato sui tagli dei tassi di interesse delle rispettive Banche centrali. Per la Bce aumentano sempre di più le scommesse, visti i dati macroeconomici e le dichiarazioni degli stessi esponenti dell'istituto di Francoforte, di un taglio anche ad ottobre. Negli Stati Uniti si prezza con sempre maggiore probabilità, seppur ancora sotto il 50%, un altro taglio dello 0,5% nella prossima riunione. È anche vero che movimenti così importanti in una sola giornata in concomitanza con un'escalation militare nel Medio Oriente non può che trovare come motivazione principale il cosiddetto flight-to-quality, cioè lo spostamento dei capitali verso investimenti ad alta qualità (e sicurezza).
Tra le dirette conseguenze della situazione in Medio Oriente c'è poi anche la decisone di S&P di tagliare il rating di Israele. Il giudizio è stato portato da A+ a A con outlook negativo - quindi c'è la possibilità che in futuro sia ancora abbassato. Tutto questo a causa dei rischi sulla sicurezza dovuti all'intensificarsi dei conflitti nell'area. S&P vede infatti aumentare le probabilità che lo scontro con Hezbollah si prolunghi e si intensifichi ulteriormente.
COME COMPORTARSI
Questo è il quadro della situazione e dei primi movimenti che si sono avuti nell'immediato. Abbiamo di recente ripetuto, quando ci furono delle tensioni sui mercati ad agosto, come i movimenti poche giornate di Borsa non devono portare a reazioni immediate ed emotive. I mercati saranno molto attenti a valutare come proseguirà la situazione nel Medio Oriente: in caso di un allargamento del conflitto le conseguenze anche per i mercati potrebbero essere negative, altrimenti potrebbero continuare a muoversi come oramai fanno da diverso tempo e da quando ci sono questi conflitti in Medio Oriente. Non bisogna quindi farsi guidare da quello che viene chiamato recency bias e dare quindi un maggiore ed esagerato peso agli eventi presenti per decidere cosa fare con i propri investimenti.
Questo non significa ovviamente che non bisogna interessarsi degli eventi che stanno succedendo: un conto è interessarsi e seguire le notizie per essere pronti a intervenire se necessario, un conto è intervenire sui propri portafogli in maniera emotiva e senza dei riscontri oggettivi che giustifichino un intervento. Una volta costruito un portafoglio fortemente diversificato con un orizzonte temporale non di breve periodo, ogni intervento va calibrato e valutato attentamente. Significa che ogni decisione di modificare un portafoglio deve essere fatta nell'ottica di migliorare il rapporto rischio rendimento dei propri investimenti. Questa deve essere la logica che sottende sempre la costruzione dei propri investimenti e che deve essere applicata anche quando sui mercati avvengono situazioni negative.
Costruito i propri portafogli, che oggi confermiamo, vi è poi la possibilità di inserire all'interno dei propri investimenti dei prodotti e delle soluzioni di investimento che possono essere utili all'interno delle incertezze dei mercati. Su questo argomento puoi leggere l'analisi che trovi qui.