Pagare meno tasse sulle azioni con la loro rivalutazione
Investimenti e fisco
Investimenti e fisco
La legge di bilancio 2024, come già quella precedente del 2023, prevede la possibilità di procedere alla rivalutazione del valore d’acquisto delle partecipazioni azionarie. Nulla si dice in merito all’affrancamento per Fondi e Etf, come invece era stato fatto l’anno passato e di cui ti avevamo parlato su Investi 1514.
Una procedura per nulla semplice
Come dicevamo, viene confermata la possibilità di una rivalutazione per le azioni. Le condizioni sono le stesse previste l’anno scorso, con la differenza che occorre procedere con il versamento di quanto dovuto entro il 30 giugno 2024 (l’anno passato il termine era novembre). La legge di bilancio 2024 prevede, al comma 52, la possibilità di rideterminare i valori di acquisto delle partecipazioni azionarie possedute il 1° gennaio 2024 utilizzando la media dei prezzi di dicembre 2023. Sull’intero valore della partecipazione azionaria, valorizzata al prezzo medio di dicembre, e non sul guadagno della stessa, si calcola il 16% di imposta sostitutiva. Chi vuole avvalersi di questa possibilità deve effettuare il versamento dell’imposta entro il 30 giugno 2024. Ciò significa che l’intermediario va avvertito fin da ora, in quanto i tempi sono piuttosto stretti. Come l’anno scorso, l’imposta è del 16% e va pagata o in un’unica soluzione, entro il 30/6/2024, oppure in 3 rate di pari importo. Su quelle successive alla prima, che scadranno il 30/6/2025 e il 30/6/2026, è previsto il pagamento di un interesse del 3% annuo. Il pagamento deve essere effettuato con il modello F24, utilizzando il codice tributo 8057, istituito già dalla legge di Bilancio del 2023.
Per la rivalutazione 2024, il comma 53 della legge di bilancio in esame prevede un’imposta sostitutiva nella misura unica del 16% sul valore medio di dicembre 2023 della partecipazione azionaria.
8057 è il codice d’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi per la rideterminazione dei valori di acquisto di titoli, di quote o di diritti negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione.
Quando conviene?
Come già notato l’anno scorso, questo meccanismo è conveniente solo se si verificano alcune condizioni. La prima è che si stia guadagnando parecchio dalle azioni possedute: conviene solo per guadagni superiori al 160%. La seconda è che, al momento della vendita, l’azione abbia un prezzo superiore a quello medio di dicembre 2023. Se infatti si dovesse vendere in perdita, questa minusvalenza non potrà essere utilizzata per ridurre le tasse da pagare sui guadagni di altri investimenti (vedi quanto scritto in proposito su Investi 1514). La rivalutazione è infatti conveniente solo se stai guadagnando molto dall’azione e se la vuoi vendere a breve: se intendi tenerla a lungo, il rischio minusvalenza – non compensabile – aumenta. Insomma, sono ben pochi i casi in cui questo meccanismo è un vantaggio per chi possiede delle azioni, meglio non farsi troppe illusioni.
Se avessi acquistato a 100 un’azione che rivendi a 260, pagheresti il 26% su 160 (la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita), ossia 41,6 euro. Se decidi di utilizzare la valorizzazione e a dicembre questa azione avesse un prezzo medio di 260, pagheresti il 16% di 260, ossia 41,6 euro. Solo a partire da questo guadagno di prezzo questo meccanismo può essere conveniente, a condizione di rivendere a breve l’azione. Più si tarda più aumenta il rischio che il prezzo possa scendere, senza possibilità di recuperare la minusvalenza.
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