Verisure debutta in Borsa: un’Ipo che ridà fiducia al mercato

Ipo Verisure: è interessante?
Ipo Verisure: è interessante?
Dopo anni di vuoto sul fronte delle nuove quotazioni, lo sbarco in Borsa di Verisure riporta vitalità ai mercati e accende i riflettori su un settore in piena espansione. La società svedese, leader nel settore allarmi, punta a raccogliere capitali per ridurre il debito e finanziare la crescita. La sua Ipo al Nasdaq di Stoccolma è non solo un appuntamento finanziario di rilievo, ma anche un banco di prova per misurare la fiducia degli investitori nel futuro della sicurezza privata.
Fondata in Svezia nel 1988 con il nome Securitas Direct, Verisure è oggi uno dei principali operatori mondiali negli allarmi connessi. L’azienda si rivolge soprattutto alle abitazioni e alle piccole imprese, offrendo impianti in comodato d’uso collegati a una centrale operativa attiva ventiquattr’ore su ventiquattro.
La formula vincente del modello Verisure è il servizio in abbonamento: nel 2024 oltre il 95% dei ricavi è stato generato dai canoni pagati mensilmente dai clienti, che coprono monitoraggio, manutenzione e assistenza tecnica. È un modello che genera entrate stabili e di lungo periodo, visto che il tasso di abbandono dei clienti è basso e la durata media della relazione con il cliente molto alta. È anche per questo che i margini operativi della società sono elevati: l’utile operativo lordo (Ebita rettificato) è salito a 1,53 miliardi di euro nel 2024, pari al 45% dei ricavi. Negli ultimi tre anni i ricavi sono cresciuti del 20%, passando da 2,8 miliardi di euro nel 2022 a 3,4 nel 2024. I costi, trainati da personale e ammortamenti, sono aumentati invece solo del 15% nello stesso periodo. Nonostante i margini solidi, i bilanci ufficiali si sono chiusi ancora in perdita: –237 milioni di euro nel 2022, –278 milioni nel 2023 e –185 milioni nel 2024. La ragione sta nel peso degli ammortamenti, oltre un miliardo l’anno, legato al valore dei portafogli clienti, e negli oneri finanziari. Se si guarda invece all’utile rettificato, che esclude queste voci straordinarie, il quadro cambia: Verisure avrebbe chiuso in utile e con risultati in crescita nel 2022, nel 2023 e nel 2024. Questa differenza si può spiegare con un esempio: è come comprare un’auto a rate. Ogni mese si paga la rata, ma anche la benzina e l’assicurazione, cioè i costi reali. Nel frattempo, l’auto invecchia e perde di valore: questo è un costo che tu non vedi, ma che c’è. Nei conti di Verisure compare anche la perdita di valore dell’auto nel tempo, cioè l’ammortamento, che non implica un’uscita immediata di denaro. Questi costi “sulla carta” rendono negativa la perdita contabile, ma i flussi operativi restano ampiamente positivi.
Il modello di Verisure comporta alti costi di acquisizione: nel 2024 il costo medio per cliente è stato di circa 1.400 euro, una somma che comprende spese di marketing, costi di installazione e dei dispositivi medesimi, oltre a tutte le spese accessorie. È un investimento significativo, ma viene ripagato nel tempo dalla stabilità dei canoni e dalla fedeltà dei clienti.
L’Ipo, con un intervallo di prezzo fissato tra 12,25 e 13,5 euro per azione, ha come obiettivo dichiarato la riduzione dell’indebitamento e il finanziamento di nuove acquisizioni. Nel momento in cui stiamo scrivendo non è ancora noto l’importo minimo di sottoscrizione. Per ora, però, nessuna promessa di dividendi: la società preferisce concentrare le risorse sul rafforzamento della propria posizione di mercato e sulla riduzione del debito.
Ipo Verisure: caratteristiche dell’operazione |
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Mercato di quotazione |
Nasdaq Stockolm |
Intervallo di prezzo |
12,25-13,5 euro per azione |
Sottoscrizione per privati |
Fino al 6 ottobre |
Quotazione sul mercato |
Dall’8 ottobre |
Per valutare meglio l’operazione, abbiamo confrontato Verisure con gli attuali concorrenti. Nel settore ne operano molti, ma poche sono le società quotate, e ancor meno sono quelle la cui attività si sovrappone. Il principale rivale di Verisure è l’americana ADT (8,68 Usd; Isin US00090Q1031), che opera con un modello molto simile. Entrambe propongono impianti di sicurezza collegati a una centrale operativa e puntano su abbonamenti mensili che garantiscono ricavi ricorrenti e prevedibili.
Nel 2024 Verisure ha raggiunto 3,41 miliardi di euro di ricavi, con una crescita media del 9-10% annuo negli ultimi tre esercizi. Nello stesso periodo, ADT ha fatturato 4,9 miliardi di dollari, crescendo a un ritmo più contenuto, intorno al 5% annuo. In altre parole, ADT resta più grande in termini assoluti, ma Verisure cresce più rapidamente. Anche la redditività distingue le due aziende. Verisure vanta margini operativi molto elevati: il suo utile operativo rettificato ha raggiunto il 45% dei ricavi, ADT si ferma a circa il 35%. La differenza di dieci punti percentuali può sembrare poca cosa, ma in realtà è molto grande: significa che, a parità di ricavi, Verisure riesce a trasformare in margine quasi un terzo in più rispetto al suo concorrente diretto. ADT ha però chiuso il 2024 in positivo, mentre Verisure ha registrato una perdita – nel paragrafo precedente ti abbiamo spiegato il perché. Verisure sopporta ammortamenti superiori al miliardo e interessi annuali vicini al mezzo miliardo, legati a un indebitamento che ammonta a 7,5 miliardi di euro. ADT ha un debito simile, pari a 7,8 miliardi di dollari, ma riesce a gestirlo meglio grazie a un ritorno sugli investimenti più rapido e a un costo di acquisizione cliente inferiore.
In sintesi, Verisure si distingue per la vitalità della crescita e per la capacità di generare margini operativi straordinari, ma resta penalizzata dal peso del debito e dagli ammortamenti che incidono fortemente sul risultato netto. L’Ipo, però, dovrebbe contribuire a risolvere in parte questo problema, permettendo a Verisure di contare su più risorse. ADT, Entrambe, però, confermano la validità di un modello basato su abbonamenti e monitoraggio, che rende il settore uno dei più interessanti per la stabilità dei ricavi e la fedeltà della clientela. Inoltre, il settore in cui operano è in piena espansione. La crescente urbanizzazione, la diffusione di nuove tecnologie come intelligenza artificiale e sensori smart, e la maggiore sensibilità verso la sicurezza personale stanno alimentando una domanda destinata a crescere ancora. In Europa e Nord America la spinta arriverà soprattutto dall’aggiornamento di sistemi già installati, mentre in America Latina e nell’area Asia-Pacifico c’è ancora molto spazio per nuove installazioni.
In conclusione, l’approdo in Borsa di Verisure non rappresenta solo un’importante operazione finanziaria, ma anche una prova di fiducia per un settore che vive una fase di crescita sostenuta. Se saprà bilanciare la spinta espansiva con una gestione più leggera dei costi finanziari, la società potrà sfruttare appieno le opportunità offerte da un mercato in forte evoluzione.
Alla luce delle prospettive favorevoli del settore e delle ambizioni della società, Verisure rappresenta un’opportunità interessante per scommettere sulla crescita del comparto della sicurezza. Per gli investitori privati resta però il limite di non poter partecipare direttamente all’Ipo. A questo punto, non ti resta che attendere l’esordio ufficiale sul mercato di Stoccolma: l’andamento iniziale delle contrattazioni ci dirà se varrà ancora la pena di acquistare.
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