La settimana delle obbligazioni: Conti, manovre, rating, spread…

Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
Per i mercati obbligazionari della zona euro la settimana è stata ancora una volta caratterizzata da un rialzo dei rendimenti. Quello del nostro BTp decennale è arrivato, per qualche momento, anche a superare il 5%, per poi ritracciare subito e attestarsi a fine settimana attorno al 4,9% lordo annuo. Il rialzo è, comunque, generalizzato: anche i rendimenti dei titoli degli altri Paesi (Germania, Francia…) sono aumentati sulla base di una tendenza che dura da diverso tempo e non solo nelle ultime settimane. Il mercato obbligazionario ha reagito prima ai continui rialzi dei tassi da parte della Banca centrale, e ora alla prospettiva delineata dalla Bce di tassi fermi su livelli elevati per molto tempo. In questo contesto generale di rialzo dei tassi, c’è poi chi ha visto più di altri aumentare i rendimenti richiesti: l’Italia. Sul nostro Paese ha pesato la revisione al ribasso delle stime di crescita insieme alla revisione al rialzo delle stime sul deficit, e non solo: le paure per la nostra manovra, la spada di Damocle del nostro rating, tanto che in questo momento i bond greci rendono meno dei nostri (qui trovi la risposta se val la pena investire sulla Grecia).
SPREAD, RENDIMENTO E CONTI
Quando si parla dei nostri titoli di Stato si cita spesso lo spread, ma quel che conta per i nostri conti pubblici è il livello dei redimenti in termini assoluti. Gli interessi che paghiamo sul nostro debito sono determinati dai rendimenti dei titoli di Stato in asta. Lo spread è la differenza tra il rendimento del decennale italiano e di quello del decennale tedesco sul mercato. Come vedi nel grafico, anche in passato lo spread è stato a quota 200, valore su cui si aggira oggi, ma il rendimento del decennale era molto più basso, gravando meno sulle nostre tasche. Abbiamo preparato un approfondimento su quanto sta succedendo qui.
FUORI DAI NOSTRI CONFINI: USA, CINA E GIAPPONE
Negli Stati Uniti il dato sul mercato del lavoro è tra i più importanti, visto che la Fed lo monitora da vicino considerandolo rilevante per le sue decisioni sui tassi. A settembre il numero di posti di lavoro creato è stato superiore alle attese, ma soprattutto su livelli ancora elevati – è stato il massimo da otto mesi. Inoltre, in settimana sono arrivati dati che mostrano come il settore dei servizi continui a espandersi, seppur a una velocità più moderata, e la manifattura va riprendendosi. Insomma, l’economia Usa si mostra resiliente e questo lascia l’opportunità alla Fed di operare un altro rialzo dei tassi: evento che, tuttavia, i mercati continuano a voler considerare non così probabile.
Buona parte della scorsa settimana è stata ferma per festività nazionali, ma dalla Cina sono comunque arrivati dei dati che mostrano come questo Paese sia ancora in una fase delicata. Dopo il rimbalzo di agosto, l’indice Pmi manifatturiero è tornato a scendere, da 51 a 50,6 punti, deludendo le attese che si attendevano un ulteriore progresso, seppur limitato, a 51,2 punti. Decisamente più importante il calo conosciuto dall’indice Pmi dei servizi, sceso da 51,8 a 50,2 punti, quando anche in questo caso le attese erano per un dato in leggera crescita (a 52 punti). Settembre non è stato, ancora una volta, un mese facile per la Cina.
Per il Giappone è stata la settimana del dubbio: c’è stato un intervento sui mercati a sostegno delle quotazioni dello yen? Le autorità giapponesi sono rimaste in silenzio, senza confermare né smentire, fedeli al loro impegno di non commentare operazioni giornaliere. Lo yen è sui minimi pluriennali nei confronti del dollaro – ma anche dell’euro – e questo ha portato il Giappone a tornare ad essere attivo sul mercato dei cambi. Ammesso, e non concesso, che ci sia stato un intervento, alla fine l’effetto è stato positivo, seppur di breve durata e soprattutto non è tale da invertire la tendenza di lungo periodo. Per quello servirà un cambio nella politica monetaria giapponese: con una Banca centrale che continua a essere l’unica a non avere alzato i tassi – e averli tenuti in territorio negativo – la zavorra sullo yen è talmente pesante che non si può eliminare con interventi sporadici sui mercati.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (+0,1%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-3,3%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (-3,4%)
iShares $ treasury 1-3y acc B (invariato); iShares $ High Yield Corp Bond (-1,5%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (+0,3%)
Nordea 1 swedish short term bond (-0,5%); Wisdomtree Long Sek Short Eur (-0,3%)
Xtrackers II iBoxx Eurzone Gov. Bond YP 1-3 (+0,1%); Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (-0,7%)
iShares China CNY Bond (-0,3%)
PASSIAMO ALLA PRATICA: IL QUADRO DEGLI INVESTIMENTI
Tenendo conto di tutto quanto avvenuto in settimana e, più importante, delle previsioni e le attese per il futuro, ti confermiamo tutti i nostri consigli sulle obbligazioni non solo in euro, dollari Usa, yen giapponesi e yuan cinesi, ma anche quelli in corone svedesi, norvegesi e real brasiliani – le percentuali da dedicare a seconda del portafoglio in cui investi le trovi su qui.
La nostra strategia obbligazionaria non si ferma però alle poste di portafoglio. Seguendo la strategia dell’80-10-10, puoi anche affiancare ai tuoi portafogli altri investimenti, obbligazionari o azionari, in chiave speculativa oppure pensati per tutti. Nella tabella qui sotto trovi un riassunto degli investimenti extra-portafoglio obbligazionari che sono all’acquisto oppure ancora a mantieni – e quindi che potresti avere in mano.
INVESTIMENTI OBBLIGAZIONARI EXTRA-PORTAFOGLIO |
||
Prodotto |
Consiglio |
Dove considerarlo |
Nordea 1 Low Duration European Covered Bond BP EUR (101,298 euro; Isin LU1694212348) |
Acquista |
Extra-portafoglio |
Spdr refinitiv global convertible (39,95 euro; IE00BNH72088) |
Acquista |
Extra-portafoglio speculativo |
Lazard capital fi sri rd (114,92 euro; Isin FR0010952796) |
Mantieni |
Extra-portafoglio speculativo |
Invesco Us Hiy Fallen Angels (18,94 euro; IE00BD0Q9673) |
Mantieni |
Extra-portafoglio speculativo |
C’È ANCHE LA SOSTENIBILITÀ
Delle nostre strategie fanno parte anche i bond sostenibili (green, social, sustainable…). Lo fanno in due modi. Il primo: sono titoli che acquisti per replicare i nostri investimenti di portafoglio, visto che sono a tutti gli effetti bond con rischio/rendimento analogo a quello dei titoli tradizionali. Il secondo: li usi per soddisfare le tue preferenze di sostenibilità, scegliendo quello che più si adatta all’obiettivo che vuoi raggiungere. Qui trovi come fare e gli obiettivi di sviluppo sostenibile che i singoli bond aiutano a realizzare.
Attendi, stiamo caricando il contenuto