La settimana delle obbligazioni: paure, tassi, spread e... yen

Settimana delle obbligazioni: spread, paura sui mercati, yen
Settimana delle obbligazioni: spread, paura sui mercati, yen
La settimana che si è appena conclusa ha visto riunirsi alcune tra le maggiori Banche centrali di tutto il mondo, oltre ad essere stati comunicati dati importanti per le future decisioni delle stesse Banche centrali.
Partiamo dalla zona euro, dove la Bce non si è riunita ma lo farà a metà settembre, ma dalla quale sono arrivati dati dal Pil e dall'inflazione. L'inflazione è stata una mezza delusione, così si può definire, in quanto sia l'indice generale sia l'inflazione di fondo sono risultati sopra le attese. L'inflazione dei servizi ha invece finalmente conosciuto un mese in rallentamento. Più in generale, si può dire che sarà molto importante, soprattutto alla luce di com’è andata l'inflazione a luglio, il dato sul carovita di agosto. Un unico dato, infatti, può rappresentare una deviazione solo temporanea e quindi non può essere la base per una decisione definitiva. Bisognerà quindi aspettare i prossimi dati non solo sull'inflazione, ma anche, per esempio, sui salari che arriveranno in questo agosto per cercare di definire meglio il quadro inflazionistico europeo. I mercati puntano ancora su un taglio a settembre ed un altro entro fine anno.
Rimanendo nell'area euro, il mese di luglio appena conclusosi è stato contraddistinto da un calo dei rendimenti lungo tutta la curva dei tassi; una tendenza che ha interessato anche i nostri titoli di Stato sia per quanto riguarda i rendimenti in asta, sia per quanto riguarda i rendimenti sul mercato. Lo spread, però, è andato in senso opposto, aumentando. Qui trovi una serie di indicazioni per i tuoi investimenti.
Fuori dalla zona euro, ma rimanendo nel Vecchio Continente, si è riunita la Bank of England, che ha deciso di tagliare i tassi dal 5,25% al 5%. L’inflazione è calata a sufficienza per permettersi un taglio, ma non bisogna pensare che ora seguiranno altre riduzioni. Anche la Banca centrale inglese procederà scegliendo di volta in volta cosa fare. Ulteriori approfondimenti sulla Bank of England e su cosa fare sulla sterlina li trovi qui.
La Fed è stata una delle grandi protagoniste della settimana appena conclusasi. Nella sua riunione, com’era largamente atteso, non ha toccato i tassi, ma ha rilasciato delle dichiarazioni che sono degli indizi ben precisi sul fatto che a settembre prenderà in considerazione un taglio dei tassi di interesse. I mercati erano già certi che nella riunione del prossimo mese ci sarebbe stata la prima riduzione del costo del denaro, visto che scontavano questa eventualità con il 100% di probabilità e ovviamente confermano questa visione. La scorsa settimana è arrivato anche il dato sul mercato del lavoro, un altro sorvegliato speciale della Fed. I dati di luglio sulla disoccupazione e sulla creazione di posti di lavoro confermano il quadro che è stato tracciato dalla Fed: ci sono segni di rallentamento e questo può essere un incentivo per la Banca centrale americana per procedere al taglio dei tassi. I segnali di rallentamento del mercato del lavoro preoccupano il resto del mondo: si teme infatti che l'intera economia rallenterà e il mondo teme che la Fed abbia aspettato troppo per tagliare i tassi: ecco la paura maggiore che sta portando i mercati a perdere terreno.
Un altro grande protagonista della settimana è stato lo yen giapponese. La valuta nipponica è dall'undici di luglio che ha intrapreso un percorso di risalita e dopo la decisione della Banca centrale giapponese, che ha fatto quello che si aspettavano i mercati - cioè alzare i tassi di interesse e dimezzare il piano di acquisto di bond, ha continuato a guadagnare terreno. La valuta giapponese è stata quindi uno degli asset che più ha guadagnato nella settimana appena conclusa e porta a tre settimane il periodo di rialzi. Dato anche le dinamiche dei prezzi in Giappone, e dato anche il cambio di registro di politica monetaria da parte della Bank of Japan, tutto lascia pensare che nella restante parte dell'anno l'istituto di Tokyo potrà alzare i tassi una terza volta. La Bank of Japan, infatti, è sempre stata molto espansiva e ha sempre rincorso i dati sull'inflazione. Negli ultimi tempi, invece, ha cambiato approccio, cercando di giocare d’anticipo movendosi per tempo con le decisioni di politica monetaria. Tutto questo lascia supporre che la stretta la stretta monetaria per questo 2024 non è ancora conclusa in Giappone. Si va quindi verso uno scenario di questo tipo: la Bank of Japan diventa più restrittiva, Fed e Bce diventano meno restrittive. Con questa chiave di lettura si spiega la corsa dello yen. Proprio la corsa dello yen sta affondando la Borsa di Tokyo.
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